mercoledì 15 ottobre 2014

Gli ANGELI di Marzabotto-Grizzana-Monzuno , vittime della strage di Monte Sole.


La cerimonia per la posa dell'angelodei bambini di Cerpiano

E’ il  prologo del libro mai dato alle stampe frutto della ricerca di Gian Paolo Frabboni sulle vittime di Monte Sole. Il dato dei bambini uccisi è tremendo:  306.
                      
Di Gian Paolo Frabboni
storico e guida del parco storico di Monte Sole.

29 settembre 1944 alle sei del mattino.
Quando ancora una leggera foschia avvolgeva le cime di "Monte Sole" e una tenera pioggerellina inumidiva la terra, quasi a volerla accarezzare come annuncio del prossimo autunno, un'orda di lupi "SS" assetati  di sangue e con vaghe sembianze umane, come fossero sbucati dalle viscere della terra o come serpenti  striscianti nell'erba, salivano dalle valli del "Reno" e del "Setta", circondando l'omonimo acrocoro, accompagnati da  miliziani di Salò in divisa "SS", (che si "esprimevano in dialetto locale"), per portarvi violenza, orrore, devastazione e morte, compiendo su quei monti l'eccidio che in tutto il mondo è conosciuto come la "Strage di Marzabotto".
... "Erano assassini indossanti l'uniforme nera , come le iene ... per cancellare ogni forma di vita umana". (Joseph Rao presidente repubblica tedesca).
 Agivano al comando dell'invalido e fanatico maggiore Reder che, quasi novello Erode-teutonico qui ha compiuto la  "Seconda Strage degli Innocenti" dell'era cristiana. Erano i giovani educati nella Hitlerjugend che una dissennata e disumanizzante didattica nazista, creava mostri eterni annullando in loro ogni senso di civiltà, di cui "... noi tutti siamo consapevoli del male derivato nel novecento alla Germania e lo riconosciamo con vergogna e dolore"... (Papa Ratzinger a Monaco di Baviera). Le SS sinonimo di "male assoluto", in fuga dal sud-italia e dirette verso il nord, hanno lasciato una scia di sangue lunga molti chilometri. Da Bardine di S.Terenzio, Bergiola, Valla, Monti, a Sant'Anna di Stazzema hanno attraversato l'intero appennino fino a Marzabotto, per continuare qui nello sterminio della popolazione civile, compiendo la più grande strage dell'Europa Occidentale, interessando anche  i comuni di Grizzana e Monzuno. Nei giorni dal 29  settembre al 5 ottobre "44" questi criminali, ottenebrati dall'ebrietà nazista provvidero alla sistematica eliminazione di ogni forma di vita: donne, anziani, bambini e animali, oltre a distruggere e incendiare tutti i manufatti esistenti (chiese: con 6 religiosi trucidati:
cinque sacerdoti e una suora), case fienili, stalle). Agivano come briganti venuti a portare terrore e a "depredare i morti". Non è immaginabile crudeltà, violenza, volgarità o nefandezza che qui non sia stata compiuta e ne sono testimonianze le innumerevoli dichiarazioni di chi ha vissuto quegli eventi o ne ha subito le conseguenze. Come il caso della piccola/o Zebri,  estratta con la baionetta dal ventre della madre per "farne scempio del suo corpicino", mentre la stampa assoggettata al regime negava i fatti. Paradossalmente e nello stesso giorno, il Segretatio Comunale di Marzabotto A.Grava ne denunziava totalmente la gravità e, fin dal primo giorni di questi sanguinosi eventi si era presentato al Prefetto dichiarando che"...lassù l'hanno "uccisi tutti" riferito alle azioni compiute dai suoi camerati-amici-combattenti-nazisti, facendo anche seguire relazione  scritta al medesimo Prefetto, a... rischio della propria vita.... Dichiarazioni ribadite recentemente dove a conclusioni delle udienze il Tribunale Militare di La Spezia ha irrogato dieci dondanne all'ergastolo. Confermate dalla suprema Corte Militare
il 7 maggio 2008. Reder con i suoi mille uomini, in esecuzione dell'ordine ricevuto dal Feld Maresciallo Kesserling di "liberare la Zona dai partigiani della Stella Rossa, inaspettatamente ha preferito liberarre, invece, il territorio con la morte della popolazione civile, evitando così un pericoloso scontro coi partigiani, se si esclude l'iniziale "scaramuccia" localizzata nei pressi di Cadotto (abitazione del comandante partigiano Lupo. ad inizio operazioni, Così è stata definita dal Tribunale Militare di La Spezia nella Sentenza di Condanna dei carnefici. Il fanatismo e l'arroganza di questi nazisti, che hanno offerto la loro gioventù , al male è tale che, pur raggiunta l'età in cui si incominciano a "contare i giorni dell'Addio" e ogni essere umano solitamente è portato ad rimeditazione sul passato e a fare un bilancio della propria vita e delle azioni compiute, hanno conservato immutato tutto il loro odio e disprezzo verso le piccole vittime innocenti. Come l'imputato Albert Majer che, intervistato dalla TV tedesca, ancora oggi dalla sua carrozzella si vantava "..ah bei tempi quelli e ribadiva che se me lo chiedessero lo rifarei ancora", definendo le sue vittime "... loschi bacilli..." Le imprese  dei nazisti si concretizzavano anche nell'eseguire vandalismi senza senso, come distruggere l'altare di san Martino o incendiare la stessa Chiesa  "che non voleva bruciare" con l'odio anticattolico che era caratteristica di questa Divisione SS e con atti accompagnati da inumano sadismo, come lanciare un vecchio ottantenne invalido nudo e febbricitante in un pagliaio in fiamme, perchè non sapeva mantenere il passo  con gli altri rastrellati . O, nella Chiesa di Casaglia, sparare alla giovane paralitica Vittoria Nanni perchè non sapeva camminare. Mentre all'interno dell'Oratorio di Cerpiano le 56 vittime morivano dissanguate per il saltuario lancio di bombe a mano, dall'esterno gli aguzzini suonavano l'armonium, bevendo, suonando e mangiando, un militare entra nella cappella e spara a Nina Fabbroni Fabris, perchè coi suoi lamenti "disturbava".
Nella Canonica di Sperticano gli Ufficiali siedono alla "mensa obbligatoria" della madre di don Fornasini e, dopo aver comunicato la morte del figlio, per tutta la notte allegramente bevono e canticchiano...."Pastore kaput ... Pastore kaput. A Caprara di Sopra, nel locale dove si era radunata la popolazione lanciano granate all'interno ... per farle morire più lentamente. E che dire del bambino "impalato" ?,  e della bambina fatta oggetto di "tiro a segno". Su questi monti si è concretizzato l'eccesso del dolore e, oggi il pellegrino, il visitatore, il turista o il curioso è avvolto nel grande silenzio e ode solo la voce del vento . Socchiudendo gli occhi si possono immaginare le espressioni di orrore dei primi soccorritori che a San Giovanni di Sotto hanno visto un rivolo di acqua che, unita al sangue dei corpi assassinati aveva colorato di rosso il sentiero che scende a valle. Dalla strage è derivato l'abbandono del territorio e, col passare del tempo, qui è avvenuta una rinaturalizzazione  del vasto territorio che vede crescere, con la piante e i fiori anche le immense querce protendenti ancora i rami quasi a proteggere le vittime. Era  l'autunno dove ancora oggi in quel periodo i boschi si mostrano nella loro stupenda  euforia di colori e i bambini si rincorrevano nei prati o nei polverosi sentieri, spensierati e allegri, godendosi gli ultimi giorni di vacanza, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico, lasciando sul terreno le impronte dei loro piedini spesso senza scarpe. La neve, il sole, il vento ha cancellato queste tracce e noi possiamo immaginarle pur coperte dai pochi tratti asfaltati. La genesi di questo scritto mi è stata dettata dagli sguardi e dalle inorridite espressioni nei volti dei visitatori che si soffermano ad osservare i tanti "angioletti" presenti nelle bacheche antistanti l'ingresso del Sacrario. Queste piccole vittime i cui nomi sono tratti da"Marzabotto quanti, Chi e Dove" le voglio tutte ricordare, siano esse perite per mano nazi-fascista, scoppi di mine, bombardamenti o malattie contratte a causa degli eventi bellici. Tutte devono essere accomunate in quell'inutile sciagura: la guerra !
L'imperscrutabilità del disegno finale della vita dei loro carnefici, non ci è dato conoscere. Ne' se precipiteranno nel più profondo delle tenebre o nel fuoco più ardente. Ma una certezza l'abbiamo. I bambini di "Monte Sole" continuano ad esistere in una nuova dimensione: il Paradiso. E lassù, negli immensi sentieri dell'Infinito, in un intenso bagliore di Luce essi continuano a giocare e a rincorrersi, allegri e urlanti, cantando e giocando sotto lo sguardo compiaciuto dei più Grandi del Cielo.
 

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