Don Fornasinia |
Di Gian Paolo Frabboni
Domani, domenica 12 ottobre alle 16,
nella chiesa di Sperticano a Marzabotto sarà celebrata una Messa per ricordare
l’anniversario della morte, per mano SS, di questo eroico sacerdote, Servo di
Dio, medaglia d’oro al valor militare, amato e onorato da tutta la popolazione
marzabottese e di cui è stata completata la fase diocesana del processo per la
proposta di beatificazione, già trasmessa alla sede Apostolica a Roma.
Il suo corpo dilaniato, forse dagli
animali, fu ritrovato dal fratello 7 mesi dopo ( il 22 aprile 1945) la sua
morte dietro il cimitero di San Martino di Monte Sole e ora si trova
eccezionalmente all’interno della chiesa di Sperticano.
La chiesa di Sperticano |
Per i meriti di don Fornasini questa
chiesa è stata dichiarata ‘arcipretale in perpetuo’ dal cardinale Giovanni
Battista Nasalli – Rocca di Cornegliano.
Oggi sono ancora presenti alcune persone
che a lui devono la vita.
Infatti fra i sei religiosi uccisi nella
‘strage di Marzabotto’ don Fornasini è stato colui che era il più esposto nei
confronti dell’occupante nemico tedesco, sia per i suoi interventi tesi a
salvare vite umane, sia a prestare aiuto e soccorso a quanti si trovavano in
difficoltà, nessuno escluso: sfollati, civili locali e combattenti partigiani.
Benché fosse stato invitato a ‘limitare’
i suoi interventi e ad allontanarsi dal suo territorio, egli non intese
abbandonare i fedeli che gli erano stati affidati ‘per essendo a conoscenza
della data esatta del suo termine di vita che gli era stato fissato dai
germanici’.
Accettò la morte accanto al suo popolo.
E’ nota e assai diffusa la relazione , ritrovata
dallo storico locale, che il segretario
comunale dell’epoca, Agostino Grava, redasse l’11 ottobre 1944, diretta la Prefetto, in cui è indicata esattamente l’uccisione del sacerdote per il
giorno 13 ottobre.
Infatti il segretario specifica, nella
sua relazione al Prefetto, che ‘fu da prima rastrellato ‘ e poi che …. ‘ a don
Fornasini furono concessi 5 giorni di permesso per seppellire i morti, poi
prolungati di altri 10’. Cioè poteva vivere fino al 13 ottobre 1944 come in
effetti avvenne. Egli ne era consapevole e affrontò la morte tenendo per sè il
terribile segreto, tacendolo anche ai
famigliari che l’attesero invano per il pranzo e la cena del giorno 13.
Il popolo l’ha definito: l’ANGELO DI
MARZABOTTO.
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