E’ raro che un intero paese festeggi il compleanno di un concittadino.
Sasso Marconi l’ha fatto: con una gran festa in piazza ha celebrato gli 80 anni di Jones, il suo Falegname, colui che con la sua abilità, il suo talento creativo, lo ‘sbuzzo’ nell’ideare soluzioni geniali ha realizzato mobili, serramenti, ha restaurato vecchi pezzi di famiglia, ha sistemato arredamenti.
E l’ha fatto sempre con il sorriso sulle labbra, sempre con una battuta pronta e sempre con grande professionalità, con una meticolosa attenzione alle esigenze dei clienti con una passione per il suo lavoro che gli ha guadagnato la profonda stima di tutti.
Complici il nipote Enrico, comandante della Lufthansa, e la moglie Aurora, compagna riservata e preziosa di tutta la vita, gli è stata preparata la sorpresa: la piazza del paese è diventata un grande salotto dove erano pronti i tavoli con tante specialità, un enorme arco gonfiabile con gli auguri e la grande torta.
E poi tutta la gente gli si è stretta intorno, il vicesindaco Marilena Lenzi ha ufficializzato gli auguri a nome di tutta la città di Sasso Marconi, il parroco don Dario Zanini, profondo estimatore delle sue capacità professionali e dei suoi giudizi tanto da affidarsi sempre a lui per i lavori importanti nell’edificio religioso, ha pronunciato un discorso augurale.
Lui, Jones, non se l’aspettava ed era visibilmente stupito di tutto quel festeggiamento. Ma la spiegazione più esauriente gli è stata data da Enrico, quando lui ha chiesto: “Ma perché tutto questo?”. Ed Enrico ha risposto “Perché te lo meriti, nonno”.
E’ un uomo d’altri tempi, Jones. Ha iniziato a lavorare quando era poco più di un bambino e la necessità portava le famiglie a mandare i figli a ‘imparare un mestiere’ il più presto possibile.
Sono tanti gli aneddoti che ama raccontare di quel periodo, episodi che fanno sorridere e anche ridere, come quello del suo ‘principale’ che per schiacciare un pisolino nella pausa pranzo si era sdraiato dentro ad una cassa da morto quasi terminata. Lui, Jones, era quasi morto di paura quando, tornato al lavoro dopo aver mangiato il panino che la mamma gli aveva dato con sè, aveva visto muovere il coperchio e uscire la testa di qualcuno dal sarcofago.
Il mestiere l’aveva imparato tanto bene che ormai chi voleva un lavoro di pregio si rivolgeva a lui e aspettava tutto il tempo che a Jones era necessario, e di solito non era mai poco perché era sempre pieno di lavoro.
Qualche anno fa ha deciso di ritirarsi, dopo una vita passata nel laboratorio di falegnameria, una vita segnata anche dal grande dolore per la perdita prematura dell’unica figlia Leda sopportata con dignità e rassegnazione anche grazie alla presenza del nipote Enrico e ora dei pro-nipotini Riccardo di due anni e Greta di nove mesi.
Tutti rimpiangono il Falegname che era, i suoi lavori (perché no, capolavori) ma c’è la soddisfazione di incontrarlo sempre in piazza o per le vie del paese e scambiare con lui due chiacchiere, una battuta, farsi raccontare un aneddoto o farsi dare un consiglio. Lui è sempre lì, sorridente, disponibile, divertente.
Grazie, Jones e auguri per tanti altri di questi giorni. Te lo sei meritato!
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