Si è aperto un nuovo fronte nel campo dei furti, quello delle manomissioni elettroniche. Prima vittima del ‘ladri informatizzati’, il gestore di un locale con videopoker di Lizzano in Belvedere. Un terzetto di ‘scassinatori all’avanguardia’, utilizzando un congegno elettronico artigianale capace di inviare impulsi in grado di mandare letteralmente in tilt i congegni che trattengono le monete all’interno delle macchinette ‘cambia denaro’, riusciva a far scaricare tutto il contenuto: monete o gettoni riutilizzabili per le giocate. Il gestore si accorgeva dell’ammanco al momento della verifica dei conti, ma nessuna infrazione meccanica alla macchinette dava concretezza ai suoi sospetti.
Il derubato ha comunque informato i Carabinieri che hanno avviato un’indagine con cui hanno potuto individuare una banda di malviventi che operava su questa una nuova frontiera dei furti agli apparati video poker.
La procedura adottata dalle tre persone, due di origine albanese ed una cinese, rispettivamente di 26, 49 e 30 anni, provenienti dalla Toscana, che sono state identificate e deferite dagli investigatori dell’Arma, costituisce una ‘novità”’nel settore dei reati che hanno ad oggetto le cosiddette “macchinette”: queste sono molto spesso aggredite attraverso effrazioni brutali allo scopo di recuperare tutto il denaro che contengono. Invece, la segnalazione giunta da un commerciante dell’Alta Valle del Reno, che si era rivolto ai Carabinieri denunciando di aver riscontrato da alcuni mesi un anomalo ammanco dalla macchinetta cambia denaro del suo negozio, ha fatto scoprire una nuova e più evoluta professionalità, per fortuna ancora non molto diffusa nella Provincia di Bologna.
La storia era apparsa subito strana ai militari, i quali, non avendo riscontrato manomissioni evidenti, hanno iniziato a visionare i filmati delle telecamere a circuito chiuso del locale, risultati essenziali, e hanno notato tre soggetti che in più riprese, si avvicinavano alle macchinette cambia denaro ed ai video poker, posizionando in modo sospetto le braccia.
Le indagini hanno permesso di dare un nome ai personaggi, grazie ad una attenta e capillare attività informativa, svolta in collaborazione con i Comandi dell’Arma della Toscana, ove si erano verificati casi analoghi.
È emerso quindi che il terzetto utilizzava un congegno elettronico capace di rendere estremamente generosa la macchinetta cambia denaro.
Per i tre è scattata la denuncia in stato di libertà per furto aggravato.
I Carabinieri, alla luce di tale vicenda, lanciano un appello ai gestori dei locali detentori di questo tipo di apparecchi, raccomandandosi di segnalare immediatamente al numero di emergenza 112 o al Comando Arma più vicino qualsiasi situazione sospetta e di adottare, quando possibile, sistemi di sicurezza passiva, quali gli impianti di videosorveglianza, che si rivelano utili sia come strumenti di deterrenza sia, come in questo caso, per consentire eventuali accertamenti investigativi.
Foto e notizia del Comando Carabinieri Provinciale
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