Il comuni del Panaro non saranno sottoposti a un’indagine per valutare la presenza nel sottosuolo di idrocarburi.
Hunt Oil ha ‘gettato la spugna’ e, alla vigilia della conferenza dei servizi in cui avrebbe dovuto presentare le ‘integrazioni’ al progetto di sondaggio per ottenere l’approvazione, ha annunciato il suo ritiro.
La notizia è stata accolta con molta soddisfazione dai tanti contrari all’indagine in quanto avrebbe comportato perforazioni nell’area del fiume. Fra questi Dante Franchi (nella foto) di Marzabotto che ha precisato: “E’ un grande punto di partenza e un avvenimento molto importante. Il progetto ‘Panaro’ coinvolgeva anche alcuni comuni del bolognese. Il merito è senz’altro da attribuire ai diversi comitati cittadini, fra cui ‘Noturbogas’ che con determinazione e fuori da ogni fine che non fosse la salvaguardia dell’ambiente, hanno avvicinato le amministrazioni dei comuni coinvolti nel progetto e con argomentazioni tecnico ambientali qualificate e precise hanno mostrato loro le ragioni della non accettabilità del progetto. Il numero in crescendo dei Comuni che hanno dichiarato la loro contrarietà ha finito per orientare la stessa Regione in tal senso. La vicenda non è comunque conclusa ,“ ha precisato poi Franchi. “Per il Reno il progetto è ancora in piedi e sarà quindi opportuno non abbassare la guardia”.Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi (nella foto) che in modo euforico, in un comunicato, dichiara “Vittoria: Hunt Oil se ne va! I texani rinunciano ai due ulteriori permessi di ricerca” e aggiunge: “ Che bella vittoria! Crediamo che il nostro lavoro e la risoluzione emendata approvata ieri, abbiano dato un contributo fondamentale a questo successo. E’ un passo importante per la difesa delle nostre ricchezze. Ieri l’Assemblea legislativa regionale ha approvato a maggioranza una risoluzione nella quale si impegna la Giunta a confermare il parere negativo a tutte le richieste di coltivazione di idrocarburi che prevedano l’utilizzo di tecniche ‘ non convenzionali’, che aumentano l’impatto ambientale dell’attività estrattiva. Nel documento si impegna poi l’esecutivo a dare parere negativo a tutte le richieste di ricerca e di coltivazione di idrocarburi che riguardino sia le zone del territorio regionale colpite da subsidenza e da fenomeni franosi sia quelle all’interno di Aree protette o di siti della Rete Natura 2000. Ora le zone off-limits per le trivelle sono anche alvei dei fiumi, sistemi di crinali, zone di tutela agro naturalistica, aree archeologiche, terreni con siti a quote superiori a 1.200 e , soprattutto, le aree tutelate dalla Legge Galasso: ovvero fino a 150 metri di distanza dagli argini dei fiumi e a 300 metri dalle rive dei laghi. Siamo soddisfatti”, ha concluso.
1 commento:
Sono felice che Hunt Oil si sia ritirata, era un regalo fatto a compagnie straniere a cui non sarebbe certo interessata la tutela del nostro territorio , ma non sarei contrario a sondaggi fatti con tutte le dovute garanzie e cautele sotto il controllo dei comuni interessati da parte della nostra compagnia di stato, mi sentirei più tutelato.
Posta un commento