martedì 21 gennaio 2025

Il 2025 inizia con l'incubo del caro energia: allarme per agricoltori e fertilizzanti

 


di Barbara Bertuzzi 

Confagricoltura Emilia Romagna

 


L'anno nuovo si apre con un segnale preoccupante per il settore agricolo: il prezzo del gas in impennata ha fatto lievitare in appena due settimane del 10-15% il costo dell'urea, il fertilizzante più utilizzato nelle campagne per garantire i nutrienti necessari alla crescita delle piante.

«È un campanello d’allarme. Gli agricoltori sono allarmati dall’effetto domino che il nuovo caro energia potrebbe generare», avverte Marcello Bonvicini, presidente regionale di Confagricoltura. L’aumento dei costi di produzione sta colpendo beni fondamentali come fertilizzanti, mangimi, gasolio per autotrazione, energia elettrica, pvc per irrigazione e coperture, oltre a materie plastiche per serre, tunnel e bottiglie. Nel frattempo, le principali commodity agricole, a partire dal grano, si attestano su valori minimi storici, minacciando redditività e competitività delle aziende del settore.

Confagricoltura Emilia Romagna lancia un appello alla vigilanza sul mercato dei fertilizzanti azotati e suggerisce misure concrete: favorire l’impiego di soluzioni alternative, sviluppare protocolli di coltivazione innovativi e incentivare l’uso agronomico degli effluenti di allevamento.

Grande attenzione anche al comparto delle energie rinnovabili. «È fondamentale proseguire gli investimenti avviati con il PNRR, incentivando l’uso dei sottoprodotti agricoli per fini energetici e promuovendo il digestato da reflui zootecnici per migliorare la fertilità del suolo e lo stoccaggio di carbonio», sottolinea Nicola Gherardi, membro di giunta di Confagricoltura e vicepresidente della Confederazione dei bieticoltori (CGBI).

Gherardi pone l’accento sul potenziale delle agroenergie, in particolare biogas e biometano, auspicando una maggiore aggregazione tra aziende e allevamenti per affrontare le sfide di un 2025 che si annuncia complesso per l’agricoltura italiana.

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