Con
l’inizio del nuovo anno arriva anche il momento dei calendari, e tra questi non
poteva mancare l’ormai consueto Calendario della Mela Rosa Romana
dell’Appennino Bolognese, presentato questa mattina presso la sede
dell’Ascom di Bologna. Questo calendario non è solo un elenco di mesi e giorni,
ma un vero strumento di promozione e conoscenza: racconta la storia di un
frutto antico e caratteristico della zona, invitando alla riscoperta delle sue
qualità uniche.
L’edizione
di quest’anno si arricchisce con la presentazione, accompagnata da
illustrazioni e testi, di altri frutti antichi spesso dimenticati: sorbole,
nespole, castagne, ciliegie Moretta, pesche "Buco Incavato", pere
Limona, susine Regina Claudia, uva Saslà, pere Volpine e cotogne, accanto alle
principali varianti genetiche della Mela Rosa Romana.
Questi
frutti, oltre a rappresentare una ricchezza botanica, trovano spazio in cucina
come protagonisti di ricette raffinate. Tra queste, spicca la Torta di
Mela Rosa Romana, proposta dal celebre pasticcere bolognese Gino
Fabbri, e il pane di cereali integrali e mela Rosa Romana, una vera delizia per
il palato.
Ad
aprire l’evento è stato il direttore di Confcommercio-Ascom Bologna, Giancarlo
Tonelli, che ha dichiarato:
“Questa
mela è un prodotto d’eccellenza che l’associazione vuole giustamente riportare
all’attenzione dei consumatori. Oltre alle sue straordinarie qualità,
comprovate anche da studi dell’Università di Bologna, rappresenta
un’opportunità per recuperare una coltura e una filiera economica che
rischiavano di essere dimenticate.”
Tonelli
ha sottolineato che, nonostante i progressi fatti, c’è ancora molto lavoro da
fare e ha assicurato il continuo impegno dell’associazione nella promozione del
frutto. Tra le sue proposte, anche l’idea di collocare una piantina di Mela
Rosa Romana nella storica Piazza della Mercanzia a Bologna.
Il
presidente dell’Associazione Mela Rosa Romana, Dario Mingarelli,
ha evidenziato la facilità di coltivazione del frutto:
“La
Mela Rosa Romana non richiede trattamenti chimici, cresce fino a mille metri di
altitudine e si conserva a lungo a temperatura ambiente. Tuttavia, una delle
maggiori minacce alla sua coltivazione è rappresentata dagli ungulati, per i
quali è necessario investire in adeguate misure di difesa.”
Il commerciante e coltivatore di Riola, Antonio Carboni ( a destra nella foto), ha sottolineato l'importanza delle botteghe, non solo come luoghi di socializzazione nei centri abitati, ma soprattutto per la qualità dei prodotti che sono in grado di offrire. "Solo il bottegaio può garantire la qualità del prodotto, perché conosce il territorio e i produttori", ha dichiarato.
Un
esempio concreto di coltivazione arriva da Aldo Zivieri, (nella foto) che
gestisce la tenuta "Le Conchiglie" a Lagune di Sasso Marconi, dove ha
avviato con successo un impianto dedicato:
“I
frutti sono sani e di ottima qualità,” ha sottolineato Zivieri.
Infine, il maestro giardiniere Carlo Pagani ha ricordato che la Mela Rosa Romana era già apprezzata ai tempi di Plinio il Vecchio, e che il celebre dolce della "mela cotta al forno" si riferisce proprio a questa varietà. Ha inoltre lanciato una proposta ai Comuni della zona: piantare alberi di Mela Rosa Romana nei parchi e negli spazi pubblici, per unire tutela del territorio e sensibilizzazione culturale.
L’evento si è concluso con un caloroso consenso verso un progetto che celebra le tradizioni locali, la biodiversità e la sostenibilità.
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