sabato 17 dicembre 2022

Monte Sole: la mafia dei pascoli avrebbe ottenuto 200mila euro di fondi europei

Emilia Romagna, allarme di Libera in vista dell’arrivo dei soldi del Pnrr: «Rischi giganteschi»

 


Dubbio invia questo articolo di Francesco Mazzanti pubblicato dal Corriere di Bologna


«Non esistono isole felici». A dirlo, sconsolato, è Leonardo Ferrante, referente nazionale di Libera e Gruppo Abele del settore anticorruzione,  nell’inchiesta video «Ipossia montana» che rivela, tra le altre cose, gli affari della cosiddetta «mafia dei pascoli» nel parco storico di Monte Sole, a Marzabotto. I dettagli dell’indagine, che ha portato a 91 condanne in primo grado di giudizio per oltre 600 anni di carcere, sono stati pubblicati da Cecilia Fasciani, Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione. Il loro servizio, di cui è uscita un’anticipazione sul quotidiano Domani nel mese di novembre, è risultato finalista all’undicesima edizione del premio per il giornalismo investigativo Roberto Morrione dedicato agli under 30 ed è stato presentato ieri pomeriggio al Festival dell’informazione libera e dell’impegno (Fili) organizzato al centro Costa di via Azzo Gardino da Libera Bologna. 

Secondo le carte dell’inchiesta citate nel lavoro, la mafia dei pascoli al centro del maxiprocesso Nebrodi, in Sicilia, ha ottenuto anche 200mila euro dai terreni di Monte Sole, proprio dove tra settembre e ottobre del 1944 le truppe nazifasciste uccisero 770 persone. Si tratta anche di uno dei luoghi simboli della Resistenza italiana. Le truffe consistevano nella falsificazione di carte per dimostrare di lavorare su delle particelle di terreno prese in affitto così da intercettare fondi europei destinati ad agricoltori e allevatori e dirottarli nelle mani del clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo. Nell’inchiesta svolta dai 3 giornalisti, inoltre, si spiega come i terreni interessati dalla truffa appartengano a una privata cittadina e all’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia orientale, proprietario dei terreni sulla strada di Casaglia che vanno dalla Scuola di pace al cimitero. La cittadina e l’ente parco, tuttavia, rivelano di non essere a conoscenza della truffa che era in corso sui propri parchi.

Il drenaggio

La video inchiesta pone l’attenzione anche su un altro fatto che si è verificato sull’appennino bolognese e riguarda la gestione della residenza per anziani Sassocardo di Porretta Terme — della quale si era dato conto anche su queste colonne — finita al centro di un’inchiesta della Dda nella quale risultano indagate 23 persone accusate di aver costruito una «ragnatela» di comodo al fine di drenare soldi, portare l’azienda al dissesto economico e assicurarsi l’immobile da 7,5 milioni di euro. «Vediamo come troppo spesso i sindaci e le istituzioni locali siano impreparate ad affrontare problemi legati alla criminalità organizzata», affermano Giagnorio e Nardacchione.

Pioggia di milioni

Quello che l’inchiesta vuole far emergere riguarda infatti il rischio che si corre con la pioggia di fondi, che arriveranno sull’Appennino bolognese. E, soprattutto, il rischio di un mancato monitoraggio delle opere del Pnrr. La montagna bolognese, come dimostrato dal sito che monitora l’andamento dei progetti regionali finanziati con il Pnrr, riceverà una parte cospicua dei finanziamenti. Solo nei Comuni di Grizzana Morandi e Camugnano, interessati e da fenomeni di spopolamento e abbandono, arriveranno rispettivamente 25 e 10,9 milioni di euro. Si tratta di un «patrimonio economico grande» che anche la stessa Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, ammette nell’inchiesta che sarà difficile gestire. Si tratta di «rischi giganteschi», secondo Ferrante, soprattutto a causa della mancanza di un piano nazionale di monitoraggio dei fondi. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

l'appennino ha bisogno di stradini comunali, non dei debiti del pnrr (non a caso sembra una pernacchia)