domenica 3 agosto 2025

Pensionati esclusi dalle vacanze. Pesa la perdita del potere d’acquisto

 


di Barbara Bertuzzi 

Confagricoltura Emilia Romagna

 

 «Tutti in vacanza, tranne i pensionati». A lanciare l’allarme è Stefano Spisani, presidente dei Senior-ANPA (Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori) di Confagricoltura Emilia Romagna, che sottolinea come l’estate 2025 non porti sollievo a chi vive con una pensione. «Al massimo una toccata e fuga», osserva amaramente, evidenziando il progressivo impoverimento della categoria.

Il quadro è confermato anche dai dati elaborati dal Centro Europa Ricerche (CER) per il CUPLA – il Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo, di cui ANPA-Confagricoltura fa parte.

Secondo Spisani, a pesare maggiormente sul potere d’acquisto è «il mancato adeguamento delle pensioni all’inflazione, che a giugno 2025 è cresciuta in media dell’1,7% rispetto all’anno precedente». A ciò si aggiunge «un meccanismo di indicizzazione penalizzante per le pensioni più basse, il diverso trattamento fiscale rispetto ai redditi da lavoro dipendente e una lunga serie di riforme fiscali introdotte negli ultimi quindici anni, che non hanno compensato l’aumento del prelievo fiscale legato al drenaggio».

In Emilia-Romagna, regione ad alto reddito, l’effetto è amplificato dall’aumento del costo della vita, in particolare per beni e servizi essenziali come alimentari, cure sanitarie e utenze. «A ciò si somma – denuncia Spisani – un paniere Istat che non riflette realmente i consumi degli anziani, bensì i bisogni di fasce più giovani della popolazione, dimenticando che oltre il 24% degli italiani ha più di 65 anni, con percentuali ancora più alte nella nostra regione, dove gli over 65 superano il milione e centomila, di cui 370 mila con più di 80 anni».

Un’altra criticità riguarda l’assistenza. «Nonostante l’Emilia-Romagna abbia stanziato circa 500 milioni di euro per il 2025 a favore della non autosufficienza, a livello nazionale restano assenti i fondi previsti dai decreti attuativi della legge delega del marzo 2023. Se non saranno individuate al più presto risorse certe – avverte Spisani – molti pensionati rinunceranno alle cure o saranno costretti a ricorrere all’aiuto economico di figli e nipoti per rivolgersi al privato, vista l’inaccettabile lunghezza delle liste d’attesa».

Uno spiraglio arriva però da Roma, dove il Governo ha annunciato l’intenzione di varare un Piano nazionale per l’invecchiamento attivo. «Ogni iniziativa che valorizzi gli anziani come risorsa attiva nella società è la benvenuta – sottolinea Spisani – a patto che venga accompagnata da risorse concrete. Solo così si potrà promuovere un’effettiva integrazione intergenerazionale e rafforzare la coesione sociale».

Proprio al tema del dialogo tra generazioni sarà dedicato il convegno regionale di ANPA Emilia Romagna e dei Giovani di Confagricoltura, in programma il prossimo 23 ottobre a Bologna, nell’ambito del Patto Generazionale.

 

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il governo Meloni ha fatto come il governo Monti tagliando per il 2023 e 2024 l'indicizzazione alla perequazione delle pensioni ricche oltre i 2000 € lordi mensili!

Anonimo ha detto...

Anche i Supremi Magistrati Democratici della Corte Costituzionale hanno contribuito, dichiarando la legittimità dei blocchi alla perequazione automatica delle pensioni, donata dal governo "sovranista".
Quindi è perfettamente "costituzionale" che i pensionati abbiano meno risorse per andare in vacanza rispetto agli altri cittadini.

Anonimo ha detto...

Mentre con Monti l'inflazione era al 2% con la Meloni l'inflazione era al 15% , per cui il taglio della perequazione alle pensioni superiori a € 2000 è stato molto piu' alto
con il governo Meloni.
Alla faccia di chi dice che il governo Meloni non aumenta le tasse !

Anonimo ha detto...

Poveri agricoltori, chiedete di rimettere in auge le vecchie colonie marittime, tutto gratis naturalmente per le ferie

Anonimo ha detto...

Indovinello: che differenza c’è fra la pensione di un politico scaldasedia e un lavoratore con 40 anni di contributi?

Anonimo ha detto...

È vero che la Corte Costituzionale ha dichiarato la legittimità dei blocchi alla perequazione automatica delle pensioni, ma ha anche tolto il tetto dei € 240.000 ai dirigenti pubblici.
Due pesi e due misure!