giovedì 2 dicembre 2021

Gli schiaffi amministrativi all’Appennino sono ormai un esercizio quotidiano e creano ferite probabilmente non più sanabili.



Dubbio ci ha inviato il titolo di un articolo de Il Resto del Carlino in cui si riporta che il consiglio della Città Metropolitana  non ha  amministratori dell’Appennino. Il  consiglio della Città Metropolitana non avrà quindi una rappresentanza della montagna, alla faccia della tanto caldeggiata e ripetuta volontà di trovare una unione d’intenti fra le maggiori rappresentanze amministrative dei comuni dell’Appennino bolognese per ottenere  una presenza appenninica nei vari contesti politico-amministrativi sovra comunali, fra cui ovviamente, la più importante, la  Città Metropolitana. Ma siamo di fronte a una delle tante incongruenze di cui l’Appennino è vittima. Bologna la fa ( il sindaco metropolitano è eletto dal solo comune di Bologna) e se la diverte. Da soli i rappresentanti bolognese decidono chi occupa gli scranni amministrativi.

Chi ingenuamente aveva creduto che si potesse avere qualche segnale di ‘unità di intenti’, fra gli amministratori dell’Appennino perché la pressione coesa di tutti ottenesse nuovi equilibri ha così un’altra e probabilmente non ultima, delusione.

Se fino ad ora la Città Metropolitana non ha guardato molto alle esigenze della montagna, in futuro cosa succederà? 

Ma come recita il noto saggio popolare ‘qual che as vol a n’è mai trop’ ( quello che si vuole non è mai troppo).


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