E’ un Buon Natale anche per la Mela Rosa Romana dell’Appennino. Il frutto, uno delle tante prelibatezze dell’Appennino la cui produzione è notoriamente quantitativamente inferiore rispetto la pianura, ma qualitativamente molto superiore, ha ritrovato, grazie all’attenzioni di alcuni attenti appassionati, fra i quali Antonio Contini di Riola, una nuova primavera esistenziale e si prepara ad avere il posto che le compete nelle classifiche delle produzione frutticole nazionali. La validità nutrizionale è già stata individuata, acclamata e comprovata da uno attento e approfondito studio del professor emerito dell’Università di Bologna, Silviero Sansavini e il frutto antico quasi dimenticato, ha ora fatto sfoggio in cucina , con piena convinzione della sue qualità, affidandosi alle mani esperte dello chef Alberto Bettini.
Nella cucina di Amerigo, dopo un convegno che ha
voluto ancora una volta narrare gli elogi della Mela Rosa Romana dell’Appennino
tosco emiliano, ha affiancato, esaltandoli a dovere, tutti i piatti serviti ai
relatori che hanno avuto il piacevole
conforto e la conferma che le tesi sulle qualità del frutto erano azzeccate se
non addirittura sottovalutate. A margine del convegno il prof. Sansavini ha
auspicato un aumento della produzione di Mela Rosa Romana con nuovi impianti
specializzati per essere in grado di
rispondere alle inevitabili richieste future del mercato.
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