martedì 15 gennaio 2019

La tradizione non muore mai. Non può morire.

In aumento coloro che trovano nel recupero delle tradizioni contadine il miglior modo di cucinare.

Dopo la fatica per la preparazione degli insaccati
Sempre all'opera i cultori del mangiare sano e genuino 'di una volta'. Fra questi i fratelli Calzolari di Mongardino, eredi e detentori della più severa, e minuziosamente curata, tradizione culinaria collinare. In questa arte del 'mangiare bene' non può mancare, e non manca, l'uso e la lavorazione casereccia della carne di maiale. Allevato anch'esso con una dieta collinare in cui primeggiano la ghianda, il 'ràmal' (la crusca del grano) e il granoturco, offre una carne dal 'sapore superiore' che preparata, condita e stagionata nel luogo adatto che solo la collina può offrire, assicura ai palati più esigenti un gusto superiore, ma soprattutto riavvicina il presente a un passato 'snobbato' in quanto povero, a favore dell'esaltazione di un presente ricco di cose ma povero a tavola. Spesso il cucinare attuale è più un'opera d'arte, presentato con estro, dai sapori forzati, piuttosto che un semplice e genuino tripudio per il palato. Bravi quindi i fratelli Calzolari che hanno operato come usavano fare il loro padre, il nonno e il nonno del padre e ancora indietro, di generazione in generazione e da lassù sicuramente essi guarderanno con compiacimento i loro figli, nipoti e pronipoti che sapientemente continuano a operare seguendo il 'solco' da loro tracciato e gelosamente curato. 

Stefano Calzolari con una ghirlanda di salsicce


 

3 commenti:

MARCO LEONI ha detto...

Ritengo che quello che fanno i fratelli Calzolari sia della massima importanza.
Continuare a mantenere viva un'antica tradizione culinaria che si rifà alle antiche tradizioni
sia un'impresa assolutamente lodevole. Sono tesori che non possono e non devono andare dispersi.
Sono cose vere che nascono dall'amore per il proprio territorio e che lo rendono unico e gli danno un'identità che non può essere delocalizzata.
E' quello che distingue la nostra italianità, la capacità di saper fare bene le cose.
NESSUNO CE LE PUO' RUBARE. In questo periodo storico dove una volgare globalizzazione tende a massificare tutto e a renderci tutti uguali, il lavoro dei fratelli Calzolari rappresenta una bellissima lezione di vita. Grazie.

Carla Buttazzi ha detto...

Guardando le facce si capisce che mangiano tanto maiale...

Unknown ha detto...

Bravi le tradizioni non si devono perdere mai. A vedere tanto ben di Dio ben fatto.. che fameeee