Un lettore
segnala l’interrogazione a risposta scritta circa la salvaguardia, il
mantenimento ed il potenziamento dei servizi postali nei Comuni montani, a
firma dei consiglieri Gibertoni e Sassi.
Premesso che
- da notizie di stampa si apprende come il piano industriale di Poste Italiane Spa preveda la chiusura di 53 uffici postali e razionalizzazione di altri 34, sul territorio emiliano-romagnolo, per la sola provincia di Bologna si prevede la chiusura di ben 11 uffici, 11 a Parma, 8 a Piacenza, 7 a Ferrara, 4 a Modena, 4 a Forlì, 4 a Ravenna e 1 a Rimini;
- anche se Poste non ha ancora comunicato quali sono gli sportelli interessati dai tagli, quelli più a rischio di chiusura sono gli uffici postali ubicati in zone di montagna, nelle frazioni e nei piccoli centri, che già in passato avevano subito sforbiciate d’orario;
- tale piano industriale sicuramente comporterà una riduzione di servizi alle popolazioni delle zone disagiate, che non solo vedranno la consegna della posta a giorni alterni, ma avranno gli uffici postali lontanissimi dalle loro abitazioni;
- sembra emergere la volontà dell’azienda di rallentare complessivamente il flusso della posta ordinaria prevedendo la consegna a giorni alterni, mentre sul territorio regionale, come su tutto il territorio nazionale, aumentano le segnalazioni di disservizi nella consegna di lettere e raccomandate;
rilevato che
- ogni giorno si registrano negli uffici, in modo generalizzato e in quasi tutte le città e nelle aree provinciali della Regione, code inevitabili davanti agli sportelli, situazioni limite che Poste vuole sanare chiudendo o riducendo l’attività degli sportelli nei piccoli centri e dirottando il personale e la clientela altrove, penalizzando in tal modo ancora una volta l’utenza;
- da tempo i lavoratori di Poste, tramite le loro rappresentanze, e gli utenti segnalano una serie di pesanti criticità: organici insufficienti che non consentono la corretta copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei corner di Poste Mobile e dei ruoli specialistici con gravi ricadute sia sui lavoratori che in termini di forti disagi per la clientela;
- negli ultimi anni l’azienda facendo ricorso ad esodi incentivati e pensionamenti ha ridimensionato l’organico a livello regionale, attualmente a causa di questo ridimensionamento negli uffici vi sono continui distacchi di personale da un ufficio all’altro per sopperire, rincorrendole, alle carenze di personale negli organici;
- si sono adottate soluzioni che hanno portato a depotenziare fortemente il servizio di consegna della corrispondenza, con passaggi dal personale impegnato nel comparto recapiti, che nei piani di Poste dovrebbe essere fortemente ridimensionato, agli sportelli (servizi finanziari), utilizzo inappropriato del lavoro part-time, nonostante sia l’area della corrispondenza (recapiti) che quella dei servizi finanziari siano in forte affanno per mancanza di sufficienti risorse umane;
- considerato che
- in base al Contratto di Programma stipulato con lo Stato, la società è tenuta a garantire il servizio universale fino al 2026 attraverso la rete di uffici distribuiti su tutto il territorio nazionale, assicurando alla generalità dei cittadini, sempre su tutto il territorio nazionale, il diritto di usufruire dei servizi postali con determinati standard di qualità e tariffe orientate ai costi, sottoposti però al controllo dell’Autorità di regolamentazione;
- le reti postali, anche se in zone rurali e scarsamente popolate, soddisfano interessi pubblici rilevanti e consentono l’integrazione degli operatori economici con l’economia globale e proprio per questo sono più necessarie nelle aree periferiche dove, invece, i tagli del personale previsti e le chiusure di uffici postali periferici comportano una limitazione dei diritti dei cittadini e limitano la capacità di mantenere gli standard minimi di qualità per il servizio universale.
Interroga la
Giunta regionale e l’Assessore competente per sapere
- se non ritenga opportuno rapportarsi nelle sedi competenti con società Poste Italiane Spa:
- per salvaguardare il mantenimento ed ove necessario il potenziamento dei servizi per gli utenti emiliano-romagnoli;
- per salvaguardare il carico occupazionale in essere presso le sedi regionali dell’azienda, scongiurando eventuali licenziamenti;
- per contrastare eventuali chiusure di uffici, in particolare nei comuni montani, ove la perdita di servizi favorisce lo spopolamento del territorio, diminuendo l’attrattività economica.
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