Un lettore
ha inviato questo articolo del Corriere di Bologna.
La provincia
di Bologna insegue la sua seconda fusione di Comuni. Tocca questa volta a
Granaglione e Porretta Terme, sull’Appennino tosco-emiliano. Il progetto di
legge regionale, approvato dalla Giunta Bonaccini lo scorso 26 gennaio,
inizierà domani l’iter in commissione in viale Aldo Moro. Il percorso era già
iniziato con la Giunta Errani, poi interrotto per le dimissioni dell’ex
governatore. Dopo le elezioni regionali del 23 novembre, la Regione ha chiesto
ai due sindaci di confermare l’assenso all’avvio della fusione, già approvata
dai rispettivi Consigli comunali nel 2013. L’ultima parola, però spetterà ai
cittadini, che si esprimeranno col referendum. Oltre al sì alla fusione, i
residenti dovranno anche scegliere il nome del nuovo Comune. Tre le possibili
scelte: Acque Alte; Alto Reno terme; Granaglione Porretta terme. Il nuovo
Comune avrà poco più di 7.000 abitanti e un’estensione di 73,5 chilometri
quadrati. La sede provvisoria sarà a Porretta. Se la fusione avrà semaforo
verde, sia dall’Assemblea legislativa sia dai cittadini, il Comune avrà piena
operatività a partire dal 2016 e potrà contare, come per le altre fusioni, su
sostanziosi contributi: 200.000 euro all’anno per 15 anni, più altri 150.000
euro per tre anni, a cui si aggiunge lo sblocco del Patto di stabilità.
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