lunedì 1 ottobre 2012

Solo i bolognesi non amano Marconi.


Il monumento

L’instancabile Elio Antonucci  (Cell. +39 3474158530) segnala:

Marconi, due realtà molto diverse di cui una, quella di Budrio, imperdonabile: Borghetto il 25 settembre scorso ‘ha varato’ il  cippo e la stele per ricordare il ‘semplice 'incidente’ occorso a Guglielmo Marconi nel lontano 1912, mentre a Budrio viene  prevista la demolizione della palazzina da lui voluta per ospitare la prima stazione radio di Bologna.


Marconi all'epoc.
Guglielmo Marconi rimase ferito in uno scontro automobilistico a Borghetto di Vara in provincia di Genova , sulla Via Aurelia, il  25 settembre 1912.

La notizia subito diffusa in città, destò enorme impressione e mentre partiva con urgenza l'automobile con un medico militare e alcuni infermieri provvisti di ogni materiale di soccorso, altre automobili private correvano verso Borghetto.







L'auto dopo l'incidente.
Guglielmo Marconi con la Signora, il segretario e lo chauffeur era partito nella mattinata da Coltano (Pisa) diretto a Genova. Alle ore 11 l'automobile attraversò inosservata La Spezia e, presa la salita della Foce, si diresse, attraversando la Val di Vara, verso il passo del Bracco.
Appena ebbe passato l'abitato di Borghetto di Vara, in un punto in cui la strada descrive un' esse assai accentuata,  l'automobile di Marconi si trovò improvvisamente di fronte un'altra automobile che proveniva da Genova, che scendeva velocemente. L'urto, inevitabile anche per la ristrettezza della strada, fatalmente avvenne. Le due macchine cozzarono quasi in pieno. L'automobile di Marconi (una FIAT 50 HP) più resistente sfondò la parte interiore dell'altra e vi si incastrò tenacemente. I viaggiatori dall'urto furono sbalzati sulla strada. Marconi, che stava al volante, riportò alcune contusioni al petto e, per la rottura del cristallo di protezione, ebbe una grave ferita all'occhio destro. La signora, sebbene sbalzata in un campo vicino, il segretario e lo chauffeur rimasero miracolosamente incolumi.
 

Il ripetitore di Budrio presidiato.
Sull'altra vettura (una Isotta Fraschini HP) diretta al Sud dell'Italia, viaggiava il Comm. Beltrami, un vicentino residente a Rosario in Argentina, con la signora e due figli. A loro toccò la sorte peggiore. Il comm. Beltrami, infatti, riportò ferite assai gravi alla testa e al costato destro e fu ricoverato nell'albergo Europa di Borghetto di Vara assieme a uno dei suoi figli, dodicenne, che riportava pure gravi ferite. L a signora e l'altro figlio non ebbero che leggere contusioni. La loro automobile era però completamente inservibile. I due feriti saranno nella nottata, se le loro condizioni lo permetteranno, trasportati a La Spezia. Malgrado fosse l'ora di pranzo e tanti borghettini fossero intenti ai lavori dei campi (vendemmie) o nei boschi per le provviste di legna per l'inverno, molti si prodigarono nel dare i primi soccorsi ai feriti. Dopo i rintocchi della "campana a martello" usata nei momenti di emergenza e della solidarietà, i feriti furono adagiati su scale a pioli adattate a barelle.




 La curva che fu teatro dello scontro fu denominata dall'ANAS "Curva Marconi".

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