Claudio Evangelisti (*) ci ha inviato
questo tratto del romanzo storico ‘Lo Spirito, il brigante del Papa Re’, ispirato da una
vicenda avvenuta a Loiano all’indomani dell’annessione di Bologna al Regno d’Italia.
Il protagonista del romanzo si batte per il ritorno allo Stato Pontificio, il Capitano Gamberini è ‘lo
sceriffo di Loiano’ che gli dà la caccia.
L’eccellentissimo
medico chirurgo Amato Gamberini, fu Capitano
e Cavaliere dell’Ordine Mauriziano, nonché rappresentante del partito liberale
e accanito oppositore del partito dei “neri”. Suo degno avversario era infatti
l’ascetico arciprete di Lojano Don Massimiliano Magnani che impersonava la più
rigida intransigenza del partito Papista. Amato Gamberini nacque a Loiano il 25
settembre 1825, e all’età di 18 anni scelse di iscriversi alla facoltà di
medicina dell’ateneo bolognese. Durante quel periodo, proprio per frenare gli
ardori dei giovani universitari, Pio IX acconsentì alla formazione del
battaglione universitario bolognese comandato dal generale Durando e
organizzato da Berti Pichat. Quando il 10 aprile 1848 fu costituita la 1°
compagnia mobile universitaria, composta da 54 individui, Amato Gamberini fu
eletto caporale, diventandone l’ufficiale medico e andando a combattere per
l’indipendenza di Venezia.
L’ardire e l’ambizione non erano estranee al
carattere impetuoso del Gamberini che dopo esser riuscito a diventare medico
condotto di Loiano, sposò Giuseppina Dall’Olio, sorella del cav. Cesare
Dall’Olio, di cospicua famiglia Loianese e gestori del delicato servizio dì
Posta. Dal 1849 al 1859, il Gamberini e
il nuovo cognato Cesare Dall’Olio capeggiarono la cosiddetta “trafila” nella
valle del Savena sino al confine toscano e numerosi furono i cospiratori che riuscirono
a trarre in salvo. Il celebre cronista del ‘900 Fulvio Cantoni, così lo
descrive: “Di fronte al partito dei neri
si ergeva, degno, aperto, irremovibile avversario, uno schietto liberale, dai
modi simpatici, di animo nobilissimo e cuor d’oro, di salda tempra, colto,
fattivo e già combattente nel 1948 colla Legione Bolognese, il medico condotto
e possidente di Lojano, dott. Amato Gamberini”.
A causa
dell’imposizione sulla leva obbligatoria che rubava le braccia ai campi, l’8
agosto 1860, avvenne la sommossa di Monghidoro sobillata dal delegato
pontificio Mons. Tancredi Bellà. Il
Capitano Gamberini si gettò con cieco furore all’inseguimento dei vigliacchi papalini e dei capi della rivolta: Gaetano
Prosperi detto lo Spirito e Assuero
Ruggeri. I due ribelli si rifugiarono nelle Marche, aldilà del precario confine
di Cattolica. Giunti nello Stato Pontificio, vestirono l’uniforme del 1°
battaglione cacciatori indigeni di stanza a Pesaro. Dopo la caduta di Pesaro
per mano del generale Cialdini e la cattura di Mons. Bellà, lo Spirito riuscì a
sfuggire ai soldati piemontesi e in maniera rocambolesca ritornò nella sua
natia Lògnola, mentre il Ruggeri fu preso prigioniero dopo la battaglia di
Castefidardo e la capitolazione di Ancona. Ma il Gamberini aveva deciso di
farla pagare a quell’impudente mugnaio detto Al Spirit! Per quasi tre anni ne nacque una caccia serrata senza
esclusione di colpi, agli agguati delle guardie guidate dal Gamberini ne
seguivano altrettanti dello Spirito che era tenuto nascosto e aiutato dalla
maggioranza della popolazione.
Fine prima parte.
(*) Claudio
Evangelisti è l’autore del libro ‘ Lo Spirito’ che ha condotto ricerche e studi
e ricerche sul territorio dell’Appennino bolognese. Il libro è edito dal Gruppo
di Studi Savena Setta Sambro.
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