giovedì 13 maggio 2021

Bologna e provincia hanno il nuovo Piano Territoriale Metropolitano

Ieri pomeriggio il Consiglio metropolitano ha approvato il PTM . Riconfermata la bretella Silla - zona artigianale Prati


Il Consigliere della Città Metropolitana di Bologna , Marta Evangelisti, racconta l'accaduto e releva luci e ombre della nuova pianificazione:


Si è concluso così un  iter, avviato a febbraio dello scorso anno, in cui alle cinque sfide individuate nello strumento di pianificazione, ho cercato di apportare il mio contributo mediante il deposito di diversi emendamenti, alcuni accolti altri accolti in parte.

Il recupero degli immobili  rurali e quelli non classificati come storici è stato oggetto di grande discussione così come il Fondo perequativo. Sul primo punto molti si sono pronunciati anche a sproposito, forse per legittimare un’attività tardiva e comunque non tenendo in considerazione come la cornice sia dettata appunto dalla legge regionale (forse la battaglia doveva partire da lì). Ad oggi la soluzione resterà nelle maglie dei PUG comunali e delle linee tracciate sia appunto dal PTM che dalla LR 24/17.

Il confronto sul secondo punto è durato fino ad ieri, stante appunto la richiesta di rinvio dell’approvazione del Regolamento della gestione del Fondo, alla quale mi sono opposta, chiedendo invece il rinvio dell’intera votazione, quindi anche del PTM, affinchè vi fosse ampia condivisione e partecipazione sulle scelte.

È lì ritengo infatti, che si giocherà la partita più grande, tenuto conto  che il Fondo di solidarietà è  lo strumento in cui confluiranno il 50% delle risorse comunali generate dalle trasformazioni urbanistiche e che sulla perequazione punta tutta la attuazione delle strategie del piano legandola alla quota del 3%.

Molti sono i temi contenuti in questo PTM, anche se in tanti non se ne sono accorti, soffermandosi sul tema - certo importante - del recupero degli immobili agricoli, che non è l’unico però.

Il PTM parla di sistema della mobilità, rifiuti, aree protette e siti natura 2000, attività estrattive, riduzione del rischio sismico e reti ecologiche, richiamando diverse normative ed anche il PUMS. Proprio per questo ritengo ed ho affermato in sede di consiglio metropolitano, come la fase attuativa che si aprirà di qui a breve, sarà fondamentale.

Sono fermamente convinta che l’Appennino debba essere considerato un territorio di valore e non marginale e che quindi meriti nel proseguo valutazioni e scelte importanti anche contenute nel piano, ma che sia fondamentale anche, un ripensamento delle scelte adottate, in ordine alle infrastrutture ed alla mobilità.

Con il PTM porto a casa il riconoscimento della necessità di realizzare la bretellina che collegherà l’ingresso dell’abitato di Silla con la zona artigianale Prati (si tratta di un emendamento condiviso con le Amministrazioni e le categorie produttive che è stato approvato) ma ovviamente ciò è marginale rispetto a quanto NON previsto dal PUMS. E nell’affermare un ripensamento della pianificazione delle infrastrutture, ritengo sia fondamentale la realizzazione della bretella Reno-Setta. Se fosse stata realizzata quindici anni fa, oggi – ad esempio – i problemi dettati dall’interruzione del Ponte Leonardo di Sasso Marconi, che durerà anni, non vi sarebbero, così come quelli conseguiti dalla interruzione della provinciale Gardelletta (lavori che inizieranno dopo due anni di interruzione) e quelli relativi ai lavori autostradali. Qualche chilometro di percorrenza veloce con un tunnel in galleria, realizzato con i più moderni sistemi, con il recupero e la depurazione dei gas di scarico, aiuterebbe tanto il nostro territorio senza alcun tipo di impatto ambientale.

Potrebbero essere utilizzare i fondi europei ed il progetto, già esistente, andrebbe poi solo attualizzato.

Il Sindaco metropolitano aveva accolto quattro anni fa la mia proposta e solo il diniego poco ragionato e lungimirante di qualche Sindaco e consigliere regionale, ha affossato nuovamente tutto, perché da noi le scelte di buon senso soggiacciono ancora a quelle di bandiera.

Io però non demordo e questa sarà la mia prossima battaglia in Città metropolitana fino alla fine del mandato”.


Marta Evangelisti aggiunge la 

SINTESI DELLE DISPOSIZIONI NORMATIVE RELATIVE AI TERRITORI RURALI DELL’APPENNINO BOLOGNESE


Nel rispetto delle competenze che la legge regionale attribuisce al PTM in riferimento al territorio rurale, il Piano Territoriale Metropolitano ha introdotto, in luogo delle normative differenti contenute nei piani vigenti, un sistema di regole unificato che costituisce una reale semplificazione amministrativa. All’interno di questa cornice unitaria, i Comuni e le relative Unioni mantengono un ampio grado di autonomia. Tenendo conto delle specifiche esigenze e/o caratteristiche del corrispondente territorio comunale, il piano comunale (PUG) può:

- articolare la disciplina del PTM

- disciplinare autonomamente le trasformazioni e l’uso dei beni di valore storico testimoniale e dell’edificato sparso e discontinuo.


In particolare:

  • è possibile ricostruire i ruderi o gli edifici collabenti;

  • il Comune potrà individuare e disciplinare con il PUG le possibilità di recupero nonché le destinazioni d’uso ammissibili, anche a fini residenziali, di tutti gli edifici (fienili, stalle, depositi, ecc.) che ritiene di valore storico o testimoniale (quali, ad esempio, gli edifici aventi una tipologia specifica tipica dei diversi contesti), in quanto competenza esclusiva all’Amministrazione comunale;

  • Il PUG potrà redigere una apposita e autonoma disciplina relativa all’edificato sparso e discontinuo in termini sia edilizi che urbanistici;

  • i Comuni potranno individuare e ammettere anche funzioni residenziali negli edifici individuati come aventi una tipologia specialistica (ex edifici religiosi, edifici per attrezzature pubbliche, ex scuole, ecc.);

  • è possibile ampliare gli edifici esistenti adibiti ad attività di gestione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari (quali cantine sociali, caseifici, ecc.), anche da parte di non Imprenditori Agricoli;

  • è possibile per i non Imprenditori Agricoli, solamente in montagna e collina, realizzare l’ampliamento di superfici accessorie per servizi agrosilvopastorali;

  • è possibile, inoltre, recuperare parte delle superfici degli edifici non più funzionali all’attività agricola, compresi gli edifici produttivi, in aree interne e/o contigue al territorio urbanizzato, previa individuazione da parte del Comune;

  • è possibile recuperare tutti gli edifici, con interventi di qualificazione edilizia che comprende anche la demolizione con ricostruzione.

In definitiva, il PTM prevede che in territorio montano si possa agire in modo congiunto e collaborativo. fornendo alla dimensione comunale la massima autonomia.

A tutto questo si aggiungono le politiche appositamente sviluppate per il territorio appenninico relativamente a:

  • Fondo Perequativo Metropolitano

  • Programmi di rigenerazione urbana

  • Sistema produttivo della Montagna


 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Su temi cosi' importanti lasciare una discrezionalita' incontrollata alle singole amministrazioni e' un grave sbaglio che allarga la strada ai personalismi e favoritismi vari. Non ha senso che in un comune si possa fare quello che nel comune confinante e' vietato.

Anonimo ha detto...

Perche' non lasciare queste decisioni all'Unione dei Comuni? Cosi' non ci sarebbero paesi di serie A e paesi di serie B. Nemmeno cittadini di serie A o B.