lunedì 22 marzo 2021

Attività forestale in Appennino, manutenzione fondamentale per preservare le aree verdi

Il settore conta un centinaio di imprese nell’area metropolitana, localizzate soprattutto in Appennino. L’associazione: “La cura dell’ambiente passa anche da necessari interventi di prevenzione, è ciò che fanno gli imprenditori forestali e agro-forestali. Chi prova a ostacolarne l’attività non fa il bene del territorio”


Claudio Cervellati

Resp.le Tecnico Area Forestazione e Sviluppo Montano di Confagricoltura, invia: 

Le imprese forestali e agro-forestali lavorano esclusivamente per il bene del territorio e per prendersi cura del nostro polmone verde”. Lo sottolinea Confagricoltura Bologna in occasione della Giornata internazionale delle foreste, istituita nel 2012 dall'Assemblea generale delle Nazioni unite. Sono circa un centinaio le aziende del comparto nell’area metropolitana bolognese, per lo più nella zona dell’Appennino.

La loro attività – evidenzia Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – è fondamentale per la micro-economia dei territori montani, così come lo è per la prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi. Troppo spesso, anche ultimamente e soprattutto nelle aree metropolitane, stiamo assistendo ad accuse infondate da parte di chi, in nome di un presunto ambientalismo, prova ad ostacolarne il lavoro. Le imprese forestali, cioè realtà professionali, qualificate tramiti appositi corsi formativi e iscritte al relativo albo regionale, vengono accusate di sfruttare il territorio per trarne un vantaggio puramente economico quando al contrario costituiscono un presidio a difesa dello stesso territorio. Proprio ai presunti ambientalisti ricordiamo che fare gestione delle aree boschive è l’unico modo che c’è per difendere davvero le nostre aree verdi e forestali e scongiurare, attraverso la prevenzione, conseguenze potenzialmente disastrose. Questa è per noi la cultura green, che non può certo manifestarsi nel non intervenire mai come qualcuno vorrebbe: se così fosse, a pagarne le conseguenze sarebbe innanzitutto il nostro Appennino che è già ricco di boschi, ma in gran parte degradati”.

Il lavoro delle imprese del settore va anche a beneficio di chi vuole utilizzare le aree forestali per iniziative legate alla pubblica utilità. “Oltretutto – continua Garagnani – la valorizzazione della nostra filiera permette di utilizzare legname locale riducendo il ricorso a quello proveniente dall’estero, quando l’Italia è il primo importatore mondiale di legna da ardere con tutti i problemi di inquinamento dovuti ai trasporti e di tracciabilità in una cornice definita dal regolamento europeo. Confagricoltura propone un metodo di gestione forestale sostenibile, aderendo a Pefc Italia, ed è promotore di un’attività di manutenzione da condurre nel pieno rispetto delle regole collaborando in maniera costante con enti competenti e organismi di controllo. In tal senso è quotidiano e fondamentale il rapporto di collaborazione con i carabinieri forestali che accompagnano le imprese del settore nella loro attività: un lavoro di squadra per il bene del territorio”.

La superficie italiana destinata a boschi e foreste è in crescita costante, con un incremento di 3 milioni di ettari negli ultimi 30 anni. Complessivamente, le aree forestali coprono oltre il 35% del territorio nazionale, con punte anche del 50% in alcune regioni. La crescita annuale non è sottoposta al taglio per circa tre quarti.

Giuseppe Catapano

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci teniamo così tanto alle foreste che militarizziamo il Corpo Forestale dello Stato...nel nome del risparmio. Unico copro statale ad essere in "pari" con il bilancio e dove la voce di spesa maggiore erano gli stipendi che cmq sono rimasti e nella categoria ufficiali addirittura aumentati per equipararli ai pari grado Carabinieri. La lince di Rignano non ne ha fatta una buona, per altro con la complicità delle Regioni che non si sono opposte a questo scempio e che adesso si svegliano visto che tutto quello che faceva "aggratis" il CFS adesso lo pagano profumatamente, come le campagne antincendio e i canadair a 7000 euro l'ora. Militarizzano l'ambiente, facendo della repressione militare invece della prevenzione CFS. Dove prima si arrivava a bosco in piedi prevenendo i tagli adesso si reprime un taglio già effettuato, tante belle sanzioni da sventolare in conferenza stampa ma aimè le piante sono già tutte interra.

Anonimo ha detto...

Sicuramente il mio commento non c'entra..mi rivolgo a chi ha competenza della distruzione delle colline che sono tra località Casalino e Lama di setta, stanno scavando non ci sono più le montagne dietro alle abitazioni , a Vado e Quercia portano via camion di ghiaia questo non è mettere in sicurezza , perché nessuno controlla più , ora si guarda solo al profitto per le tasche di qualcuno non per la salute degli abitanti e delle nostre ora non più montagne/colline

Anonimo ha detto...

22 marzo 2021 08:20 non sei fuori tema, fa parte tutto dello stesso problema;

22 marzo 2021 07:31 il Corpo Forestale era militare anche prima ed in valle del Reno non rimpiangiamo certo la qualità dei loro esponenti,
comunque nella sostanza del commento hai ragione e la colpa del toscano è ampiamente condivisa con i predecessori, è una strategia portata avanti da decenni (si chiama privatizzazione), togliere risorse al pubblico e darle, a caro prezzo ai privati, cioè distogliere soldi dagli stipendi e dal controllo pubblico e darli a rendite e lavoro malpagato, di conseguenza i ponti crollano ed i boschi bruciano;

nella sostanza del post, che si rileva essere scritto da chi condivide l'interesse delle imprese, manca completamente l'accenno ai cittadini, gente comune che puliva i propri boschi e le viabilità ricavando legna per l'autoconsumo e praticando l'abbruciamento controllato di quei resudui che oggi sono l'innesco e la miccia degli incendi boschivi più devastanti.

avrei tante altre cose da dire ma per ora basta così ;-)

Anonimo ha detto...


22 marzo 2021 07:31 il Corpo Forestale era militare anche prima...

Il Corpo Forestale dello Stato era un Corpo civile dal 1948, come la Polizia di Stato lo è dal 1981 e il Corpo di Polizia Penitenziaria lo è dal 1990.
Ad ordinamento militare lo sono sempre state l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.

Anonimo ha detto...

22 marzo 2021 15:58 grazie del chiarimento, allora è sempre più misterioso il fatto che non l'abbiano assorbito a forze analoghe come polizia di stato o simile.
pensare male si fa peccato ma... a che serve tutto questo potenziamento dei cc a cominciare dalla 4° forza armata concessa a suo tempo da D'Alema?

scusate l'OT (Fuori Tema per chi giustamente non si diletta di acronimi anglicistici)