giovedì 19 febbraio 2009

Processo Eccidi


“Pretendiamo la verità, anche a nome di quelle persone che oggi non ci sono più”. E’ quanto ha dichiarato Valter Cardi, presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage di Marzabotto, alla vigilia della prima udienza per il ricorso in Corte di Appello del tribunale di Bologna presentato dai famigliari delle vittime di Monte Sole. Udienza che si tiene oggi alle 9.30.

I ricorrenti chiamano a giudizio i colpevoli dell’occultamento, negli scantinati di palazzo Cesi, palazzo della Giustizia a Roma, dei fascicoli istruiti nell’immediato dopoguerra che riguardavano i 365 eccidi dei nazisti in Italia nei due anni di occupazione tedesca, fra cui quello di Marzabotto.

Si vuole giustizia per il ritardo generato dal provvedimento illegittimo di ‘archiviazione provvisoria’ e l’inerzia della Magistratura Militare tra l’agosto del 1994 e l’aprile del 2002,” si legge nel ricorso. Cardi spiega ancora : “Vogliamo sapere chi ha deciso l'occultamento delle indagini dal 1960 in poi”.

Gli appellanti lamentano un danno per non essere stato rispettato il ‘principio secondo cui la legge avrebbe dovuto assicurare l’esaurimento dell’iter del rito penale entro un termine connotato dalla ragionevolezza’. Inoltre, ‘in base alla Legge 89 del 2001, reclamano ‘il Diritto all’equa riparazione’.

Riparazione quantificata in 480 milioni di euro da suddividere per ognuna delle 120 famiglie che si sono costituite parte civile e che hanno sottoscritto il ricorso (è il risarcimento per il mancato rispetto di durata ‘ragionevole del’iter del processo’). A questo primo danno si aggiunge quello non patrimoniale (la lesione del rapporto parentale) della perdita del parente. Furono uccisi nel settembre – ottobre del ‘44 circa 800 civili di cui 316 donne e 216 bambini di età inferiore ai 12 anni.

Il processo di Bologna segue quello di primo grado del 2007 avanti al Tribunale Militare di La Spezia , nel quale i giudici condannarono 10 militari tedeschi, appartenenti al sedicesimo reparto esplorante, i soli con altri sette ancora in vita, che parteciparono alla strage di Monte Sole. Già allora gli avvocati misero in risalto che, se il processo fosse avvenuto nei tempi dovuti, si sarebbero trovati a rispondere del crimine non solo 10 SS, ma un numero ben maggiore. Il risarcimento del danno avrebbe potuto contare sui beni e gli averi di un numero di persone maggiori e avrebbe avuto la possibilità probabilmente di essere sopportato dai carnefici di allora. Sono stati infatti identificati tutti i 360 soldati responsabili dell’eccidio.

Da qui la decisione di rivolgersi a chi in Italia aveva insabbiato le istruttorie. I parenti vogliono si faccia luce sull’operato dei Magistrati Militari assegnatari del fascicolo di indagine; dei funzionari dei Ministeri della Difesa e della Giustizia che hanno avuto in gestione il fascicolo di indagine e l’archivio ove era stato celato il fascicolo relativo ai crimini di guerra consumatisi nei comuni bolognesi di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno.

“Solo nel 2002 la Procura militare di La Spezia ha avviato l’esame dei fascicoli che le erano stati consegnati nel 1994”, sottolinea ancora Cardi. “Chiediamo che la giustizia faccia il suo corso fin in fondo. I famigliari possono e debbono avere anche un risarcimento economico per l’indubbio danno che hanno avuto”.

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