Leda Stupazzoni, 81 anni, ai domiciliari con
l’accusa di omicidio volontario. L’uomo sarebbe stato colpito una quarantina di
volte con un oggetto affilato
Un anno dopo la morte di Roberto Berti, 81 anni, trovato senza vita nel cortile
della sua abitazione a Razora di Castel
D’Aiano, arriva la svolta nelle indagini. La moglie, Leda Stupazzoni, coetanea della vittima, è
stata posta agli arresti domiciliari
con l’accusa di omicidio volontario.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita
nella mattinata di oggi, mercoledì 29 ottobre, dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bologna, in
collaborazione con la compagnia di Vergato,
su disposizione del pubblico ministero Beatrice
Ronchi.
Secondo quanto ricostruito dagli
inquirenti, Berti sarebbe stato colpito una
quarantina di volte con un oggetto affilato, forse i cocci di un vaso, rinvenuti insanguinati
a poca distanza dal corpo. A condurre gli investigatori verso la svolta è stato
un complesso lavoro di analisi
scientifiche e rilievi biologici, che hanno evidenziato tracce di
sangue di entrambi i coniugi sui frammenti del vaso e all’interno
dell’abitazione.
Il 23 novembre 2024, giorno della
tragedia, Stupazzoni aveva chiamato il 118
sostenendo che il marito fosse caduto dal
tetto del casolare mentre lavorava, riportando ferite fatali dopo
essere precipitato su una carriola.
Una versione che fin da subito aveva destato perplessità negli investigatori e
che non ha trovato riscontro nelle successive perizie.
L’autopsia sul corpo dell’anziano ha
infatti rivelato numerose ferite da
taglio alla testa, al volto e al collo, incompatibili con una semplice
caduta accidentale. All’interno della casa, i carabinieri avrebbero inoltre
trovato un paio di scarpe della donna
macchiate di sangue, lasciate accanto alla vasca da bagno. Stupazzoni,
al momento del sopralluogo, presentava un taglio profondo alla mano.
Già nelle prime fasi dell’indagine,
la moglie era stata iscritta nel registro
degli indagati, ma la complessità delle analisi e la necessità di
chiarire le dinamiche del delitto hanno richiesto mesi di approfondimenti.
Le testimonianze raccolte dagli
investigatori, tra cui quella del figlio
della coppia e di alcuni conoscenti, delineano un quadro familiare
difficile: Berti sarebbe stato un uomo
dal carattere violento, con episodi
di aggressione domestica mai denunciati.
Con
l’arresto di oggi, il giallo di Castel D’Aiano sembra dunque avviarsi verso una
possibile verità, anche se la ricostruzione completa di quanto accaduto in
quella casa isolata resta ora affidata al vaglio della magistratura.
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