martedì 30 settembre 2025

Emilia-Romagna, dal 1° ottobre tornano le misure antismog

Limitazioni al traffico fino a Euro 4, stop emergenziale fino agli Euro 5 nei comuni sopra i 30mila abitanti


Tornano in Emilia-Romagna, da domani 1° ottobre al 31 marzo, le misure stagionali per la qualità dell’aria. Nei comuni di pianura lo stop alla circolazione sarà in vigore dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30, e riguarderà:

  • veicoli diesel fino a Euro 4,
  • benzina fino a Euro 2,
  • metano-benzina e Gpl-benzina fino a Euro 2,
  • ciclomotori e motocicli fino a Euro 2.

Nei comuni con oltre 30mila abitanti, nell’agglomerato di Bologna e nei territori che hanno aderito volontariamente, le restrizioni si estenderanno in caso di misure emergenziali e durante le domeniche ecologiche, includendo anche i diesel fino a Euro 5. Sono previste deroghe per veicoli elettrici e ibridi, car pooling con almeno tre persone a bordo e categorie specifiche stabilite dai singoli comuni.

Il servizio Move-In

Le nuove regole riguarderanno anche le auto e i veicoli commerciali leggeri Euro 2 a benzina/Gpl e benzina/metano e i motocicli e ciclomotori Euro 2, che potranno aderire al sistema Move-In. Il servizio consente di circolare entro soglie chilometriche annuali (tra i 2.000 e i 3.000 km), monitorate tramite una scatola nera installata sul mezzo.

In Emilia-Romagna, ad oggi, risultano registrati 8.868 veicoli. Attivo dal 2023, Move-In è operativo anche in Lombardia, Piemonte e Veneto e permette ai cittadini di verificare in tempo reale il saldo dei chilometri percorsi.

Contro la fragilità del territorio: rivalutare i castagni e avviare una nuova bonifica integrale

 La proposta dell’Accademia Nazionale di Agricoltura al convegno di Imola: “Recuperare i castagneti e rilanciare la bonifica come azione di tutela e sviluppo delle aree montane”


Ripartire da una bonifica integrale e dalla castanicoltura per contrastare la fragilità del territorio e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici. È questa la ricetta proposta dall’Accademia Nazionale di Agricoltura, nel corso del convegno “Conservazione della biodiversità forestale e del castagno”, che si è svolto a Imola dal 23 al 25 settembre con la partecipazione di ricercatori, enti parco, consorzi di bonifica e amministratori.

L’Italia, ricordano gli esperti, è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità, frutto sia della varietà geomorfologica e climatica sia delle politiche di tutela ambientale avviate già nel secolo scorso con le storiche leggi forestali del 1923 e del 1933. Quelle norme consentirono di incrementare la superficie boschiva nazionale e di trasformare terre paludose in aree produttive. Oggi, però, la crisi climatica e l’abbandono delle zone interne stanno mettendo in discussione quegli equilibri, rendendo urgente un nuovo piano di intervento.


Due proposte chiave: bonifica e castanicoltura

Secondo l’Accademia, per prevenire frane ed esondazioni serve un approccio sistemico che parta dalla tutela delle montagne e includa la gestione forestale, il controllo delle specie piantumate, la manutenzione di argini e corsi d’acqua, il contenimento del consumo di suolo e la cura dei terreni agricoli. Parallelamente, la rivalutazione della castanicoltura rappresenta un’opportunità sia ambientale sia economica: i castagneti, spesso abbandonati, possono diventare presìdi contro il dissesto idrogeologico e, al contempo, rilanciare una produzione agroalimentare tradizionale con sbocchi anche cosmetici e farmaceutici.

Il ruolo del Centro Nazionale per la Biodiversità

Il professor Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia, ha ricordato l’esperienza del Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale a Granaglione, sull’Appennino bolognese. Nel castagneto didattico sperimentale si svolgono attività di ricerca, monitoraggio con tecnologie avanzate, produzione di miele e farina di castagno, oltre a iniziative didattiche per le scuole. “Siamo convinti – ha detto Cantelli Forti – che la cura delle aree montane e collinari sia la chiave per salvaguardare anche la pianura, sempre più esposta a eventi climatici estremi”.

Bonifica, biodiversità e cultura del territorio 

Il presidente dell’ANBI, Daniele Vincenzi, ha sottolineato come l’abbandono delle aree interne non significhi rinaturalizzazione, ma aumento delle criticità idrogeologiche e perdita di habitat costruiti con sapienza rurale. “Viviamo in un ambiente gestito – ha ricordato – e la vera sfida è ricostruire l’equilibrio tra natura e presenza umana”.

Sulla stessa linea l’intervento di Fabrizio Castellari, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, che ha richiamato le politiche regionali di forestazione e i progetti di recupero dei castagneti: “I castagni non sono solo risorse agricole, ma presìdi ambientali e paesaggistici. Per questo la Regione sostiene il loro recupero e la difesa fitosanitaria, con un approccio che unisce innovazione e tradizione”.

Il presidio dei Carabinieri Forestali

Infine il colonnello Aldo Terzi, comandante dei Carabinieri Forestali dell’Emilia-Romagna, ha ribadito l’impegno dell’Arma nella custodia del patrimonio boschivo: “La parola ‘foreste’ è da oltre due secoli nel nostro nome. Custodia e salvaguardia del territorio restano l’elemento fondativo della nostra missione”. 


Emilia-Romagna, scatta l’allerta meteo per mercoledì 1 ottobre

 Previsti temporali forti, venti intensi e mare molto mosso: possibili allagamenti ed erosioni costiere


La Regione avverte:

La Protezione civile regionale ha emesso un’allerta meteo idrogeologica e idraulica per la giornata di mercoledì 1 ottobre. Fin dalla notte sono attesi temporali forti, in particolare sul settore centro-orientale della regione, con possibili effetti e danni associati. I fenomeni tenderanno ad attenuarsi nel corso del pomeriggio.

Oltre alle piogge intense, sono previsti venti forti da nord-est (50-61 km/h), con raffiche superiori lungo la costa e sui crinali appenninici, e un aumento del moto ondoso fino a mare molto mosso al largo.

Nel settore orientale, soprattutto nei bacini collinari, si stimano livelli idrometrici superiori alla soglia 1. Possibili anche fenomeni di ruscellamento sui versanti, innalzamenti del reticolo idrografico minore e allagamenti nelle aree pianeggianti e urbane costiere. Dalla serata, pur con valori inferiori alle soglie di riferimento, non si escludono episodi di erosione del litorale e interessamenti delle spiagge.

Aggiornamenti e dati in tempo reale sono disponibili sul portale regionale: allertameteo.regione.emilia-romagna.it

Aggressione al Pilastro: colpiti operatori del 118 durante un intervento

L’Azienda USL di Bologna: “Violenza inaccettabile, ci costituiremo parte civile”

Foto d'archivio 


Notte di tensione al Pilastro, dove un intervento di soccorso si è trasformato in un episodio di violenza ai danni del personale sanitario. Intorno alla mezzanotte del 30 settembre, due volontari, una dottoressa della Rianimazione del Maggiore e un’infermiera del 118 sono stati aggrediti dai familiari di una donna colpita da un grave malore.

Nonostante l’arrivo in soli sette minuti dall’attivazione dei soccorsi e l’impegno del team sanitario, la paziente non è sopravvissuta. La notizia del decesso ha scatenato la reazione dei presenti, degenerata in insulti, minacce e aggressioni fisiche rivolte prima agli operatori, poi anche ai Carabinieri intervenuti per garantire la sicurezza della squadra. È stato lo stesso personale del 118 a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

“Colpire chi ogni giorno è al servizio della vita e della salute delle persone è un atto intollerabile” ha dichiarato la direttrice generale dell’Azienda USL, Anna Maria Petrini, che ha espresso direttamente agli operatori coinvolti solidarietà e vicinanza, ringraziandoli per la professionalità e il sangue freddo dimostrati in un momento così difficile.

L’Azienda ha annunciato che si costituirà parte civile nei procedimenti giudiziari che seguiranno, ribadendo come la sicurezza degli operatori sia una priorità non negoziabile.

“È fondamentale – sottolinea l’USL – garantire rispetto e tutela a chi, ogni giorno, anche in contesti complessi e ad alta emotività, svolge con competenza e dedizione un lavoro insostituibile per la collettività.”

(Richiesto dagli operatori sanitari )

“Luci sulla Palestina”: il 2 ottobre flash mob in tutta Italia per ricordare i sanitari uccisi a Gaza


 AUSL informa: 


Un appello che parte dal mondo della sanità e che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragedia umanitaria in corso a Gaza. La rete “Sanitari per Gaza” ha lanciato l’iniziativa nazionale “Luci sulla Palestina. 100 ospedali per Gaza”, che si svolgerà mercoledì 2 ottobre alle ore 21.00 davanti a numerosi ospedali italiani.

Il flash mob prevede un gesto semplice ma fortemente simbolico: medici, infermieri, operatori sanitari e cittadini solidali si riuniranno accendendo torce, lampade e lumini per illuminare idealmente la notte di Gaza. Un modo per ricordare le vittime del conflitto e per ribadire la richiesta di protezione del personale sanitario e delle strutture ospedaliere nelle zone di guerra.

Durante l’iniziativa saranno letti i nomi dei 1.677 operatori sanitari uccisi a Gaza e verranno ricordati gli oltre 60mila palestinesi morti negli ultimi due anni in seguito alle operazioni militari israeliane.

L’appello della rete “Sanitari per Gaza” sottolinea come il sistema sanitario palestinese sia allo stremo: ospedali bombardati, mancanza di farmaci, elettricità e attrezzature salvavita. Da qui la scelta di coinvolgere simbolicamente gli ospedali italiani, luoghi che rappresentano cura e protezione, per accendere un segnale di solidarietà internazionale.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio movimento di mobilitazione civile e professionale che, in Italia e all’estero, chiede con urgenza un cessate il fuoco e il rispetto del diritto internazionale umanitario.

Canile di Sasso Marconi, un fiume di solidarietà e un deserto di risposte

Il consigliere regionale di Rete Civica Marco Mastacchi  incalza la Regione: “Non si può umiliare la generosità dei cittadini”

Un rifugio distrutto dall’alluvione, una comunità che ha risposto con una raccolta fondi senza precedenti e uno stallo istituzionale che frena ogni soluzione. È la fotografia della vicenda del canile di Sasso Marconi, gestito dall’associazione Il Vagabondo, ancora in attesa di rinascere dopo i danni subiti nel maggio 2023.


Di fronte a questa impasse, il consigliere regionale Marco Mastacchi di Rete Civica ( nella foto) ha presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta dell’Emilia-Romagna, chiedendo che la Regione si assuma la responsabilità di coordinare Comune e altri enti per arrivare finalmente a una soluzione concreta.

Durante l’alluvione, la piena ha travolto il canile, rendendolo inagibile e causando anche la morte di uno degli animali ospitati. A essere distrutto, però, non è stato solo un rifugio: anni di volontariato e fiducia avevano trasformato quella struttura in un punto di riferimento sociale, educativo e relazionale.

La comunità ha reagito con straordinaria generosità. In poche settimane sono stati raccolti circa 310 mila euro, grazie a cittadini, imprese e anche figure del mondo dello spettacolo e della cultura.

Nonostante le risorse già disponibili, a oggi non è stato individuato un terreno idoneo per la ricostruzione. Le ipotesi esplorate sono state scartate come troppo costose o inadeguate. Il Comune di Sasso Marconi, che si era impegnato a trovare un’area, finora ha fornito soltanto “rassicurazioni verbali”.

Intanto i cani sopravvissuti sono ospitati in tre strutture private, con costi elevati a carico dell’associazione e del Comune: una soluzione provvisoria che rischia di erodere progressivamente le donazioni raccolte.

L’assessore alla Sanità, Raffaele Donini (delegato dal presidente Stefano Bonaccini, ndr), ha riferito che la vicenda è seguita con attenzione sia dalla Regione sia dal Comune. Quest’ultimo, nel nuovo Piano Urbanistico Generale, prevede di destinare un’area alla ricostruzione del canile. Solo dopo l’approvazione del piano si potranno avviare le procedure urbanistiche e normative necessarie.

Pur apprezzando l’impegno, Mastacchi ha messo in guardia sui tempi: “Ogni mese che passa intacca le risorse donate, che invece dovrebbero servire a ricostruire il rifugio e non a coprire i costi di sistemazioni provvisorie”. Il consigliere ha quindi chiesto alla Regione di prevedere, se necessario, un’integrazione dei fondi.

“La zona delle Ganzole è stata devastata: non ha sofferto solo il canile, ma anche diverse attività economiche. Serve un intervento complessivo, coordinato con il Commissario. La Regione deve farsi carico non solo delle procedure, ma anche di garantire, se occorre, ulteriori risorse”, ha concluso Mastacchi.

Sasso Marconi, affidato a Herambiente il servizio di rimozione rifiuti per il Parco Cava Ovest

 



Prosegue il percorso di realizzazione del Parco Cava Ovest, uno degli interventi cardine del progetto “La Città e il Fiume”, promosso dal Comune di Sasso Marconi e finanziato con fondi regionali e comunali per un totale di 1,71 milioni di euro.

Per consentire l’avvio dei lavori, l’amministrazione comunale ha disposto l’affidamento diretto del servizio di rimozione e smaltimento dei rifiuti presenti nell’area di via Ponte Albano, a ridosso del fiume Reno. L’incarico è stato assegnato a Herambiente Servizi Industriali Srl, società del gruppo Hera con sede a Bologna.

Il servizio comprende il trasporto dei materiali nei centri di raccolta autorizzati, la gestione dei formulari e tutti gli adempimenti previsti dalla normativa. I rifiuti derivano in particolare dalla rimozione di recinzioni e baraccamenti realizzati negli anni dagli utilizzatori dei lotti situati nella zona demaniale fluviale.

L’intervento, del valore complessivo di 72.849,25 euro Iva inclusa, è stato affidato tramite la piattaforma telematica regionale SATER, gestita da Intercent-ER, e finanziato con risorse del bilancio comunale dedicate al progetto “La Città e il Fiume” (CUP B91G23000080006, CIG B841471A6F).

Il ricorso alla procedura semplificata è stato motivato dalla necessità di eseguire i lavori in tempi rapidi, così da consentire l’avvio delle opere di riqualificazione ambientale e paesaggistica previste dal progetto.

(Inviato da Dubbio) 

Sasso Marconi, al via il corso di danze popolari: “Il movimento è salute”

 

Riceviamo: 

La tradizione incontra il benessere con il nuovo corso di danze popolari organizzato dal CSI Sasso Marconi, con il patrocinio del Comune e dell’Assessorato ai Servizi Sociali. L’iniziativa, dal titolo significativo “Il movimento è salute!”, prenderà il via giovedì 2 ottobre 2025 e accompagnerà i partecipanti per dodici incontri settimanali.

Le lezioni si svolgeranno ogni giovedì, dalle 17.30 alle 19.30, presso la palestra del Centro Diurno comunale. Un appuntamento che vuole unire l’attività fisica alla riscoperta delle danze popolari, patrimonio culturale capace di coinvolgere persone di tutte le età.

Il progetto punta a valorizzare il movimento come strumento di socialità, prevenzione e salute, in linea con le finalità promosse dall’amministrazione comunale: non solo ginnastica o sport, ma una pratica che crea comunità, rafforza i legami sociali e porta allegria. “La danza popolare – spiegano gli organizzatori – è una forma di attività accessibile a tutti, che permette di esercitarsi in gruppo, divertirsi e allo stesso tempo mantenersi attivi”.

La scelta del Centro Diurno come sede conferma inoltre la volontà di offrire occasioni di incontro intergenerazionale, con uno spazio facilmente accessibile nel cuore di Sasso Marconi. Il corso si inserisce così in una programmazione più ampia di attività sociali e culturali pensate per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare Daniela al numero 335 5328005.

Sasso Marconi, il 16 ottobre al Teatro Comunale lo spettacolo benefico “Cosa ti frulla in testa?”

Solidarietà e risate per sostenere i cani ospitati da Il Vagabondo



Il prossimo mercoledì 16 ottobre, il palcoscenico del Teatro Comunale di Sasso Marconi (Piazza Martiri della Liberazione n. 5) ospiterà lo spettacolo “Cosa ti frulla in testa?”, a cura dell’Associazione Percorso Vitale.

L’iniziativa nasce con un obiettivo solidale: l’intero ricavato della serata – a fronte di un’offerta minima di 10 euro – sarà destinato a sostenere l’attività dell’Associazione Il Vagabondo, che da mesi si prende cura dei cani ex ospiti del canile comunale gravemente danneggiato dall’alluvione. Gli animali, attualmente ospitati in pensioni private, necessitano infatti di cure e mantenimento, spese che l’associazione affronta con grande impegno e non senza difficoltà.

“Ringraziamo l’Associazione Percorso Vitale per il prezioso contributo – sottolineano i volontari de Il Vagabondo – e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento. Ora ci auguriamo una grande partecipazione del pubblico: ogni presenza sarà un aiuto concreto per i nostri amici a quattro zampe”.

Scritto da Paolo Minarelli e diretto da Simona Selvini, “Cosa ti frulla in testa?” è una commedia brillante ambientata in un ufficio. Sul palco si alternano personaggi diversi, ciascuno con i propri pensieri, le proprie ossessioni e i piccoli tic quotidiani che spesso – tra ironia e paradosso – finiscono per assomigliare a quelli di ciascuno di noi.

Attraverso una galleria di archetipi, il pubblico sarà accompagnato in un viaggio divertente e riflessivo insieme: un’occasione per ridere di noi stessi, riconoscendoci nelle contraddizioni della vita lavorativa, ma anche per porsi qualche domanda di fondo. Chi siamo, davvero, nel nostro ambiente di lavoro? Ciò che facciamo corrisponde a ciò che pensiamo? E quanto la mente ci sostiene – o ci contraddice – nelle nostre scelte quotidiane?

Con ritmo incalzante e situazioni esilaranti, lo spettacolo offre una panoramica leggera ma pungente sul mondo del lavoro e sul suo impatto nelle nostre vite, ricordandoci che ridere, a volte, è il modo migliore per riflettere.

A Montovolo il corso per riscoprire l’arte antica della scultura su pietra arenaria

Cinque sabati dedicati alla tradizione scalpellina dell’Appennino


La montagna di Montovolo e il suo territorio tornano protagonisti di un’iniziativa che unisce memoria storica, arte e manualità: l’Associazione Fulvio Ciancabilla inaugura infatti la nona edizione del Corso Base di introduzione alla scultura su pietra arenaria, un appuntamento ormai consolidato che intende valorizzare e tramandare la secolare tradizione scalpellina dell’Appennino bolognese.

Il corso, che prenderà il via sabato 11 ottobre 2025, sarà articolato in cinque incontri a cadenza quindicinale, tutti di sabato, per un totale di 29 ore di attività pratica. A questi si aggiungerà una giornata dedicata alle visite didattiche, con l’obiettivo di far conoscere da vicino le cave, i manufatti storici e i segni lasciati sul territorio dal lavoro degli scalpellini.

Al centro del percorso formativo ci saranno le tecniche di base del bassorilievo geometrico e figurativo, affrontate con un approccio pratico e diretto, guidati da maestri d’eccezione. A condurre le lezioni saranno infatti gli scultori e scalpellini Giancarlo Degli Esposti, Alfredo Marchi, Riccardo Vaccaro e Sabato Crescenzo, affiancati dal geologo Stefano Vannini e dalla storica dell’arte Francesca Chelini, che offriranno preziosi approfondimenti sulle caratteristiche della pietra arenaria e sul contesto storico-artistico della scultura in Appennino.

Le attività si svolgeranno a Riola di Vergato, nei locali della ex scuola elementare di via Bontà n. 4, facilmente raggiungibile anche a piedi dalla stazione ferroviaria.

Il corso è a numero chiuso e prevede un massimo di 12 partecipanti, per garantire un rapporto diretto con i docenti e un apprendimento personalizzato. È aperto a tutti, a partire dai 12 anni di età, e non richiede particolari competenze pregresse né condizioni fisiche specifiche: è adatto anche a chi abbia lievi difficoltà motorie o necessiti di ausili per la deambulazione.

Una tradizione secolare da riscoprire

L’iniziativa rappresenta molto più di un corso tecnico: è un viaggio dentro la cultura materiale e identitaria delle comunità appenniniche. La lavorazione della pietra arenaria, diffusa per secoli nei borghi e nei santuari del territorio, ha lasciato tracce nei portali, nelle fontane, nelle edicole votive e nelle architetture rurali. Non a caso Montovolo, con il suo santuario e le cave storiche, è uno dei luoghi simbolo di questa tradizione.

«Il nostro obiettivo – spiegano dall’Associazione Ciancabilla – è tenere viva una conoscenza antica che rischierebbe di andare perduta, e al tempo stesso offrire un’esperienza concreta di avvicinamento all’arte, aperta a chiunque abbia curiosità e voglia di sperimentare con le proprie mani».

Con il corso di scultura su pietra arenaria, dunque, non si trasmettono solo tecniche artigianali, ma anche un patrimonio di memoria e identità, intrecciando dimensione artistica, storica e paesaggistica. 

Per informazioni: 

presidente@associazionefulviociancabilla.org

lunedì 29 settembre 2025

Lavori sulla Porrettana: limitazioni al traffico, garantito il passaggio delle ambulanze

 



AUSL informa:


Dal 29 settembre al 24 dicembre 2025 la Strada Statale 64 “Porrettana” sarà interessata da un importante intervento di ristrutturazione nel tratto compreso tra il chilometro 70 e il chilometro 76. Una seconda fase dei lavori è già stata calendarizzata dal 2 marzo ai primi di maggio 2026.

Per consentire le operazioni di cantiere, lungo la carreggiata verrà istituito il senso unico alternato, regolato da movieri nelle fasce di maggior traffico. Inevitabili, quindi, rallentamenti e disagi per automobilisti e residenti, in particolare nelle ore di punta.

A rassicurare la popolazione arriva però la conferma di ANAS e 118: i mezzi di soccorso non subiranno ritardi. In caso di emergenza sanitaria, infatti, la Centrale Operativa 118 contatterà direttamente la sala operativa territoriale ANAS, attiva 24 ore su 24, che provvederà a coordinarsi con il cantiere per autorizzare l’immediato passaggio preferenziale di ambulanze e automediche.

L’obiettivo è quello di garantire, anche durante i lavori, tempi di percorrenza in linea con quelli ordinari, evitando che le limitazioni alla viabilità possano ostacolare la rapidità degli interventi di emergenza.

I lavori rientrano in un più ampio programma di manutenzione straordinaria della Porrettana, arteria fondamentale di collegamento tra Bologna, l’Appennino e la Toscana.

Marzabotto ricorda le vittime: l’81° anniversario degli eccidi di Monte Sole

 


 

Si terrà domenica 5 ottobre a Marzabotto la cerimonia ufficiale dell’81° anniversario degli eccidi di Monte Sole, uno dei momenti più solenni e partecipati della memoria civile italiana.

Alla commemorazione saranno presenti la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, il presidente del Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto Valter Cardi, la parlamentare europea Annalisa Corrado, membro dell’equipaggio della Sumud Global Flotilla, e il giornalista e scrittore Gad Lerner, da sempre impegnato sul fronte della memoria e dell’antifascismo.

La giornata si aprirà alle 9:30 con la Santa Messa in suffragio dei Caduti, celebrata dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Seguiranno i momenti istituzionali con gli interventi delle autorità e la deposizione delle corone, in ricordo delle centinaia di vittime innocenti della strage compiuta dalle truppe nazifasciste nell’autunno del 1944.

Come da tradizione, al termine della cerimonia ufficiale la comunità si ritroverà per il pranzo conviviale presso la Casa del Popolo di Marzabotto, in via Risorgimento 6: un appuntamento che da decenni rappresenta non solo un momento di ristoro, ma anche un gesto di accoglienza e di condivisione tra cittadini, sopravvissuti, familiari delle vittime e partecipanti provenienti da tutta Italia e dall’estero.

 

Il programma delle celebrazioni a Marzabotto prevede inoltre: 

Sabato 4 ottobre
Ore 10,00 e ore 15,00 - Scuola di Pace di Monte Sole
Visita esperienziale all’area del memoriale a cura della Scuola di Pace - Partecipazione libera e gratuita
(in caso di maltempo: Aula Magna Scuola di Pace, proiezione del documentario “Quello che abbiamo visto” e condivisione dell’esperienza).

Ore 18,00 - Aula Magna della Scuola di Pace di Monte Sole
Proiezione documentario “I bambini del ‘44 - Memorie di un eccidio” di Riccardo De Angelis e Romeo Marconi

Ore 20,30 - Marzabotto, Piazza Martiri Fosse Ardeatine
“Marzabotto”, Spettacolo di Carlo Lucarelli e Matteo Belli, diretto e interpretato da Matteo Belli, musiche di Paolo Vivaldi, una produzione Associazione Ca’ Rossa, Festival Narrativo del Paesaggio

Ore 21,00 - Marzabotto, Casa della Cultura e della Memoria, Sala Polivalente “Ferruccio Laffi”. Via A. Moro 2
“Mai più! - Perché ancora? - Domanda senza risposta” - Spettacolo con attività teatrali, musicale e incontro con le autorità di Marzabotto e la cittadinanza

 

Tolè celebra il riconoscimento De.Co. per la storica Patata

 



di Roberto Giusti


Tolè (Vergato) – La 62ª Sagra della Patata di Tolè si è aperta sabato 27 settembre con un convegno dedicato al riconoscimento della Denominazione Comunale di Origine (De.Co.) al prodotto simbolo del paese. L’incontro, dal titolo “La Patata di Tolè è De.Co.”, si è svolto al Teatro Parrocchiale e ha visto la partecipazione di amministratori locali, esperti del settore agroalimentare, rappresentanti del mondo agricolo e un pubblico numeroso.

Al centro del dibattito la valorizzazione di un alimento che, oltre a essere ingrediente della cucina tradizionale, rappresenta l’identità stessa della comunità. La qualità della Patata di Tolè – è stato sottolineato – deriva dalle peculiarità del territorio: i terreni dell’Appennino, l’altitudine e il clima contribuiscono a conferire al tubero sapore, consistenza e qualità organolettiche uniche, apprezzate sia nelle case che nella ristorazione di livello.

Tra gli interventi, quelli del sindaco di Vergato, Giuseppe Argentieri, della collega di Castel d’Aiano, Rossella Chiari, del consigliere comunale Mauro Cinti, e di rappresentanti di enti e associazioni: Duccio Caccioni (CAAB), Daniele Ruscigno (GAL Appennino), Franco Cima (Città Metropolitana di Bologna) e Giorgio Vitali (CIA). Tutti hanno ribadito la necessità di “fare rete” tra istituzioni, produttori e cittadini, per trasformare la tradizione agricola in opportunità di sviluppo economico e turistico.

Il confronto si è allargato anche ai temi dell’agricoltura di montagna, alle difficoltà del settore e al ruolo dei coltivatori nel mantenere viva una conoscenza antica, adattata alle sfide contemporanee. La Patata di Tolè è stata definita simbolo di resilienza e qualità, ambasciatrice di un’agricoltura che resiste e si rinnova.

La mattinata si è chiusa con la presentazione dell’opera dello scultore Paolo Gualandi, “La raccolta delle patate”, inaugurata il giorno successivo in piazza Don Celso Lolli: una scultura che celebra il legame tra lavoro dei campi, memoria e arte.

Determinante, come sempre, il contributo della Pro Loco Tolè APS, che ha curato l’organizzazione della Sagra e accolto i partecipanti con le proprie specialità culinarie. L’Amministrazione comunale, attraverso i propri canali ufficiali, ha espresso “un sentito ringraziamento ai relatori, ai cittadini intervenuti, all’artista Gualandi e in particolare ai volontari della Pro Loco per la preziosa collaborazione e la promozione del territorio”.

Con questo convegno, Tolè ha dato il via a un fine settimana di festa e convivialità, confermando la Patata locale non solo come prodotto agricolo, ma come cuore di una tradizione che continua a crescere e a richiamare visitatori da tutta Italia.



Vergato, via libera all’ampliamento della Casa della Comunità

 


 L’Unione del Comuni dell’Appennino informa:


Il Comune di Vergato ha autorizzato l’Azienda USL di Bologna ad ampliare e riorganizzare i servizi della Casa della Comunità di via dell’Ospedale 1, rafforzando così l’offerta sanitaria del territorio.

La decisione arriva dopo la richiesta formale presentata dall’Azienda USL di Bologna lo scorso 25 luglio, nella persona del Direttore generale Anna Maria Petrini, e trasmessa allo Sportello Unico per le Attività Produttive il 1° agosto.

Il progetto, approvato con il parere favorevole della Commissione Aziendale a seguito dei sopralluoghi del 19 agosto e dell’8 settembre, prevede:

  • Un Centro di Assistenza e Urgenza (CAU) con tre ambulatori al piano interrato;
  • Un Ambulatorio odontoiatrico al piano terra;
  • Un Servizio farmaceutico al primo piano;
  • Dodici nuovi ambulatori al terzo piano, tra cui cinque dedicati al Consultorio (ginecologia, ostetricia, psicologia) e sette per diverse specialità mediche, come pediatria, medicina preventiva e infermieristica.

Contestualmente, è stata disposta la cessazione di alcuni ambulatori già presenti ai piani terra e primo (locali L007, L008, L014 e L023), sostituiti dalle nuove funzioni.

La direzione sanitaria della struttura sarà affidata a personale qualificato, come previsto dalla normativa regionale (L.R. 22/2019). Inoltre, l’Azienda USL è tenuta a comunicare eventuali variazioni future relative all’organizzazione, alla proprietà o alle prestazioni erogate.

Con questo intervento, la Casa della Comunità di Vergato si arricchisce di nuovi servizi sanitari e specialistici, rafforzando il ruolo di presidio di prossimità a supporto dei cittadini dell’Appennino bolognese.

Casalecchio, al via dal 1° ottobre le misure antismog previste dal PAIR 2030

 



Dal 1° ottobre 2025 al 31 marzo 2026 entreranno in vigore a Casalecchio di Reno le misure per il miglioramento della qualità dell’aria previste dal Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030), approvato dalla Regione Emilia-Romagna a inizio 2024.

Le azioni, che derivano dagli obblighi fissati dalla direttiva europea 2008/50/CE e recepiti dal D.Lgs. 155/2010, mirano a ridurre i livelli di inquinanti atmosferici come PM10, PM2.5, ossidi di azoto (NOx) e ozono (O3), considerati i parametri più critici per la salute pubblica.

Le principali misure

·         Limitazioni al traffico: stop alla circolazione nel centro abitato dalle 8.30 alle 18.30, dal lunedì al venerdì.

·         Domeniche ecologiche: dal 1° ottobre al 31 marzo, tutte le domeniche saranno “ecologiche” con blocco anche degli autoveicoli diesel Euro 5.

·         Festività escluse: le limitazioni non saranno applicate nei giorni 1/11, 11/11, 8/12, 25/12, 26/12, 1/1 e 6/1.

·         Riscaldamento: dal 1° ottobre al 31 marzo sarà vietato l’uso di impianti a biomassa legnosa di bassa efficienza. Temperature massime consentite: 19°C in case, uffici e attività commerciali; 17°C per attività industriali e artigianali.

·         Combustioni all’aperto: stop a falò, fuochi d’artificio e abbruciamento di residui vegetali nel periodo invernale.

·         Pellet certificato: obbligo, tutto l’anno, di utilizzo di pellet certificato classe A1 UNI EN ISO 17225-2.

·         Porte dei negozi: esercizi e edifici aperti al pubblico dovranno mantenere le porte chiuse per evitare dispersioni termiche.

Sono previste deroghe per veicoli elettrici e ibridi, motocicli elettrici, auto in car pooling (minimo tre persone a bordo se omologate a 4 o più posti) e per alcune categorie di veicoli speciali. Restano confermate le strade comunali già individuate per l’accesso ai parcheggi scambiatori e alle strutture sanitarie.

Con la conversione in legge del Decreto 73/2025, l’adesione al servizio Move-In (che monitora tramite dispositivo telematico i chilometri percorsi dai veicoli soggetti a limitazioni) e il blocco strutturale dei diesel Euro 5 sono stati rinviati al 1° ottobre 2026. Nel frattempo, tali veicoli saranno soggetti a limitazioni solo in caso di misure emergenziali e durante le domeniche ecologiche.

Il Comando di Polizia Locale dell’Unione Reno Lavino sarà incaricato dei controlli, in coordinamento con Arpae, per garantire l’applicazione delle misure.

La delibera comunale è stata approvata all’unanimità dal Consiglio, con l’obiettivo dichiarato di tutelare la salute dei cittadini e contribuire al risanamento della qualità dell’aria, in linea con gli impegni presi a livello regionale e nazionale.

domenica 28 settembre 2025

Viabilità, i sindaci della valle del Reno fanno squadra: ecco le priorità

Con un ordine del giorno chiedono alla Regione e al Governo un’accelerazione sui progetti: “La Porrettana va messa in sicurezza subito”



Un plauso ai sindaci della valle del Reno, che hanno saputo affrontare con unità e senso di responsabilità una questione delicata e non più rinviabile: la viabilità di vallata. L’esigenza era quella di individuare una sintesi condivisa, evitando distinguo che avrebbero potuto rallentare, se non addirittura bloccare, il percorso.

I primi cittadini hanno così definito quella che viene indicata come “la cura necessaria” per garantire soluzioni strutturali alla mobilità del territorio, sia per il traffico ordinario sia per quello pesante. Tre gli interventi considerati prioritari: l’interramento della ferrovia a Casalecchio di Reno, ancora non finanziato, la realizzazione dell’alternativa viaria alla Rupe di Sasso Marconi e il riconoscimento, con piena dignità, della Variante Reno-Setta. Su queste basi è stato elaborato un ordine del giorno, ora in discussione nei consigli comunali, che formalizza e sostiene la linea comune dei sindaci.

Qualche osservazione resta aperta. Non vengono infatti affrontati due nodi ritenuti rilevanti: la questione delle Ganzole, a Sasso Marconi, e il raddoppio del binario ferroviario fino a Sasso. Nel documento si precisa soltanto che l’interramento a doppio binario a Casalecchio è propedeutico al prolungamento della linea, ma nulla di concreto per Sasso Marconi. E il timore è che, una volta conclusi gli attuali cantieri, non se ne parli più per anni.

Resta comunque l’apprezzamento per l’impegno dei sindaci, che ora dovrà tradursi in un’azione costante nei confronti degli organismi amministrativi superiori.

A sottolineare l’urgenza è stata in particolare la sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi ( nella foto), che ha presentato ai consiglieri il documento condiviso. Nel suo intervento ha rimarcato come il bypass alla statale che costeggia la Rupe di Sasso Marconi non sia più rinviabile: quell’arteria rappresenta infatti un punto critico e un potenziale pericolo capace di isolare l’intera vallata del Reno.

Ecco la sintesi dell’Ordine del Giorno:

La Regione Emilia-Romagna, già con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (2019), aveva individuato il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) come cardine della strategia per il trasporto pubblico. L’avvio del passante ferroviario SFM1, a settembre 2024, ha registrato un incremento del 10% dei passeggeri sulla tratta Pianoro–Bologna–Porretta, confermando l’efficacia del potenziamento del trasporto su ferro.

Tuttavia, i nodi critici restano molti. In primo piano la Strada Statale 64 Porrettana, da anni in attesa di ammodernamenti per migliorarne la sicurezza e risolvere il punto più delicato: il nodo della Rupe di Sasso Marconi. Un progetto di fattibilità tecnico-economica elaborato da Anas, cofinanziato dalla Regione, prevede soluzioni mirate, ma i tempi non sono ancora definiti.

Accanto a questo, le amministrazioni locali rilanciano la richiesta della bretella Reno–Setta, che collegherebbe le due vallate garantendo un accesso più rapido all’autostrada e alleggerendo il traffico sulla Porrettana. L’opera è inserita nel Contratto di programma ANAS-MIT 2021–2025, con un costo stimato di circa 550 milioni di euro, ma le complessità ambientali e paesaggistiche del territorio hanno rallentato l’iter.

Altro punto cruciale è il Nodo ferro-stradale di Casalecchio di Reno, considerato fondamentale per lo sviluppo dell’intera area. Qui si attende il raddoppio dei binari tra Casalecchio e Sasso Marconi, intervento che renderebbe la linea Porrettana un’alternativa realmente competitiva al traffico su gomma.

Intanto i sindaci del territorio chiedono interventi urgenti e immediati:

·         la messa in sicurezza della Porrettana, spesso interrotta da frane e smottamenti,

·         il cosiddetto “Bypass della Rupe” per migliorare l’attraversamento del Reno,

·         certezze sui tempi e sui finanziamenti del Nodo di Casalecchio.

“La Valle del Reno non può più aspettare – sottolineano le amministrazioni locali –. Servono interventi rapidi per garantire sicurezza, sviluppo economico e un futuro sostenibile alle comunità dell’Appennino bolognese”. 

Ponte Reno, concessione temporanea per i lavori di manutenzione straordinaria





La Regione Emilia-Romagna ha concesso ad Autostrade per l’Italia S.p.A. l’occupazione temporanea di aree demaniali lungo il fiume Reno, nel Comune di Sasso Marconi , per consentire la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria sul Ponte Reno, nell’ambito dei lavori di ripristino delle strutture del viadotto sull’Autostrada A1 (Raccordo R43, km 0+600).

La concessione, valida da subito e fino al 31 marzo 2026, prevede l’utilizzo di circa 2.022 metri quadrati per l’allestimento del cantiere, con ponteggi sospesi e fissi e relative opere accessorie. Le aree interessate ricadono nel foglio catastale n. 64 del Comune di Sasso Marconi.

Il provvedimento è accompagnato dall’autorizzazione idraulica rilasciata dal Settore Sicurezza Territoriale e Protezione Civile – Distretto Reno, che ha espresso parere favorevole con prescrizioni tecniche vincolanti.