Con un ordine del giorno chiedono
alla Regione e al Governo un’accelerazione sui progetti: “La Porrettana va
messa in sicurezza subito”
Un
plauso ai sindaci della valle del Reno, che hanno saputo affrontare con unità e
senso di responsabilità una questione delicata e non più rinviabile: la
viabilità di vallata. L’esigenza era quella di individuare una sintesi
condivisa, evitando distinguo che avrebbero potuto rallentare, se non
addirittura bloccare, il percorso.
I primi cittadini hanno così definito
quella che viene indicata come “la cura necessaria” per garantire soluzioni
strutturali alla mobilità del territorio, sia per il traffico ordinario sia per
quello pesante. Tre gli interventi considerati prioritari: l’interramento della
ferrovia a Casalecchio di Reno, ancora non finanziato, la realizzazione
dell’alternativa viaria alla Rupe di Sasso Marconi e il riconoscimento, con
piena dignità, della Variante Reno-Setta. Su queste basi è stato elaborato un
ordine del giorno, ora in discussione nei consigli comunali, che formalizza e
sostiene la linea comune dei sindaci.
Qualche osservazione resta aperta.
Non vengono infatti affrontati due nodi ritenuti rilevanti: la questione delle
Ganzole, a Sasso Marconi, e il raddoppio del binario ferroviario fino a Sasso.
Nel documento si precisa soltanto che l’interramento a doppio binario a
Casalecchio è propedeutico al prolungamento della linea, ma nulla di concreto per Sasso Marconi. E il
timore è che, una volta conclusi gli attuali cantieri, non se ne parli più per
anni.
Resta comunque l’apprezzamento per
l’impegno dei sindaci, che ora dovrà tradursi in un’azione costante nei
confronti degli organismi amministrativi superiori.
A
sottolineare l’urgenza è stata in particolare la sindaca di Marzabotto,
Valentina Cuppi ( nella foto), che ha presentato ai consiglieri il documento condiviso. Nel
suo intervento ha rimarcato come il bypass alla statale che costeggia la Rupe
di Sasso Marconi non sia più rinviabile: quell’arteria rappresenta infatti un
punto critico e un potenziale pericolo capace di isolare l’intera vallata del
Reno.
Ecco
la sintesi dell’Ordine del Giorno:
La Regione
Emilia-Romagna, già con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (2019),
aveva individuato il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) come cardine
della strategia per il trasporto pubblico. L’avvio del passante ferroviario
SFM1, a settembre 2024, ha registrato un incremento del 10% dei passeggeri
sulla tratta Pianoro–Bologna–Porretta, confermando l’efficacia del
potenziamento del trasporto su ferro.
Tuttavia, i nodi critici restano
molti. In primo piano la Strada Statale 64 Porrettana, da anni
in attesa di ammodernamenti per migliorarne la sicurezza e risolvere il punto
più delicato: il nodo della Rupe di Sasso Marconi. Un progetto di fattibilità
tecnico-economica elaborato da Anas, cofinanziato dalla Regione, prevede
soluzioni mirate, ma i tempi non sono ancora definiti.
Accanto a questo, le amministrazioni
locali rilanciano la richiesta della bretella Reno–Setta, che
collegherebbe le due vallate garantendo un accesso più rapido all’autostrada e
alleggerendo il traffico sulla Porrettana. L’opera è inserita nel Contratto di
programma ANAS-MIT 2021–2025, con un costo stimato di circa 550 milioni di
euro, ma le complessità ambientali e paesaggistiche del territorio hanno
rallentato l’iter.
Altro punto cruciale è il Nodo
ferro-stradale di Casalecchio di Reno, considerato fondamentale per lo
sviluppo dell’intera area. Qui si attende il raddoppio dei binari tra
Casalecchio e Sasso Marconi, intervento che renderebbe la linea Porrettana
un’alternativa realmente competitiva al traffico su gomma.
Intanto i sindaci del territorio
chiedono interventi urgenti e immediati:
·
la messa in sicurezza della
Porrettana, spesso interrotta da frane e smottamenti,
·
il cosiddetto “Bypass della Rupe” per
migliorare l’attraversamento del Reno,
·
certezze sui tempi e sui
finanziamenti del Nodo di Casalecchio.
“La Valle del Reno non può più
aspettare – sottolineano le amministrazioni locali –. Servono interventi rapidi
per garantire sicurezza, sviluppo economico e un futuro sostenibile alle
comunità dell’Appennino bolognese”.