· Forti disparità territoriali nei costi di gestione dei rifiuti e criticità nella riscossione della Tari
· Differenze territoriali del tributo causate da carenze impiantistiche e dimensione comunale
· L’adempimento spontaneo cresce all’aumentare di qualità del servizio, ricchezza dei contribuenti e investimenti che migliorano la gestione amministrativa del tributo
· Necessario intervenire sulle dotazioni impiantistiche per garantire l’equità del tributo, aumentare la copertura dei costi del servizio e incentivare la riduzione dei rifiuti prodotti.
Un nuovo Focus dell’ufficio parlamentare di bilancio (UPB),
pubblicato il 19 scorso, analizza la riscossione della
Tassa sui rifiuti (Tari) – il tributo che deve assicurare la copertura
integrale del costo del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti – evidenziandone
le criticità e le conseguenze sui bilanci dei Comuni. Lo studio è basato
sui dati della riscossione del periodo 2016-2023. La capacità delle
Amministrazioni locali di assicurare un’efficace riscossione, sia attraverso
versamento spontaneo dei contribuenti sia con la riscossione coattiva, appare
di cruciale importanza ai fini della pianificazione degli impieghi di spesa per
l’erogazione di servizi e per la solidità dei loro bilanci ed essenziale per il
rafforzamento della loro autonomia finanziaria.
L’analisi rileva in primo luogo che i costi
del servizio di gestione dei rifiuti, e quindi la Tari, risultano più elevati
nei Comuni del Sud e del Centro, con marcate differenze anche all’interno
delle macro-aree. Influiscono i maggiori costi variabili legati alle
carenze impiantistiche per il trattamento e lo smaltimento e la dimensione
comunale, che incide sia sui costi fissi che su quelli variabili.
Parallelamente, la capacità di riscossione dei
Comuni è limitata (nonostante i miglioramenti post pandemia), con
una tendenza a diminuire all’aumentare della popolazione residente.
Gli incassi complessivi nel triennio 2021-23 si attestano mediamente all’85 per cento degli
importi accertati, con una marcata differenza tra Nord (94 per cento), Centro
(86 per cento) e Sud (77 per cento). La riscossione in conto residui (crediti
Tari maturati negli esercizi precedenti) appare anche inferiore a
quella in conto competenza o da adempimento spontaneo (crediti
maturati nell’anno). Nel 2023 la metà degli Enti locali considerati ha riscosso
in conto competenza meno del 71,4 per cento della Tari accertata, a fronte di
meno del 24,3 per cento dello stock dei residui attivi.
I versamenti spontanei e la capacità di recupero dei
crediti tributari della Tari tendono a diminuire all’aumentare del livello del
tributo, sia nei confronti intercomunali sia a livello dei
singoli Enti, e della popolazione comunale, pur in presenza di
un’elevata variabilità tra gli Enti di dimensione simile. A parità di
popolazione, la riscossione in conto competenza è più bassa nei Comuni più
urbanizzati.
Va, tuttavia, notato che l’adempimento
spontaneo aumenta con la qualità del servizio, la ricchezza dei
contribuenti e la realizzazione di investimenti per migliorare la
gestione amministrativa del tributo.
La riscossione in conto residui, differentemente da quanto accade per quella in conto competenza, aumenta
con la capacità di recupero dei crediti delle entrate da servizi,
plausibilmente perché le attività di riscossione coattiva sono di solito
gestite in sinergia per tutte le tipologie di entrata. Inoltre, è tanto
maggiore quanto più è elevato il costo fisso del servizio dovuto alla
remunerazione del capitale che, oltre alle quote di ammortamento del capitale
investito, può comprendere anche l’eventuale parte relativa alla tassa non
riscossa.
Dai risultati dell’analisi dell’UPB scaturiscono
alcune considerazioni:
• Il superamento dei divari territoriali nella
dotazione impiantistica delle Regioni nel Centro e nel Sud, che è tra gli degli obiettivi del PNRR, è cruciale per
far sì che la Tari diventi uno strumento efficace per ridurre le quantità dei
rifiuti prodotti, per rendere l’imposizione della Tari equa tra diverse aree
del paese e per aumentare la capacità degli Enti locali di coprire i costi del
servizio.
• La mancata riscossione di parte della Tari non permette l’integrale copertura dei costi di gestione dei rifiuti
con gli introiti della tassa e spinge i Comuni – soprattutto
del Sud, già caratterizzati da minori spazi finanziari e da servizi comunali
mediamente deficitari – ad attingere ad altre voci di
bilancio per garantire la continuità del servizio a scapito di altri.
• Tale compensazione con altre
risorse, inoltre, riduce la percezione della Tari da parte delle
comunità locali come una benefit tax e ne riduce
l’efficacia come strumento per incentivare la riduzione della produzione di
rifiuti.
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