Revisione completa del
servizio di guardia medica
ambulatori distrettuali
per attività di piccola #urgenza e
prestazioni non da pronto soccorso che oggi non trovano risposta se non in
pronto soccorso.
Connessione tra
centrale operativa 118 e 116117
1 struttura ogni 60.000 abitanti non oltre 350km2
con integrata guardia medica e automedica 24 ore su 24
In questo periodo di grave carenza di professionisti è
necessario riorganizzare in maniera profonda e integrata la risposta sanitaria
territoriale che spesso oggi non ha gli strumenti per rispondere in maniera
efficace in tutte le fasce orarie.
Gli studi dei #medicidifamiglia devono
rimanere il fulcro del l'attività di prevenzione diagnosi e cura
I medici di famiglia devono avere il tempo e le risorse per
concentrarsi sui pazienti cronici che oggi per via dell'invecchiamento della
popolazione generale sono la vera epidemia.
Il nuovo accordo collettivo nazionale per la disciplina dei
rapporti coi medici di medicina generale oggi consente una profonda revisione
del servizio di continuità assistenziale che conta in ambito regionale di circa
1.200.000 ore di attività medica utilizzabili e che oggi sono sparse
sostanzialmente solo sull'attività notturna prefestiva e festiva. L'esperienza
delle #USCA prima
e delle #UCA dopo
dimostra il grande interesse soprattutto dei giovani medici a poter operare
durante tutto l'orario della settimana in attività che non sono sostitutive ma
possono supportare e integrare da un lato i medici di famiglia e dall'altro il
sistema di emergenza urgenza ospedaliero.
SNAMI Emilia Romagna ha
quindi proposto una riorganizzazione integrata secondo parametri matematici di
popolazione e area territoriale che consenta nell'ambito delle varie strutture,
che potranno anche essere le case della comunità, l'apertura di ambulatori
durante tutto l'arco della giornata dalle 08:00 alle 24:00 garantendo anche
successivamente alla 00:00 la classica attività di continuità assistenziale .
In ogni postazione si prevede che siano presenti medici della ex guardia
medica, delle usca, delle uca e della medicina dei servizi, che oggi si occupa
prevalentemente di attività programmata di prelievi e vaccinazione, mettendo
quindi tutti questi professionisti in grado di lavorare durante tutto il giorno
e non solo per le prime due o tre ore della mattina. Il rapporto ottimale
popolazione/ superficie secondo SNAMI deve essere coincidente con quello dei
mezzi di soccorso avanzato ovvero uno ogni 60.000 abitanti per non oltre 350
km² di area territoriale. In queste strutture devono essere concentrati sia gli
equipaggi medicalizzati del 118 sia i medici della ex continuità assistenziale
così come gli infermieri addetti all'assistenza domiciliare e agli altri
servizi territoriali come i punti prelievi e le attività vaccinali e durante le
varie fasce orarie della giornata possono essere dedicate ad attività
programmate o legate a piccole contingenze che in quel momento non sono
erogabili a livello degli studi di assistenza primaria riducendo quindi il
ricorso inappropriato al #prontosoccorso.
Tutte queste strutture devono essere interconnesse a livello
informatico e dotate di sistemi di videocomunicazione con gli specialisti di
riferimento ed essere dotati di tutte le apparecchiature classiche di un
ambulatorio medico generalista secondo le migliori pratiche e standard
internazionali di riferimento per le “urgent care” , devono quindi essere messi
in grado di operare per visite estemporanee da “codice bianco” ma anche fare
piccole suture e medicazioni così come registrare un elettrocardiogramma basale
ed avere il materiale per un'iniezione o una flebo. L'accesso a queste
strutture dovrà essere regolato in maniera da non creare una duplicazione dei
servizi già esistenti, da un lato di cure primarie dei medici di famiglia e
dall'altro delle strutture di pronto soccorso, trovando quindi uno spazio specifico
che risponda alla piccola urgenza separando questa dalla vera emergenza urgenza
che necessita di pronto soccorso, come anche già annunciato dalla regione per
gli #ambulatoriABC.
Questo modello potrebbe rendere capillare l'assistenza e
risolvere il problema di rarefazione dei punti di accesso così come dei mezzi
di soccorso per garantire una prima risposta più efficace che riduca, ogni
qualvolta sia indicato, l'accesso improprio al pronto soccorso lasciando in
questo modo i pronto soccorso in grado di occuparsi dei casi più seri e dando
ai medici di famiglia la possibilità di dedicarsi pienamente alle attività di
prevenzione, diagnosi e cura tipiche del loro ruolo, oggi messo a rischio e
sotto stress per il sovraccarico di pazienti anziani e con pluripatologie.
Questo modello organizzativo prevede solamente una ridistribuzione
di ore di attività già esistenti, creando un modello più attrattivo per i
giovani professionisti e garantendo la sostenibilità dei costi, senza
sacrificare la capillarità che i cittadini meritano di mantenere per le
risposte ai bisogni primari di salute.
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