domenica 3 novembre 2019

La Radio è nata a Pontecchio Marconi: nessuno può toglierci il primato.

Il tentativo da parte della cittadina svizzera di Salvan, di scippare a Pontecchio Marconi il privilegio di aver ospitato il primo vagito della Radio e a Sasso Marconi di essere il padrino del battesimo dell'invenzione di Guglielmo Marconi, non è riuscito e, anche se ancora vi sono resistenze e ritardi, ormai è chiaro che la pretesa è priva di fondamento. Da anni il Comune di Sasso Marconi, principalmente per l'impegno dell'ex sindaco Marilena Fabbri ( nella foto), che era a capo
dell'amministrazione comunale al momento del tentativo maldestro, è impegnato a cercare prove per smascherare il falso storico. Il tentativo poggiava sul racconto di un cittadino di Salvan che dichiarava di aver assistito, nell'estate del 1895, all'arrivo di un italiano con una strana valigia e di aver saputo poi degli esperimenti del turista . Di essersi quindi reso conto che quell'italiano non era altri che lo scienziato inventore della Radio. Quindi i primi esperimenti di 'telegrafia senza fili' sarebbero avvenuti anche a Salvan.
Grazie all'impegno e alle ricerche di storici e studiosi si è giunti a comprovare che in quell'anno Marconi non poteva essere in Svizzera e quindi la verità è che i primi esperimenti furono fatti alla collina dei Celestini di Pontecchio Marconi.
Il traguardo è sostanzialmente raggiunto anche se chi ha morso l'osso non se la sente di mollarlo. 

La storia della vicenda e dei carteggi sulla diatriba tra Sasso Marconi e la cittadina svizzera, è stata raccontata nel volume 'Marconi e il caso Salvan. Verso l'epilogo di un falso storico', presentato sabato scorso a Colle Ameno di Sasso Marconi, dagli autori Marilena Fabbri e Giuseppe Pelosi oltre ad altri protagonisti dello 'sbugiardamento' .

Nella presentazione l'ex sindaco Fabbri ha raccontato come l'allarme del tentativo di scippo fu dato dai radioamatori che, oltre ad essere come si suol dire 'sul pezzo', non accettavano di perdere il loro Marconi e l'italianità della scoperta della radio. La Fabbri mobilitò subito il governo nazionale da cui partì la protesta al Governo svizzero e il rimprovero all'UIT (Unione internazionale per telecomunicazione) con sede a Berna per la superficialità con cui, senza alcuna prova documentale e scientifica, aveva attribuito a Salvan il riconoscimento di 'Patria delle Telecomunicazioni'. Alla cerimonia ufficiale per l'attribuzione del titolo nessuna autorità italiana partecipò.
Fra i ricercatori della verità, lo storico Giancarlo Dalle Donne, il quale, alla presentazione del libro, ha spiegato come l'esame di tutti gli archivi non ha dato alcun riscontro, ne' un lontano sospetto, della presenza a Salvan di Marconi nel periodo dell'invenzione della radio. Stabilito ciò, la ricerca è proseguita con l'aiuto della direttrice del Museo Marconi, Barbara Valotti per individuare dove lo scienziato fosse nell'estate del 1895 e l'esame dei documenti, fra cui quelli dell'archivio della famiglia Marconi, ha confermato che in quell'estate Guglielmo era in Italia, anche perchè, soggetto alle prescrizioni degli obblighi di leva, non poteva lasciare il Paese. L'esame ha inoltre messo in risalto come quanto sostenuto dalla cittadina svizzera poggiasse sull'incertezza. La prima targa posta per ufficializzare la presenza di Marconi a Salvan , riportava la data degli esperimenti del 1896. Poi avendo gli svizzeri verificato che a Pontecchio gli esperimenti di Marconi riusciti erano avvenuti nel 1895, cambiarono la targa correggendo la data, ( la prova in una rivista che riporta la foto della targa originale inaugurata con una cerimonia ufficiale, cui parteciparono purtroppo anche autorità italiane). Fondamentale e ulteriore supporto alla ricerca è stato dato dall'archivio storico comunale di Sasso Marconi in cui è stato trovato il carteggio dove risulta che la prima richiesta di Marconi per avere il passaporto è stata formalizzata nel tardo autunno del 1895 e concesso il 10 febbraio 1896 con l'esplicita precisazione di volersi recare a Londra nella primavera di quell'anno. Allora, quest'ultima precisazione era necessaria poiché non era concesso di recarsi ovunque.

La questione, come spiegato nel libro, non è comunque ancora risolta, anche se le documentazioni storiche non lasciano dubbi: Marconi nel 1895 non è stato a Salvan. Però, l' UIT/ITU, l'agenzia delle Nazioni Unite per le tecnologie delle telecomunicazioni, con sede in Svizzera, che ha conferito a Salvan nel 2008 il riconoscimento di ' Città patrimonio delle comunicazioni' in virtù dei dichiarati e non provati esperimenti di Marconi in quella città nel 1895, nonostante le ripetute sollecitazioni con tanto di prove a supporto, non ha ancora decretato la correzione dell'errore, anzi pare voler continuare a far godere a Salvan il prezioso titolo. D'altronde Marconi è un biglietto da visita molto ambito e un 'osso con molta carne' e chi riesce ad azzannarlo si guarda bene dal mollarlo. E Salvan per azzannare quell'osso ha fatto carte false (nel senso letterale della parola), anche se va riconosciuta la determinazione e l'inventiva. I tentativi comunque proseguono con tanto di prove documentali anche di recente individuazione.

La Fabbri ha voluto evidenziare l'importanza del lavoro del prof Giuseppe Pelosi ( nella foto) : “La revoca del titolo conferito dall' IEEE alla Città di Salvan e l'avvio delle procedure per la revoca di quello attribuito da UIT/ITU non sarebbero mai state possibili senza la perseveranza e la determinazione del prof. Ing. Pelosi in questi 18 annni. Senza il suo lavoro accademico e diplomatico non sarebbe stato possibile ristabilire una verità storica calpestata per anni e per noi estremamente significativa”.

Trascrizione delle note spese tenute dal fratello di Marconi relative all'estate del 1895, da cui si deduce che gli spostamenti di Guglielmo sono venuto tra l'Emilia e la Toscana e non all'estero.

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