Il
tentativo da parte della cittadina svizzera di Salvan, di scippare a
Pontecchio Marconi il privilegio di aver ospitato il primo vagito
della Radio e a Sasso Marconi di essere il padrino del battesimo
dell'invenzione di Guglielmo Marconi, non è riuscito e, anche se
ancora vi sono resistenze e ritardi, ormai è chiaro che la pretesa è
priva di fondamento. Da anni il Comune di Sasso Marconi,
principalmente per l'impegno dell'ex sindaco Marilena Fabbri ( nella foto), che era a capo
dell'amministrazione comunale al momento del tentativo
maldestro, è impegnato a cercare prove per smascherare il falso
storico. Il tentativo poggiava sul racconto di un cittadino di Salvan
che dichiarava di aver assistito, nell'estate del 1895, all'arrivo
di un italiano con una strana valigia e di aver saputo poi degli
esperimenti del turista . Di essersi quindi reso conto che
quell'italiano non era altri che lo scienziato inventore della Radio.
Quindi i primi esperimenti di 'telegrafia senza fili' sarebbero
avvenuti anche a Salvan.
Grazie
all'impegno e alle ricerche di storici e studiosi si è giunti a
comprovare che in quell'anno Marconi non poteva essere in Svizzera e
quindi la verità è che i primi esperimenti furono fatti alla
collina dei Celestini di Pontecchio Marconi.
Il
traguardo è sostanzialmente raggiunto anche se chi ha morso l'osso
non se la sente di mollarlo.
La storia della vicenda e dei carteggi sulla diatriba tra Sasso Marconi e la cittadina svizzera, è stata raccontata nel volume 'Marconi e il caso Salvan. Verso l'epilogo di un falso storico', presentato sabato scorso a Colle Ameno di Sasso Marconi, dagli autori Marilena Fabbri e Giuseppe Pelosi oltre ad altri protagonisti dello 'sbugiardamento' .
La storia della vicenda e dei carteggi sulla diatriba tra Sasso Marconi e la cittadina svizzera, è stata raccontata nel volume 'Marconi e il caso Salvan. Verso l'epilogo di un falso storico', presentato sabato scorso a Colle Ameno di Sasso Marconi, dagli autori Marilena Fabbri e Giuseppe Pelosi oltre ad altri protagonisti dello 'sbugiardamento' .
Nella presentazione l'ex sindaco Fabbri ha raccontato come l'allarme del tentativo di scippo fu dato dai radioamatori che, oltre ad essere come si suol dire 'sul pezzo', non accettavano di perdere il loro Marconi e l'italianità della scoperta della radio. La Fabbri mobilitò subito il governo nazionale da cui partì la protesta al Governo svizzero e il rimprovero all'UIT (Unione internazionale per telecomunicazione) con sede a Berna per la superficialità con cui, senza alcuna prova documentale e scientifica, aveva attribuito a Salvan il riconoscimento di 'Patria delle Telecomunicazioni'. Alla cerimonia ufficiale per l'attribuzione del titolo nessuna autorità italiana partecipò.
Fra
i ricercatori della verità, lo storico Giancarlo Dalle Donne, il quale, alla
presentazione del libro, ha spiegato come l'esame di tutti gli
archivi non ha dato alcun riscontro, ne' un lontano sospetto, della
presenza a Salvan di Marconi nel periodo dell'invenzione della radio.
Stabilito ciò, la ricerca è proseguita con l'aiuto della direttrice
del Museo Marconi, Barbara Valotti per individuare dove lo scienziato
fosse nell'estate del 1895 e l'esame dei documenti, fra cui quelli
dell'archivio della famiglia Marconi, ha confermato che in
quell'estate Guglielmo era in Italia, anche perchè, soggetto alle
prescrizioni degli obblighi di leva, non poteva lasciare il Paese.
L'esame ha inoltre messo in risalto come quanto sostenuto dalla
cittadina svizzera poggiasse sull'incertezza. La prima targa posta
per ufficializzare la presenza di Marconi a Salvan , riportava la
data degli esperimenti del 1896. Poi avendo gli svizzeri verificato
che a Pontecchio gli esperimenti di Marconi riusciti erano avvenuti
nel 1895, cambiarono la targa correggendo la data, ( la prova in una
rivista che riporta la foto della targa originale inaugurata con una
cerimonia ufficiale, cui parteciparono purtroppo anche autorità
italiane). Fondamentale e ulteriore supporto alla ricerca è stato
dato dall'archivio storico comunale di Sasso Marconi in cui è stato
trovato il carteggio dove risulta che la prima richiesta di Marconi
per avere il passaporto è stata formalizzata nel tardo autunno del
1895 e concesso il 10 febbraio 1896 con l'esplicita precisazione di
volersi recare a Londra nella primavera di quell'anno. Allora,
quest'ultima precisazione era necessaria poiché non era concesso di
recarsi ovunque.
La
questione, come spiegato nel libro, non è comunque ancora risolta,
anche se le documentazioni storiche non lasciano dubbi: Marconi nel
1895 non è stato a Salvan. Però, l' UIT/ITU, l'agenzia delle
Nazioni Unite per le tecnologie delle telecomunicazioni, con sede in
Svizzera, che ha conferito a Salvan nel 2008 il riconoscimento di '
Città patrimonio delle comunicazioni' in virtù dei dichiarati e non
provati esperimenti di Marconi in quella città nel 1895, nonostante
le ripetute sollecitazioni con tanto di prove a supporto, non ha
ancora decretato la correzione dell'errore, anzi pare voler
continuare a far godere a Salvan il prezioso titolo. D'altronde
Marconi è un biglietto da visita molto ambito e un 'osso con molta
carne' e chi riesce ad azzannarlo si guarda bene dal mollarlo. E
Salvan per azzannare quell'osso ha fatto carte false (nel senso
letterale della parola), anche se va riconosciuta la determinazione e
l'inventiva. I tentativi comunque proseguono con tanto di prove
documentali anche di recente individuazione.
La
Fabbri ha voluto evidenziare l'importanza del lavoro del prof
Giuseppe Pelosi ( nella foto) : “La revoca del titolo conferito dall' IEEE alla
Città di Salvan e l'avvio delle procedure per la revoca di quello
attribuito da UIT/ITU non sarebbero mai state possibili senza la
perseveranza e la determinazione del prof. Ing. Pelosi in questi 18
annni. Senza il suo lavoro accademico e diplomatico non sarebbe stato
possibile ristabilire una verità storica calpestata per anni e per
noi estremamente significativa”.
Trascrizione delle note spese tenute dal fratello di Marconi relative all'estate del 1895, da cui si deduce che gli spostamenti di Guglielmo sono venuto tra l'Emilia e la Toscana e non all'estero.
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