Le “Celebrazioni Fantiniane”
continueranno fino al 7 maggio con una mostra in biblioteca
In
mostra nei locali della Biblioteca Paolo Guidotti di Vergato 7 pannelli volti a ricostruire la vita e le
attività di Luigi Fantini; 12 suggestive acqueforti su scorci
dell’Appennino bolognese di Enrico Fantini e una serie di documenti
inediti d’archivio e rare edizioni bibliografiche fantiniane che
consentiranno al visitatore di riscoprire l’Appennino attraverso
gli “sguardi” di Enrico e Luigi Fantini.
La
mostra è stata presentata lo scorso 21 aprile in occasione del
convegno “Uno sguardo sull’Appennino con Luigi ed Enrico
Fantini”, organizzarlo dall’Istituto Tecnico che porta il
nome del celebre speleologo, in occasione del
quarantennale dalla morte di Luigi Fantini e dei novant’anni dalla
nascita di Enrico Fantini.
Le
“Celebrazioni Fantiniane” continueranno fino al 7 maggio.
Luigi
Fantini nacque al Farneto, in Val di Zena, nel marzo 1895, e cominciò
la sua attività di esploratore proprio nella zona dei Gessi; nel
1932 fondò con alcuni amici il Gruppo Speleologico Bolognese.
Documentò con la sua macchina fotografica le meraviglie della Grotta
della Spipola, da lui scoperta, e raccolse nel corso delle sue
esplorazioni minerali che finiranno nei musei universitari. Portò
inoltre alla luce diversi reperti preistorici. Il nipote Enrico,
invece, fu pittore, incisore, disegnatore, e giovanissimo accompagnò
lo zio in giro per l’Appennino bolognese alla ricerca di antiche
case, che avrebbe poi dato origine al volume “Antichi Edifici della
Montagna Bolognese”: opera fondamentale che documenta costruzioni
che in larga parte furono poi distrutte durante la seconda guerra
mondiale.
L’evento
celebrativo ha visto la presenza dello speleologo Claudio Busi,
socio storico del Gruppo Speleologico Bolognese-Unione Speleologica
Bolognese che ha delineato la storia del gruppo speleologico
bolognese, indicando il ruolo propulsore e fondante avuto da Luigi
Fantini. Gabriele Nenzioni, direttore del Museo della
Preistoria “Luigi Donini” di San Lazzaro di Savena, ha invece
illustrato un carteggio inedito tra Luigi ed Enrico, sottolineando
l’amarezza dell’anziano Luigi che non vedeva le sue teorie sulla
pebble culture e sull’uomo pliocenico accolte dalla comunità
scientifica.
Enzo
Busatta, erede di Enrico Fantini, con il suo intervento ha messo
in rilievo la profonda relazione esistente fra Enrico e lo zio Luigi.
L’ottico vergatese Lanfranco Ragazzi ha invece ricostruito i
rapporti amichevoli tra Luigi e il padre, fotografo professionista.
L’evento ha visto impegnati anche alcuni docenti dell’Istituto:
Giuseppe Scandura, che ha rivisitato la figura di Luigi
Fantini attraverso inedite carte d’archivio e reperti museali, Elli
Signani, che ha
illustrato l’importante ruolo della foto-iconografia nella
produzione saggistica fantiniana e Gabriela Bin, che ha
delineato l’importanza del paesaggio appenninico bolognese partendo
dalle incisioni di Enrico Fantini.
Anche
alcuni studenti dell’Istituto hanno preso parte all’evento:
Aurora Brunini, con una rilettura di una assai poco nota pagina
fantiniana relativa al “Buco delle Gomme” e Cristian Vaccari, che
ha evidenziato l’importanza delle grotte bolognesi come rifugio
durante la seconda guerra mondiale. Non sono mancate collaborazioni
di altri ragazzi come Gaia Nanni, Malu Vivarelli, Mati-Ur Rhe-man,
Alessio Pucci e molti altri che si sono impegnati nell’organizzazione
generale dell’evento.
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