Questa
unione s'ha da fare. L'Appennino è pronto al fatidico sì e a
coronare un'unione sacrosanta. Officerà il consorzio Mela Rosa
Romana. Manca però chi accompagna la sposa all'altare.
Per
ricercarlo si è tenuto nella magnifica 'Sala dei Quaranta' della
Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi, un partecipatissimo convegno
sul tema 'Rifiorisce l'Appennino' dal Giardino Pomario di Casa
Morandi all'associazione per il ritorno della Mela Rosa Romana'. Al
centro del dibattito il progetto per favorire la ripresa della
coltivazione di questo frutto antico, le cui potenzialità possono
ridare agli operatori della montagna bolognese una opportunità
incoraggiante.
Ha
introdotto il confronto il sindaco di Grizzana, Graziella Leoni, che
ha voluto aprire ricordando con simpatia e gratitudine il
concittadino Pietro Vicinelli, recentemente scomparso, artefice
dell'avvio di tutte le verifiche e le ricerche tecnico-scientifiche
alla base del ritorno in Appennino della coltivazione di Rosa Romana.
Ha poi ricordato che il territorio appenninico bolognese custodisce
un'immensa ricchezza nel patrimonio agroalimentare e nei saperi,
tecniche e consuetudini legate all'agrobiodiversità che vanno
valorizzate e non dimenticate.
Il
sindaco ha poi voluto dare corpo a questo impegno preannunciando la
nascita del 'Giardino di Morandi' attorno alla casa del celebre
pittore. Attraverso il recupero dell'antica maglia poderale dei due
fondi agricoli di pertinenza del complesso rurale del Campiaro (
circa 25 ettari) , si darà vita a un 'Pomario', un giardino con
valenza didittico-informativa che ospiterà le specie antiche a
rischio di estinzione, quali ad esempio la 'pera ossa', frutto quasi
estinto perchè molto sodo, quindi poco masticabile, ma più che
eccellente se mangiato cucinato.
Altro
comune coinvolto è quello di Castel d'Aiano con il sindaco Salvatore
Argentieri sostenitore entusiasta dell'iniziativa il quale ha
concluso il suo intervento dicendo: “Io stesso ho in giardino due
alberi di Rosa romana di cui sono particolarmente fiero”.
Il
progetto illustrato per la rinascita della coltivazione della rosa
romana prevede che un gruppo di ricercatori dell'Università di
Bologna, guidato dal professor Saverio Sansavini, ordinario di
frutticoltura, anch'egli intervenuto nel convegno, faccia una parte
di indagine attraverso il DNA delle piante per capirne persino la
struttura e individuarne le specie e le loro diversità.
Il
professor Sansavini ha illustrato diffusamente i risultati del lungo
lavoro già svolto dal suo gruppo sulla rosa romana dando anche
diversi spunti sui possibili sbocchi, anche economici, che la
coltivazione di questa mela può portare alla economia montana. Dopo
aver ricordato che, mentre agli inizi del '900 questa specie
costituiva il 25 % delle mele della provincia di Bologna, e che la
sua presenza si è andata via via riducendo fino allo 0,2 % degli
anni sessanta, ha rimarcato che la capacità produttiva
dell'Appennino sarebbe rilevante soprattutto sotto il profilo
qualitativo. Ha quindi sottolineato l'importanza della costituzione
di un consorzio che possa affrontare in modo organico problemi quali
la registrazione di un marchio, la programmazione degli investimenti,
la individuazione delle aree vocate, i piani di marketing,
l'individuazione dei possibili aiuti economici assistenziali, le
programmazioni sull'utilizzo, anche attraverso la trasformazione in
succo, le modalità di vendita, i possibili contatti con
l'Università, la programmazione di un piano di filiera.
Il
convegno della Rocchetta Mattei ha aperto quindi una fase in cui si
raccoglieranno idee e suggerimenti di oltre 200 operatori di tutta la
Valle del Reno, da sottoporre ufficialmente ai Comuni interessati nel
quadro delle iniziative riconosciute valide e sostenibili dal Gal (
il cui presidente Tiberio Rabboni era presente al convegno) o dalla
Regione Emilia Romagna. Il progetto terrà poi conto dei numerosi
sopralluoghi nei vecchi siti di coltivazione che sono serviti per
conoscere e approfondire le diverse varietà di frutti antichi e le
esperienze di coltivazione.
Al
convegno era presente anche l'assessore regionale all'agricoltura
Simona Caselli cui è stato chiesto un riconoscimento formale per una
associazione da costituire con enti promotori e agricoltori, primo
passo verso un consorzio operativo.
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