giovedì 7 maggio 2015

Accordo sugli appalti firmato fra Fp, Cgil e Unione Appennino Bolognese .



Un lettore ha inviato questa comunicazione della CGIL accompagnata dal commento : “Speriamo che i Comuni e l'Unione perdano anche l'abitudine del cottimo fiduciario. Soprattutto in tema di gestione dei terreni dal punto di vista idrogeologico. E comincino a fare le gare”.


Di Simone Raffaelli

La Fp Cgil e la Camera del Lavoro di Vergato esprimono soddisfazione per l'importante risultato raggiunto nella contrattazione con l'Unione dell'Appennino Bolognese.
In questi giorni è stato siglato un accordo di grande portata, anche alla luce dei recenti avvenimenti sul territorio.
Tutti ricordiamo i casi recenti di appalti assegnati dal Comune di Bologna, soprattutto nel settori sociale e istruzione, a Cooperative che hanno praticato ribassi pari anche all'11% del costo complessivo del servizio.
Oppure, è storia di questi giorni, il caso dell'appalto dei servizi di accompagnamento disabili, in cui il nuovo gestore Cosepuri si rifiuta di applicare la clausola contrattuale di riassorbimento e riassumere il personale già presente.

Nell'accordo appena stipulato fra sindacato e Unione dei Comuni dell'Appennino, prendendo occasione dalla redazione del capitolato di gara sui servizi educativi scolastici, si pongono le basi per superare tutte queste problematiche.

Innanzitutto perché si scrive chiaramente che all'offerta economica non verranno concessi più di 25 punti su 100, in luogo degli abituali 30 o 40, con particolare attenzione a non inserire formule che rischino di distorcere eccessivamente l'esito dell'offerta economica.

In seconda battuta la parte pubblica si impegna a inserire nel capitolato di gara un obbligo di riassunzione per tutto il personale già impegnato sui servizi (clausola sociale o di riassorbimento),  in modo da non lasciare dubbi sulla necessità di applicare questo vincolo, in maniera anche più forte e incisiva di quanto non sia già previsto dai contratti nazionali.

Infine, coronando una battaglia che la nostra organizzazione porta avanti da anni, non verrà richiesto agli operatori presenti da anni sul servizio l'obbligo di possedere una laurea specifica come educatore provescio na le o sociale, fatto che discriminerebbe gli educatori che hanno una maggiore conoscenza del servizio "sul campo".

Quest'ultima previsione dovrebbe garantire ancora di più l'occupazione e la continuità del servizio.

Si tratta dunque di un ottimo risultato, che occorre replicare altrove e in ogni caso su tutti i servizi in appalto



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