Da Bologna
Today
Bancarotta
fraudolenta nel settore della commercializzazione di bovini e false
attestazioni. Di questo
dovranno rispondere due coniugi italiani, residenti in Emilia, tratti in
arresto.
A stanarli sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, le cui indagini che hanno portato alla luce un sofisticato sistema fraudolento ideato dai coniugi i quali , già da alcuni anni, sarebbero stati dediti a truffe nei più disparati settori commerciali (dall’alimentare a quello edilizio) per perpetrare le quali utilizzavano con spregiudicatezza una serie di escamotage, avvalendosi anche di documenti d’identità e codici fiscali falsi e/o intestati a persone inesistenti, nonché creando numerose società fittizie intestate formalmente a soggetti prestanome.
A stanarli sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, le cui indagini che hanno portato alla luce un sofisticato sistema fraudolento ideato dai coniugi i quali , già da alcuni anni, sarebbero stati dediti a truffe nei più disparati settori commerciali (dall’alimentare a quello edilizio) per perpetrare le quali utilizzavano con spregiudicatezza una serie di escamotage, avvalendosi anche di documenti d’identità e codici fiscali falsi e/o intestati a persone inesistenti, nonché creando numerose società fittizie intestate formalmente a soggetti prestanome.
Secondo la
ricostruzione degli inquirenti, le società, dopo aver
effettuato acquisti di minori entità con pagamenti regolari, procedevano ad
ordini ben più consistenti: una volta consegnata la merce, la società veniva
trasferita in una sede fittizia, intestata a soggetti nullatenenti e/o non
perseguibili e la merce non veniva pagata.
A
cadere nella rete della coppia, sono state
numerose società nazionali e internazionali tra cui da ultimo
un’importante azienda irlandese operante nel commercio di bovini.
GIRO
D’AFFARI PER MILIONI DI EURO. ECCO COME OPERAVANO. In sostanza, gli indagati
acquistavano i capi di bestiame dal fornitore estero, avvalendosi di
una società “fantasma” con sede fittizia a Casalecchio di Reno, il
cui amministratore era un ultraottantenne (prestanome) da tempo
ricoverato presso una struttura sanitaria. Contestualmente, cedevano i
bovini ad un’altra società che era stata appositamente
costituita, utilizzando false generalità, che
provvedeva alla relativa macellazione ed alla vendita.
L’illecito meccanismo permetteva ai coniugi di incassare le somme della vendita e di non versare il dovuto al fornitore , che, a causa dei raggiri subiti, non poteva esercitare il proprio diritto di credito nei confronti del cessionario (società fantasma). Da qui l’istanza di fallimento e le indagini che hanno condotto a disvelare il sistema di frode e a configurare, tra l’altro, il delitto di bancarotta fraudolenta, per aver distrutto la contabilità e per aver distratto dal patrimonio della società i capi di bestiame.
L’illecito meccanismo permetteva ai coniugi di incassare le somme della vendita e di non versare il dovuto al fornitore , che, a causa dei raggiri subiti, non poteva esercitare il proprio diritto di credito nei confronti del cessionario (società fantasma). Da qui l’istanza di fallimento e le indagini che hanno condotto a disvelare il sistema di frode e a configurare, tra l’altro, il delitto di bancarotta fraudolenta, per aver distrutto la contabilità e per aver distratto dal patrimonio della società i capi di bestiame.
L’articolata
organizzazione criminale, il cui giro d’affari è stimato in diversi milioni di
euro, permetteva ai coniugi di vivere agiatamente in una lussuosa villa con
annesso ranch e di disporre di auto di grossa cilindrata.
CARCERE. Le indagini, effettuate dagli
uomini del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di
Polizia Tributaria di Bologna, hanno comportato
anche l’analisi degli elaborati dell’anagrafe dei bovini e bufalini
del Ministero della Salute .
Gli indagati , gravati da numerosi precedenti per analoghi fatti e truffa , con l’esecuzione delle misure restrittive, sono stati tradotti presso il carcere di Bologna a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono state anche eseguite perquisizioni locali che hanno consentito il sequestro di documentazione utile al prosieguo delle indagini anche per gli aspetti di natura fiscale.
Un terzo soggetto, che fungeva da prestanome, è stato invece interdetto dall’esercizio d’impresa e da gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
Gli indagati , gravati da numerosi precedenti per analoghi fatti e truffa , con l’esecuzione delle misure restrittive, sono stati tradotti presso il carcere di Bologna a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono state anche eseguite perquisizioni locali che hanno consentito il sequestro di documentazione utile al prosieguo delle indagini anche per gli aspetti di natura fiscale.
Un terzo soggetto, che fungeva da prestanome, è stato invece interdetto dall’esercizio d’impresa e da gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
3 commenti:
Sarebbe utile far capire di chi si tratta!
Sembra che della "privacy" ne traggano beneficio solo i delinquenti.
In uno Stato che Governa
disonestamente cosa si pretende????
i cittadini fanno altrettanto e dove possono rubano anche loro: la politica da anni a questa parte, questo ha insegnato. Gli italiani nell' essere disonesti, sembra lo sappiano fare bene.
Posta un commento