La Sovrintendenza ai Beni Archeologici informa:
Domenica prossima, 10 maggio, è la ‘festa
della mamma’ . A partire dalle 15, le
mamme che saranno al museo etrusco ‘Pompeo Aria di
Marzabotto' avranno in dono ‘uno specchio etrusco’ realizzato dai 'piccoli etruschi che crescono' e saranno elette ‘mamme etrusche più belle del reame”.
L’ingresso ha
un costo di tre 3 euro ed è gratuito per
i bambini.
Il programma
del pomeriggio:
Alle 15, visita al sito archeologico e al museo
con particolare attenzione al ruolo della donna-mamma nell'antica Kainua.
Alle 16, laboratorio ‘Specchio, specchio
delle mie brame... la mia mamma è l'etrusca più bella del reame!’. Partendo
dall'esemplare conservato nel museo, i bambini realizzeranno uno specchio
etrusco personalizzato che rifletterà l'immagine della mamma più bella del
mondo
Alle 17,
merenda offerta da CoopReno
Visita guidata e laboratorio sono gratuiti ma è
obbligatoria la prenotazione possibilmente entro giovedì 7 maggio a sar-ero.museonazionaletrusco@beniculturali.it
Durante la
visita guidata al museo e al sito archeologico, i bambini scopriranno come
vivevano le donne etrusche, gli usi e i costumi delle antiche abitanti di
Kainua e i tanti reperti che ci parlano delle loro abitudini e attività.
Rientrati al
museo, prendendo come modello uno specchio etrusco in bronzo con raffinata
decorazione esposto nelle sale, inizierà l'attività di laboratorio guidato che
consentirà ai più piccoli di realizzare con le proprie mani uno specchio di
cartone da regalare alle proprie mamme.
Gli specchi
etruschi sono costituiti da un disco di bronzo ben lucidato sul lato destinato
a riflettere l'immagine e spesso inciso sul retro. Nelle tombe di Marzabotto
sono stati trovati diversi specchi, per lo più decorati solo con fregi di tipo
vegetale. In certi casi il disco comprende anche il manico, in altri solo il
cordolo a cui era applicato un manico di altro materiale (osso o avorio).
In Etruria,
diversamente che altrove, gli specchi erano riservati al mondo muliebre:
nell'iconologia etrusca a specchiarsi sono soltanto le donne e anche quando
sull'oggetto si è trovato inciso il nome del proprietario, si è sempre trattato
di un nome femminile.
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