mercoledì 8 dicembre 2021

Il futuro della montagna, tra antiche narrazioni e nuove necessità

 Il focus del numero di dicembre della rivista Montagne360 approfondisce la posizione del Club alpino italiano su sviluppo sostenibile, transizione energetica, tutela della biodiversità e valorizzazione di boschi e foreste

Il Cai informa:

L'attenzione per gli ecosistemi montani rappresenta un passo irrinunciabile per arrivare a quei cambiamenti nelle abitudini e negli stili di vita che l’ambiente ci chiede. Su questo assunto si basa il focus del numero di dicembre della rivista del Cai Montagne360, intitolato “Il futuro della montagna”. 

Un focus che presenta i tre recenti documenti nei quali viene illustrata la posizione del Club alpino italiano su sviluppo sostenibile, transizione energetica, tutela della biodiversità e valorizzazione di boschi e foreste. «Mentre quali siano i cambiamenti climatici in atto e quali le loro cause e ormai chiaro a tutti, lo stesso non puo dirsi per quanto attiene la volontà di affrontarli con l’urgenza necessaria», scrive il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti nel suo contributo. I documenti presentati guardano alle montagne come punto di riferimento prioritario perché, continua Torti, «mostrano alcuni tra i piu evidenti segni del degrado con il quale ci stiamo confrontando». Intitolati rispettivamente “Biodiversità, Servizi ecosistemici, Aree protette, Economia montana”, “Il Cai, i boschi e le foreste” e “Transizione ecologica, energie rinnovabili, eolico”, questi scritti (scaricabili a questo link) sono stati elaborati dalla Commissione centrale tutela ambiente montano e approvati dal Comitato centrale di indirizzo e controllo. I contenuti, strettamente intrecciati tra loro, si basano sull'ormai stringente necessità di diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile. «Se tutto andasse per il meglio non ci sarebbe bisogno di formalizzare intenti attraverso documenti approvati e condivisi. Ma sappiamo bene che non tutto va come dovrebbe e c'e sempre bisogno di un promemoria, un sollecito o, piu semplicemente, di un richiamo alla responsabilità», scrive il direttore di Montagne360 Luca Calzolari nell'introduzione dello speciale. «Anche per questo il Cai si e sempre schierato in trincea, assumendo il ruolo di sentinella delle nostre terre, soprattutto di quelle piu alte». Gli articoli evidenziano le attività antropiche che minacciano la biodiversità mondiale, come costruzioni e infrastrutture, deforestazione, agricoltura, industria, rete viaria e trasporti, le opportunità e le criticità della transizione energetica da fonti fossili a energia rinnovabile e la multifunzionalità ecosistemica, da valorizzare, rappresentata dal patrimonio boschivo e forestale. «Investire nel ripristino della natura rappresenta una visione non esclusivamente di protezione, ma semmai di lungimiranza verso le generazioni future, in quanto si consolidano nuove forme di economia diffusa che portano vantaggi in termini di servizi e risorse alle popolazioni locali», scrive il presidente della Commissione centrale tutela ambiente montano Raffaele Marini. «Le energie rinnovabili rappresentano certamente una delle soluzioni per la transizione ecologica, ma contengono evidenti criticità che ne dovrebbero limitare l’uso a quelle situazioni effettivamente praticabili. I boschi e le foreste, dal canto loro, non sono solamente serbatoi di biomassa da sfruttare. Sono contenitori e incubatori di biodiversità oltre che ambienti da vivere». 

Un posizionamento, quello del Cai, che tiene dunque conto della non pronosticabile necessità di recupero dell'equilibrio ecologico, «senza il quale – scrive il Presidente generale Torti - non e difficile prevedere una crescente perdita di fiducia nel futuro, cosi come viene denunciato dai giovani e avvertiamo noi stessi quotidianamente». Gli altri articoli di questo numero Su due iniziative che indicano la via per valorizzare in maniera sostenibile un territorio ci sono gli articoli che raccontano la 22esima Settimana nazionale dell'escursionismo organizzata quest'anno dal Cai in Basilicata e l'ingresso dei borghi di Balme (TO) e Triora (IM) nella rete transfrontaliera dei Villaggi degli Alpinisti. Un terzo contributo, sulla rimozione del pannello solare sul Dolcedorme (Pollino), mostra come la buona pratica dell’ascolto e dell’interlocuzione con le associazioni sul territorio permetta la risoluzione dei problemi e delle questioni riguardanti l’impatto ambientale delle costruzioni e degli impianti. L'escursionismo e protagonista degli articoli sugli itinerari che portano ai forti dolomitici della Linea Gialla (percorribili d'inverno con sci e ciaspole) e del viaggio escursionistico intorno al mondo che sta intraprendendo il vicentino Nicolò Guarrera. I lettori troveranno poi la presentazione dei due volumi (per un totale di 500 pagine, 28 autori, 100 schede e numerose tavole illustrate) attraverso i quali la Biblioteca Nazionale del Cai si racconta in maniera inedita, imponente e divulgativa, e un commento del Presidente generale del Cai Torti sulla docufiction Rai Sul tetto del mondo di Stefano Vicario. Non mancano una riflessione sull'evoluzione della narrazione dell'alpinismo, un contributo storico s u l Villaggio Alpino Turinetto Soprano e uno sui settant'anni della Scuola nazionale di scialpinismo del Cai torinese, la prima creata a livello europeo. Il portfolio fotografico, intitolato “Come al tempo dei pionieri”, racconta un'esplorazione d’altri tempi nell'ambito dello “Swat project” di Mountain Wilderness, progetto di valorizzazione e protezione delle montagne nel nord-ovest del Pakistan. Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di dicembre, che, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, e consultabile online a questo indirizzo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il CAI deve piantarla di influenzare legislazioni che si applicano sui terreni che non sono del CAI. Il CAI si compri la sua terra e faccia li le regole che vuole e la smetta di produrre sentieri ovunque sui terreni altrui, senza permesso di chi sui suddetti paga le tasse. Il cai vada a fare i sentieri in città metropolitana, sto dando un consigliocreativo non sprecatelo. ma soprattutto, ANDATEVENE DALLA MONTAGNA!

Anonimo ha detto...

Il CAI non "produce sentieri ovunque" ma sviluppa la sua rete su vecchi percorsi storici e solo eccezionalmente e con l'autorizzazione dei proprietari entra nei terreni privati.