Marco segnala:
La
società voleva addebitare il costo “senza dimostrare in alcun modo
che la rottura sia avvenuta per negligenze da parte del cittadino”
Hera
chiede 170 euro a un utente per la sostituzione di un contatore
dell’acqua. Interviene il Difensore
civico regionale,
Gianluca Gardini,
e la fattura viene annullata.
Un
cittadino aveva richiesto l’intervento dei tecnici di Hera per una
rottura dell’apparecchio (in zona appenninica). Risolto il problema
si era poi visto recapitare la fattura con l’addebito dei costi di
sostituzione: secondo l’azienda la causa del guasto era
riconducibile al gelo e alla presunta incuria nella manutenzione del
privato. Tesi contestata dal cittadino, secondo cui l’apparecchio
era stato installato nel 2004 e non aveva mai avuto problemi, anche
quando la temperatura era scesa sotto lo zero, evento frequente nella
zona appenninica.
L’utente,
spiega il Difensore civico, “è responsabile del danno cagionato al
contatore dal gelo solo nel caso in cui non abbia adottato le misure
prescritte e comunicate dal gestore”. Hera, prosegue, “ha
richiesto il costo di sostituzione del contatore senza dimostrare in
alcun modo che la rottura sia avvenuta per negligenze del cittadino”.
Inoltre, evidenzia Gardini, “il fatto che la sostituzione sia
avvenuta dopo ben 13 anni dall’installazione, in una zona di norma
sottoposta a temperature invernali rigide, lascia fondatamente
supporre che il contatore fosse correttamente coibentato e che la sua
rottura sia avvenuta per vetustà”. La risposta di Hera, conclude,
“lascia sperare che questa sia la linea futura della società per
risolvere questo tipo di controversie”.
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