Produzione
in calo ma qualità salva grazie a un buon contenuto proteico. E’
la prima fotografia della trebbiatura 2018 con le operazioni di
raccolta del grano che vanno ormai verso la conclusione su tutto il
territorio nazionale.
Riceviamo:
Secondo
una stima di Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia si registra una
diminuzione generale di circa il 10% rispetto allo scorso anno, con
punte del 20% al Sud.
Un
calo addebitabile soprattutto al maltempo, con piogge insistenti
nelle fasi di preraccolta (ma anche durante la trebbiatura stessa) e
vere e proprie bombe d'acqua che hanno causato problemi soprattutto
per il grano duro, anche se il contenuto proteico è stato di buon
livello.
Meno
marcate le ripercussioni sul grano tenero che si è difeso meglio.
Se
nel Meridione il maltempo ha fatto sentire maggiormente i propri
effetti, al Nord la situazione sembra migliore dal punto di vista
quantitativo, anche se il raccolto sarà comunque inferiore alle attese.
Alle
problematiche causate dal meteo si aggiunge il rischio concreto che
si creino dinamiche di mercato speculative per ridurre in maniera
ingiustificata il prezzo pagato agli agricoltori.
Una
situazione che conferma l'importanza del lavoro che in questi anni
Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia hanno portato avanti con lo
strumento dei contratti di filiera che permettono di difendere i
produttori dalle dinamiche negative del mercato, assicurando un
compensominimo
che tiene conto dei costi di produzione e fissa una serie di
premialità per valorizzare al meglio il grano Made in Italy.
In
tale direzione va anche l’accordo siglato da Coldiretti, Fdai e
Consorzi Agrariche con il Gruppo Casillo che prevede la fornitura di
300 milioni di chili
di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili
di grano tenero all’anno per la panificazione.
Ma
a tutelare i produttori concorre anche il lavoro di screening
varietale fatto dalla Sis la Società italiana sementi che ha
orientato in tale senso i propri investimenti, consapevole del fatto
che solo un forte impegno nella ricerca, nella sperimentazione e nel
conseguente trasferimento delle innovazioni al mondo agricolo può
apportare benefici e sicurezza all'intera
filiera. Il tutto sostenuto dal profondo cambiamento a livello
culturale che la battaglia del grano portata avanti da Coldiretti ha
prodotto all’interno della filiera e nelle abitudini di consumo,
sfatando il mito che non si potesse fare la pasta con il grano
italiano.
Lo
dimostra il rapido proliferare di esperienze che vantano l’utilizzo
del 100% di frumento duro tricolore create da “big” del settore,
da Barilla a Di Vella, da Zara a Garofalo, con l’arrivo sugli
scaffali di linee come Ghigi, De Sortis, Jolly Sgambaro, Granoro,
Armando, Felicetti, Alce Nero, Rummo, FdAI – Firmato dagli
agricoltori italiani fino a Voiello che fa capo al citato Gruppo
Barilla.
Nessun commento:
Posta un commento