di
Lorenzo Mengoli
consigliere
metropolitano
E'
stato definitivamente approvato il Piano Strategico Metropolitano dal
consiglio Metropolitano che è formato da 14 consiglieri
di maggioranza (PD), più il sindaco Merola; cinque di minoranza: uno
di 5 stelle, due del centrodestra e due in rappresentanza delle liste
civiche ( io e il capogruppo e sindaco di San Benedetto val di Sambro
Alessandro Santoni).
Santoni e la consigliera di Alto Reno Terme
Marta Evangelisti (destra) si interessano molto ai problemi della
montagna. Il problema degli ungulati ed deltri animali selvatici
sembra non però interessare nessuno e sono quasi l' unico a parlarne (a
parte una interrogazione dell'altra consigliera di destra e di
Casalecchio Erika Seta).
Nel "Piano Strategico Metropolitano
2.0", che segna la direzione di marcia della città
metropolitana per i prossimi anni non si fa nemmeno un accenno a
questo problema, come se non esistesse.
Il documento è passato
due volte in consiglio e quanto introducevo il 'problema selvatici'
mi sembrava di essere guardato come un marziano. La proposta di Piano
nella conferenza dei sindaci è passato con 35 voti favorevoli e un
astenuto (Santoni non era presente), Nell'ultimo consiglio, anche lì
mancava Santoni, l' Evangelisti si è astenuta, io ho votato contro e
naturalmente i consiglieri PD hanno votato a favore. Tutti
sappiamo benissimo che non è un problema di facile soluzione ma se
non se ne parla nemmeno non si affronterà mai.
Purtroppo
si continua ad ignorare un problema che sta mettendo in ginocchio la
parte collinare e montana del territorio metropolitano e che
ha conseguenze anche sulla città e sulla pianura.
Nel documento, parlando di Appennino, si dà giustamente grande
importanza al suo territorio, alla sua agricoltura ed al suo
ambiente, per questa parte della Città
metropolitana si prevede una grande attenzione ed un notevole
sviluppo.
Purtroppo
nel piano non si dice nemmeno una parola sugli ungulati e su altri
animali che negli ultimi anni stanno mettendo a rischio il paradiso
Appennino e che possono vanificare i nostri intenti.
Si
finge che tutto sia sotto controllo e si chiudono gli occhi su quanto
sta accadendo. Solo per fare un esempio: l’agricoltura, che già
era in difficoltà con l’invasione di selvatici impattanti,
rischia ora il tracollo. Prodotti tipici e di qualità sono a
rischio, Tutto questo favorisce l’abbandono dei campi e del
territorio con le conseguenze che ne derivano e che ben conosciamo.
Non parliamo poi dei problemi sanitari che questi animali comportano,
dei rischi alla circolazione stradale ecc. ecc.
Il
danno più grande è comunque per l’ambiente e quindi è un danno
che colpisce noi tutti; basti pensare che il grufolare dei cinghiali,
il loro calpestio e quello dei daini, dei caprioli e dei cervi,
smuovono il terreno che, oltre a perdere parte della propria
fertilità, viene trasportato a valle dalla pioggia. Risultato: la
terra viene trascinata a valle chiudendo i fossi, impoverendo i
terreni e favorendo frane e allagamenti; la montagna perde parte
dello strato fertile che ha impiegato secoli a formarsi. I problemi
li ritroviamo poi anche in pianura e in città. Purtroppo tutto
questo pare non interessare e non ve ne è menzione nel “Piano
Strategico Metropolitano 2.0”.
Noi
riteniamo che questa mancanza non sia accettabile e di conseguenza
non possiamo condividere questo piano.
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