martedì 3 luglio 2018

Bimbo annegato nel fiume, il pescatore: 'Ne ho salvati due, poi ho visto il bimbo scomparire'

Non vuole apparire come un eroe: "Non sono per nulla appagato, se fossi stato più veloce forse, ma a un certo punto ho pensato che i polmoni mi scoppiassero"


"Un'immagine che mi perseguiterà per tutta la vita, ne ho salvati due, ma dovevo salvarne tre". A parlare è Paolo Petroni, il pescatore di Vergato che ieri è riuscito ad aiutare due ragazzini a Pioppe di Salvaro, mentre il terzo, Gerard Nazaret Coica Human, è stato purtroppo trovato senza vita, affogato nel Reno. 
Con la sua canna da pesca, si trovava sulla sponda opposta del fiume, come spesso da quando è in pensione, quando intorno alle 14.30 ha visto arrivare un gruppetto di ragazzini accompagnati da una signora anziana: "Come tutti i bambini hanno iniziato a giocare e a farsi il bagno, c'era anche un altro pescatore di Sasso Marconi che incontro spesso e che li ha messi in guardia". 
In pratica, spiega Petroni, l'acqua viene convogliata in una piccola centrale elettrica, dalla quale esce formando una piccola cascata "con fondi anche di 6-7 metri. A un certo punto mi sono accorto che erano in difficoltà, l'altro pescatore ha urlato, ma non sapeva nuotare. Non so cosa mi è preso, così mi sono buttato e sono riuscito a prendere un bimbo e una bimba, già semi-incosciente, che erano più vicini, non ce la facevo, ho 60 anni e sono fuori forma, ma mi sono aggrappato ad alcuni spuntoni cemento ed è allora che ho visto il bimbo che se ne stava andando con la corrente, poi è scomparso". 
Una volta uscito dall'acqua Paolo Petroni ha chiamato i Vigili del Fuoco e i Carabinieri e dopo poco  sono iniziate le ricerche: "Sono andato via alle 18.40 per deporre alla caserma di Vergato, i due superstiti erano stati portati in ospedale dall’ambulanza del 118, la signora anziana, la nonna, era salita sull'auto dei Carabinieri". 
Il tratto di fiume di Pioppe di Salvaro è molto frequentato dai bolognesi durante i week-end: "Bisognerebbe apporre dei cartelli chiari riguardo alla balneazione, l'anno scorso alcuni ragazzi si sono tuffati dalla diga, sotto ci sono i sassi e uno si è fratturato una gamba. Durante l'inverno - spiega Petroni - il bacino di Suviana molla l'acqua e durante la piena il livello si alza anche di due metri in un attimo".
Come sta ora? "Ieri mi ha preso il panico, non ho dormito tutta la notte, non mi era mai capitato di assistere a un episodio del genere, ma se non mi fossi tuffato ne morivano tre, il quarto invece, più grandicello, è riuscito a risalire e ad aggrapparsi". 
Paolo Petroni non vuole apparire come un eroe, non vuole mostrarsi in foto anche perché "non sono per nulla appagato, se fossi stato più veloce forse... Il mio rammarico è di non essere riuscito a fare di più, ma a un certo punto ho pensato che i polmoni mi scoppiassero". (Bologna ToDay)



2 commenti:

Giovanni ha detto...

Onore a te.

Anonimo ha detto...

grazie, c'è ancora gente che pone gli altri prima di se stessi, ancora grazie