I
Carabinieri di Anzola Emilia, coordinati dalla Procura della
Repubblica di Bologna, hanno denunciato tre italiani, un 54enne nato
a Ragusa, un 61enne nato a Montefiorino (MO) e un 64enne nato a
Serramazzoni (MO), per associazione a delinquere.
I
fatti hanno avuto inizio qualche tempo fa, nel corso di un
accertamento amministrativo che i Carabinieri di Anzola Emilia
stavano svolgendo sul conto di un magrebino che risultava lavorare
come facchino presso una società cooperativa del luogo emesistente.
I militari si sono insospettiti e analizzando i documenti ufficiali
del Registro delle Imprese hanno scoperto che oltre al magrebino, vi
erano altre decine di cittadini extracomunitari, perlopiù magrebini
e ghanesi residenti in Valsamoggia, che avevano stipulato un
contratto di lavoro con la società cooperativa intestata al 54enne
(la testa di legno). Dato che l’impresa non esisteva, o almeno,
esisteva solo virtualmente, i contratti di lavoro erano fittizi e
creati al solo scopo di ottenere il rinnovo dei permessi di soggiorno
e indebite erogazioni da parte dell’INPS, per un totale di circa
200.000 euro. Così, in base all’Art. 316 ter. del
Codice Penale, “Indebita percezione di erogazioni a danno dello
Stato”, 35 extracomunitari sono stati denunciati all’Autorità
Giudiziaria per aver percepito importi superiori a 3.999,96 euro e
altri 23, avendo percepito importi inferiori, sono stati sanzionati
amministrativamente. Oltre al predetto 54enne sono indagati per
associazione a delinquere anche un 61enne, consulente del lavoro
regolarmente iscritto all’albo, e un 64enne che in veste di
intermediario, avrebbe intessuto i rapporti tra il fittizio datore di
lavoro e il libero professionista.
Quanto
scoperto dai Carabinieri di Anzola Emilia potrebbe essere soltanto
una fetta di una torta di più ampie proporzioni.
Dal
Comando Provinciale Carabinieri Bologna
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