giovedì 3 marzo 2016

Grizzana Morandi. L'associazione 'Libertà era restare' presenta alcune iniziative che avvicinano Lampedusa a Montesole.



L'assessorato alla cultura di Monzuno informa:

Domani, venerdì 4 marzo, alle 20,45, presso il Centro Civico 'Le Caselline' di Grizzana Morandi , organizzato dall'associazione 'Libertà era restare', si terrà un incontro intitolato 'Lampedusa, ponte fra due continenti', che verterà sulle tematiche dei flussi migratori e sulle prospettive sociali e politiche ad essi connessi.
La serata, coordinata dal presidente dell'associazione Francesco Manieri, avrà protagonisti due ospiti impegnati in prima linea in attività di supporto alla cittadina isolana, nonché testimoni diretti delle ultime vicissitudini sull'esodo e sulle problematiche legate al fenomeno: Alice Fagotti, operatrice socioculturale impiegata a Lampedusa per il progetto Mediterranean Hope, voluto dalla federazione delle chiese evangeliche In Italia, e Francesco Piobbichi, un altro operatore coinvolto nel progetto che è inoltre autore de “I Disegni della Frontiera”, pubblicazione per immagini sul dramma dei migranti.


lI progetto Mediterranean Hope delle Chiese Evangeliche ha permesso di attivare il primo corridoio umanitario in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio.

Francesco Manieri, in veste di presidente dell'Associazione “Libertà era restare”, presenterà il video dell'esperienza svolta a Lampedusa lo scorso ottobre: un campo di volontariato e formazione che dal 2 al 14 ottobre 2015 ha coinvolto una quindicina di persone. L'idea alla base del campo è quella di vivere l’isola non da turisti, ma da protagonisti, mescolandosi nelle associazioni, mettendosi a disposizione per semplici attività che avevano come obiettivo l’incontro con chi a Lampedusa vive e lavora. Un'occasione importante per farsi attenti osservatori della realtà lampedusana animata dal desiderio di diventare parte di questo pezzetto di terra a metà strada tra Africa ed Europa.
Quella di ottobre – spiega Francesco Manieri – è stata una sorta di esperienza pilota in cui abbiamo collaudato una nuova modalità di approccio al tema. Un collegamento ideale tra due comunità, quella di Lampedusa e quella di Montesole, che è sorto con la visita del sindaco Giusi Nicolini in occasione dell'anniversario della liberazione nel 2013. La nostra idea è quella creare un legame tra le due comunità attraverso una forma nuova, partecipativa di volontariato, un'esperienza che vorremmo ripetere e per la quale abbiamo già attivato una raccolta fondi tramite il sito dell'associazione”.

L'associazione non solo conta di organizzare nuovi campi a giugno e ottobre, ma attuare uno scambio che voglia dire anche accoglienza: infatti ad aprile in occasione della festa della liberazione c'è in progetto di ospitare giovani liceali lampedusani sull'Appennino bolognese.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Adesso sapete in quali case mandare gli immigrati assegnati al Comune di Grizzana

Anonimo ha detto...

Qualcuno comincia a ragionare…

Il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk parlando ad Atene ai “migranti” ha detto a tutti i potenziali ILLEGALI migranti per motivi economici, da qualunque parte provengano, di smettere di venire in Europa e di non credere ai trafficanti di uomini.

La notizia la trovate solo sul Financial Times di oggi mentre su giornali e TV nostrani non credo la vedrete, su questo blog non so.

Anonimo ha detto...

I nostri operai, in Libia a creare tecnologia: ammazzati.
I loro fannulloni, in Italia a molestare: pagati.
Non ci si può far umiliare così.

Francesco Manieri ha detto...

è proprio perché si leggono troppo spesso commenti come quelli pubblicati agli articoli di questo blog che è importante andare a conoscere di persona le realtà di cui si parla così facilmente a sproposito. Bisognerebbe imparare ad esprimere pareri in ogni campo solo conoscendo l'argomento su cui si vanno ad esprimere giudizi e chi scrive certe sciocchezze dimostra di essere allo scuro di tutto!
Mi dispiace molto ma noi continueremo a parlare di questa tragedia umanitaria e anche delle strane situazioni che succedono per esempio in Libia, siamo davvero a rischio, ma non per quelli che cercano di venire di qua da noi, ma per quello che vorremmo andare a fare noi di la!
Francesco Manieri

Anonimo ha detto...

gli operai in libia non sono stati mandati dallo stato ma bensì dalla loro azienda e che hanno accettato dietro compenso di lavorare in libia, pur sapendo che era una zona a rischio. . Lo stato non centra nulla. l' azienda benati se ne sta in disparte e non fiata, anzi nessuno ha pensato ad interpellarla ne la stessa azienda si è fatta avanti.......c' è qualcosa che non torna.