mercoledì 18 febbraio 2015

Coldiretti dice la sua su ‘ PASSANTE NORD’ : È COME CHIUDERE DI COLPO 50 AZIENDE AGRICOLE.




E’ come se di colpo chiudessero in provincia di Bologna una cinquantina di aziende agricole. Così Coldiretti Bologna giudica il progetto del passante nord che in questi giorni fa discutere amministratori pubblici e cittadini. Secondo Coldiretti, che oggi,  mercoledì 18 febbraio,  interverrà all’incontro che si svolgerà al cinema Italia di Castenaso, l’opera sottrarrà quasi 700 ettari di terreno fertile in una zona della provincia di Bologna ad alta vocazione produttiva, con produzioni di alta qualità, tra cui la Patata di Bologna Dop (unica patata Dop d’Italia), la cipolla di Medicina e i frutteti, tutti elementi di una agricoltura ad alta specializzazione e ad alto impiego di manodopera.
Poiché in provincia di Bologna la superficie media di un’azienda secondo il censimento Istat si aggira attorno ai 15 ettari (14,89), sottrarre 700 ettari – afferma Coldiretti Bologna – significa chiudere cinquanta aziende, con tutto ciò che ne consegue in termini di perdita di lavoro e occupazione. Tutto questo mentre non si comprende esattamente l’utilità pubblica di tutta l’opera, afferma Coldiretti citando uno studio fatto dalla Provincia di Bologna secondo cui con il passante il traffico in tangenziale peggiorerebbe tra Casalecchio e Corticella e migliorerebbe solo leggermente nel restante tratto. L’impressione è che il gioco non valga la candela, cioè la spesa di 1.280 milioni di euro.
Non sono da sottovalutare – prosegue ancora Coldiretti – da un lato l’impatto territoriale e ambientale che una tale opera comporterà in un’area con un fragile equilibrio idrogeologico, per cui una ulteriore cementificazione potrebbe accentuare i rischi di piene ed esondazioni, e, dall’altro, lo stravolgimento della viabilità secondaria dei Comuni di pianura.
Probabilmente – afferma Coldiretti – è arrivata l’ora di vagliare l’alternativa al passante, a basso o nessun consumo di suolo, che da tempo è stata presentata e mai considerata seriamente e che prevede di completare le opere stradali che da anni attendono di essere ultimate (trasversale di pianura, accesso diretto tra autostrada e interporto) e che migliorerebbero la viabilità sulle strade della città metropolitana. Le dichiarazioni programmatiche sulla riduzione del consumo del suolo a favore di politiche di tutela e riqualificazione ambientale – conclude Coldiretti Bologna –  non possono restare solo una posizione retorica, ma devono diventare un politica concreta a partire proprio dalle grandi opere.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo con le valutazioni della Coldiretti. La campagna bolognese ormai e' una bruttura di capannoni e stradoni e non c'e' bisogno di maltrattare ancora questo territorio.

Cesare Zecca ha detto...

Ovviamente il deficit ecologico (e quindi anche alimentare) della provincia di Bologna (diciamo 5 o 6 volte la biocapacità provinciale) è troppo piccolo.
Anche i deficit deve... crescere!
Bisogna distruggere altri campi per costruirci su un altro pezzo di stradoma catramitico.

Poi, naturalmente, questi del PD± non contenti, insieme cogli scafisti in colletto bianco, sinistri e cattolici vari, non contenti del pazzesco deficit ecologico bolognese nonché italico, urlano isterici che lo tsunami migratorio non è adeguato, non è sufficiente, che Triton non va bene, bisogna tornare a Mare Lorum.
Evidentemente, la loro accoglienza senza se e senza ma a casa tua coi tuoi soldi e i debiti generosamente lasciati ai tuoi figli e nipoti, non è sufficiente, 200k clandestini (quelli via mare non sono che una piccola parte) non sono sufficienti, cresciamo pure a 800mila.

Poi bisognerà pure trasportarli da qualche parte, ad esempio il venerdì, no!?

Più passanti nord per tutti!
E se tutti non sono sufficienti, importiamone qualche milionata.
Oh!