Dal Comando della Legione Carabinieri Emilia Romagna
Nella mattinata di ieri, venerdì 13 dicembre, , presso l’Aula Scantamburlo
della Legione Carabinieri Emilia Romagna, in contemporanea con la cerimonia
svoltasi a Roma, il
Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna,
Colonnello Antonio Jannece, ha presentato il Calendario Storico dell'Arma dei
Carabinieri, le cui tavole completano il ciclo degli ultimi tre calendari
ripercorrendo i momenti più significativi per l’Istituzione nel suo ‘quarto
Cinquantennio di Storia’ sino al 2014, ‘Bicentenario della Fondazione’.
Il notevole interesse verso il Calendario Storico dell’Arma, che quest’anno
è giunto a una tiratura di 1.300.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere
(inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice sia dell’affetto e della
vicinanza che ciascun cittadino nutre nei confronti della Benemerita a cui è
legata da uno speciale vincolo, sia dei sentimenti di coesione e unità
esistenti tra i Carabinieri attraverso il richiamo a intramontabili valori e
semplici eroici gesti quotidiani.
Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la
pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 81^ edizione, venne ripresa
regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue
tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia.
Termina con il calendario celebrativo del Bicentenario di Fondazione la
serie iniziata nel 2011 per ripercorrere le tappe salienti della storia
dell’Arma dei Carabinieri. 12 tavole realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo – e
dal Sig. Massimo Maracci riguardo alla pagina centrale – che sintetizzano
l’odierna attività dell’Arma, rievocano significativi eventi degli ultimi dieci
lustri nei quali i Carabinieri sono stati presenti e mettono in correlazione
avvenimenti del passato con quelli più recenti per sancire l’importanza del “copioso
patrimonio di valori umani ed etici che le generazioni precedenti ci hanno
tramandato”.
Dall’attività di soccorso nei casi di calamità naturali alla costituzione
di Reparti specializzati nella tutela delle pubbliche manifestazioni e di
interessi primari della collettività, dal contrasto al fenomeno dei sequestri
di persona, dell’eversione, della mafia, alle missioni di pace nei Balcani, in
Afghanistan e in Iraq, con la dolorosa memoria di Nassiriyah, dall’ingresso
delle donne del 1999 al riordino dell’Arma nel 2000.
In copertina è raffigurata la celebre “Pattuglia nella tormenta”
dello scultore Antonio Berti. “Un’opera che esprime tutto il senso della
nostra missione”; delineato idealmente da quei Carabinieri che,
imperturbabili e forti di quei valori umani ed etici, che vengono tramandati di
generazione in generazione, contrastano e vincono l’impeto della bufera
avanzando lentamente e inesorabilmente verso la loro mèta.
Non a caso, a quest’immagine – senza tempo – si ispira il monumento che è
in corso di realizzazione grazie soprattutto al sostegno dei Comuni d’Italia e
che sarà posto nei giardini prospicienti il Palazzo del Quirinale.
Nella prefazione, il Comandante Generale dell’Arma Leonardo
Gallitelli introduce il Bicentenario della Fondazione evidenziando come da
sempre le Stazioni Carabinieri siano “il cuore della nostra organizzazione e
tra i simboli più antichi e amati dello Stato Italiano, per quella radicata e
riconosciuta capacità di coniugare efficienza operativa e sensibilità umana”.
Il Generale Gallitelli poi prosegue ponendo l’attenzione sui numerosi esempi
positivi dei Carabinieri che ci hanno preceduto. “Pagine fitte di
innumerevoli atti di eroismo, tante volte compiuti con il supremo dono della
vita, sempre vissuti con la silente compostezza che è senza dubbio la nostra
cifra distintiva, indelebilmente impressa nel nostro passato”.
Nella pagina centrale del Calendario – con apertura a soffietto –
sono riprodotti due dipinti, uno del 1914 e l’altro del 2013, che riproducono
tutte le specialità dell’Arma nel primo centenario e nel Bicentenario.
Le tavole del Calendario, proseguendo il percorso iniziato nel 2011
e ispirandosi ad alcuni dei numerosi, noti eventi di quest’ultimo
cinquantennio, illustrano le principali attività nelle quali l’Arma è
generosamente e silenziosamente impegnata non solo per prevenire e reprimere i
reati, ma anche per fornire assistenza al cittadino.
Come è stato ieri, com’è oggi e come sarà domani.
Episodi riconducibili a momenti specifici, o fatti senza tempo che si
ripetono ogni giorno nel quotidiano servizio di pattuglia.
Così avviene nelle operazioni di soccorso, dove spesso i Carabinieri sono
tra i primi a intervenire in caso di calamità, in virtù della loro presenza
capillare su tutto il territorio garantita dalle Stazioni Carabinieri e dai
Nuclei Radiomobile. Dalla tragedia del Vajont al più recente terremoto de
L’Aquila, sino a quell’attività di accoglienza degli immigrati abilmente
rappresentata dal pittore Lucio Tafuri nell’opera “Sole d’Inverno”.
Ed è ancora sulla conoscenza del territorio che si incentra l’attività di
contrasto al fenomeno dei sequestri di persona. Un reato che ha fatto
registrare una sensibile recrudescenza tra il 1969 e il 1997, ispirando
l’istituzione di Reparti ad hoc – le Squadriglie e gli Squadroni Carabinieri
Eliportati Cacciatori di Calabria e di Sardegna – capaci di muoversi agilmente
nelle aree più impervie alla ricerca dei covi.
È di questi anni anche la costituzione di Reparti Specializzati protesi
alla salvaguardia di interessi collettivi della popolazione. Si coniugano così
i valori e le tradizioni del Carabiniere con l’innovazione tecnologica,
investendo nella preparazione del proprio personale per far fronte a nuove
forme di criminalità che valicano anche i confini nazionali.
Non mancano in questi cinquanta anni momenti di tensione, laddove l’acuirsi
della lotta armata crea preoccupazioni paragonabili solo a quelle provocate da
uno stato di guerra. Le nuove esigenze operative portano all’adeguamento delle
strutture investigative con la creazione, tra l’altro, delle Sezioni
Anticrimine – poi confluite nel ROS – che contribuirono alla definitiva
affermazione delle Istituzioni.
Parallelamente si inasprisce la sfida alle varie forme di criminalità
organizzata. Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, i Capitani Emanuele Basile
e Mario D’Aleo, i Brigadieri Carmine Tripodi e Giuseppe Bommarito, nonché il
Carabiniere Pietro Morici sono solo alcuni degli uomini dell’Arma che, con il
loro sacrificio, hanno contribuito a perpetuare il ruolo del Carabiniere quale
“… difensore incrollabile della collettività nazionale”.
L’ordinato svolgimento delle manifestazioni pubbliche, siano esse
processioni, feste paesane, competizioni sportive, concerti o raduni, è un
obiettivo prioritario per l’Istituzione, sancito già nel 1814 nelle Regie
Patenti. L’Arma, per “… assicurare il buon ordine e la pubblica tranquillità
…”, oltre all’Organizzazione Territoriale, impiega i Reggimenti e Battaglioni
Mobili, composti da Carabinieri di elevata e specifica professionalità.
La capacità dei Carabinieri di assolvere contestualmente sia funzioni
militari (di imposizione dell’ordine e della sicurezza pubblica) sia quelle di
polizia (di assistenza per la ricostruzione e il funzionamento delle
istituzioni locali) è risultata molto preziosa nelle missioni internazionali di
pace, tanto che il flessibile ed efficace “modello Carabinieri” – sorto nei
Balcani dove l’Arma continua ad operare ininterrottamente da 18 anni – ha
suscitato vivo apprezzamento nelle Comunità internazionali, divenendo strumento
indispensabile nella conduzione di una missione di pace.
Il quotidiano e indissolubile legame tra il cittadino e i suoi Carabinieri
che si rinsalda nei momenti difficili. Nassiriyah non è l’unico luogo dove un
Carabiniere è caduto per la salvaguardia dei più deboli ma senza ombra di
dubbio ha lasciato un doloroso e indelebile segno nel cuore di tutti gli
italiani.
Immancabili, tra le tavole del quarto cinquantennio, quelle rievocative di
due momenti fondamentali per l’Arma. Quello del 1999 che ha consentito
all’Amministrazione di beneficiare del validissimo apporto professionale delle
donne. Il secondo legato al 31 marzo 2000 allorquando la Benemerita, da prima
Arma dell’Esercito – così come disposto dall’art. 12 delle Regie Patenti del 13
luglio 1814 – è stata elevata a rango di Forza Armata. Da allora, la carica di
Comandante Generale, in precedenza attribuita ai Generale di Corpo d’Armata
dell’Esercito, è assunta dagli stessi Generali dell’Arma dei Carabinieri.
Il Calendario Storico 2014 si conclude con l’immagine di Papa Francesco a
rappresentare i valori cui si ispira l’agire quotidiano dei Gesuiti. Quegli
stessi valori racchiusi nel Regolamento Generale dell’Arma, redatto, secondo
fonti storiche, con la partecipazione del padre gesuita Cristiano
Chateaubriand.
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Nassyria |
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