venerdì 22 novembre 2013

Bologna. Il Cardinale Caffarra ha celebrato la Virgo Fidelis e ha condannato ‘genitore 1, genitore 2’ quale 'irrealtà inventata dal potere'.




Ieri mattina,  nella Sala del ‘Monticelli’ del Comando Legione Carabinieri “Emilia Romagna”, S. Em. Rev.ma Cardinale Carlo CAFFARRA ha presieduto la celebrazione della ‘Virgo Fidelis’, Patrona dei Carabinieri.
Al termine della funzione religiosa, il Generale Antonio Paparella, Comandante della Legione Carabinieri, ha commemorato il 71° anniversario della Battaglia di Culqualber, località dell’Africa Orientale, dove un intero Battaglione di Carabinieri si distinse, per fulgido valore, in un’epica resistenza del caposaldo, ma fu sopraffatto da preponderanti forze avversarie e decimato.
Per tale eroismo, la Bandiera dell’Arma è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

L’omelia del Cardinale Caffarra:

“L’aver posto l’Arma dei Carabinieri sotto la protezione della Virgo fidelis riveste un significato molto profondo. Il valore della fedeltà è la caratteristica fondamentale del vostro corpo. Vorrei ora fare alcune brevi riflessioni su questo fatto. La fedeltà implica una promessa. Una promessa che nel vostro caso ha assunto il carattere sacro del giuramento. Il giuramento promissorio è una delle espressioni più alte della dignità della persona; del fatto che ‘essere qualcuno’ è infinitamente più che ‘essere qualcosa’. Quando gli uomini promettono, si elevano al di sopra del loro pur inevitabile assorbimento nel flusso del tempo. Mediante la propria promessa, la persone umane non faranno dipendere ciò che faranno in futuro dalle circostanze in cui si troveranno ad operare, agli interessi che saranno allora in gioco. Le persone mediante la promessa decidono ora ciò che faranno in futuro o non faranno, così che risulti moralmente impossibile una revisione futura della promessa fatta ora. La promessa quindi è connessa inscindibilmente alla fedeltà: è come il concavo ed il convesso della stessa figura.
Il vostro servizio quotidiano è ancorato ad un atto spirituale di questo genere; è come continuamente generato dalla promessa e dalla fedeltà ad essa.Vi è poi un altro aspetto della promessa e della fedeltà non meno importante. Essa crea un’aspettativa nelle altre persone, che spesso, come nel vostro caso, ha per certi aspetti non solo un carattere morale, ma anche giuridico. E’ il vostro modo di stare dentro alla comunità delle persone. Questa configurazione, questa struttura della vita associata fa di essa non solo una comunità regolamentata di interessi opposti, ma una comunità morale, quale si conviene fra persone umane, fondata sulla fiducia che ciò che è promesso sarà comunque mantenuto. E’ la vostra fedeltà, provata lungo vari decenni della vostra esistenza, che ha generato nel nostro popolo un vero atteggiamento di fiducia e di stima nei confronti dell’Arma. Cari amici, non posso a questo punto non sottolineare la preziosità di questo fatto. Ciò che tiene assieme un popolo è quel patto sociale nel quale ciascuno ha il diritto di aspettarsi dall’altro ciò che egli ha promesso: è un patto che ci lega nella coscienza, prima e più che da eventuali coazioni giuridiche. Quando fra i cittadini dello Stato viene meno questo legame morale basilare; quando, di conseguenza, impèra un sospetto reciproco, e la sfiducia nelle Istituzioni e nei confronti di ogni cittadino; quando la parola diventa un surrogato della verità e l’agire un surrogato del bene, quello Stato ha i giorni contati. Lo Stato basato sull’assicurazione data ai singoli di poter accontentare le loro preferenze, sottomette la giustizia agli interessi. E quando uno Stato di tal fatta entra nell’economia così come nella vita matrimoniale e famigliare non può che compiere devastazioni. Esse vengono compiute, in primo luogo, strappando le parole alla realtà a cui appartengono. Una volta accaduto questo strappo, entrano in scena i funzionari di questo o quel potere a decidere quale contenuto dare alle parole.
E’ ciò che sta accadendo con due parole cardine della fedeltà dell’uomo alla realtà: matrimonio, paternità/maternità. Queste parole non dicono più ciò che è, ma ciò che il potere ha deciso che dicano. Coloro che semplicemente chiedono di essere fedeli alla realtà; di restituire semplicemente queste parole alla realtà cui appartengono, sono subito accusati di essere a favore della discriminazione fra le persone. Stiamo costruendo una torre di Babele, che alla fine rovinerà su noi tutti, in primo luogo sui più deboli, i bambini … affidati al genitore 1 e al genitore 2, affidati a una genitorialità artificialmente costruita.
La Chiesa, cari amici dell’Arma, vi ha donato come Patrona e vi pone dinnanzi come modello la Madre di Dio invocata come Virgo fidelis, cioè a causa della sua fedeltà. Da che cosa soprattutto comprendiamo la fedeltà di Maria? Il Vangelo appena ascoltato risponde a questa domanda. Maria è rimasta fedele al compimento della volontà di Dio: la volontà di Dio ha sempre guidato i suoi passi. E Gesù ci dà al riguardo un insegnamento che a prima vista può meravigliarvi. Ciò che rende grande Maria è questa fedeltà, più ancora che la maternità fisica. E’ in quella attitudine la sua beatitudine. Sia così anche in ciascuno di voi, cari amici dell’Arma. La fedeltà ad una santa promessa fatta; la fedeltà al vostro quotidiano servizio, sia la vostra gloria e la buona testimonianza della vostra coscienza. E alla felicità dell’uomo non è essenziale ricevere gloria dagli uomini, ma da Dio”.





1 commento:

Giuseppe BONANTINI ha detto...

COMPLIMENTI AL LAVORO SVOLTO DALL ARMA DEI CARABINIERI
GIUSEPPE BONANTINI
VOLONTARIO DI PROTEZIONE CIVILE
MOTOSOCCORSO
FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA
DELEG. PROVINCIALE DI BOLOGNA