Ancora una tegola sulla testa degli agricoltori.
Ora è sceso in campo anche il ‘batterio killer’ ed è crollato il mercato dell’ortofrutta con un danno ingentissimo per la categoria, la componente più esposta e più debole della filiera dell’alimentare.
A lamentare l’ennesimo ‘dispetto’ del mercato ai danni degli agricoltori è Pietro Sabbioni, della direzione provinciale della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori ) di Bologna, responsabile Area Fondiaria – Contrattazione:
“A due settimane dall’esplosione dell’epidemia di Escherichia coli in mezza Europa, il panico ha contagiato tutta l’economia, e l’inevitabile psicosi nei consumi dell’ortofrutta che si è scatenata tra i consumatori continua a provocare danni enormi a tutto il sistema agroalimentare”, rileva Sabbioni in un suo commento. “Tra lo stop dell’export, l’annullamento degli ordini, il fermo dei prodotti alle dogane, il crollo dei prezzi di verdura e frutta fresca e la distruzione di tutto l’invenduto, le perdite complessive per gli agricoltori europei ammontano oggi a quasi 600 milioni di Euro. In questa situazione, l’Italia rischia di pagare un conto molto salato. Siamo uno dei maggiori produttori europei di frutta e verdura con un milione e 230 mila ettari coltivati, ed una produzione lorda vendibile stimata in 12,3 miliardi annui”, precisa Pietro Sabbioni, “ ed un terzo,( 4,2 miliardi), viene destinato all’esportazione. E’ ovvio, quindi che se la metà dei consumatori tedeschi non mangia più verdura fresca, e paesi come la Russia bloccano l’import di ortofrutta, il settore cola a picco. Purtroppo siamo di fronte anche ad un calo drastico dei consumi interni, ( meno 20%), nonostante non si siano verificati casi della malattia nel nostro paese, ma le notizie contraddittorie che si sono rincorse sui media di tutta Europa e la mancanza di chiarezza hanno avuto effetti devastanti anche da noi.
Siamo di fronte ad una situazione molto critica, “continua Sabbioni, “che richiede subito misure correttive ed adeguati e tempestivi indennizzi al settore. Tuttavia, le proposte che sono state annunciate finora dalla Commissione Europea sono completamente insufficienti per fronteggiare questa drammatica situazione.
I produttori italiani, stanno subendo una emergenza di cui non hanno alcuna colpa. E’ quindi indispensabile che venga chiarito al più presto qualsiasi dubbio, ridando certezze sia ai consumatori che agli agricoltori.
Occorre definire al più presto e con certezza la causa del batterio killer, deve essere ritirato dal mercato il prodotto incriminato e diventa utile, necessario ed indispensabile che sia fatta chiarezza sulla ‘tracciabilità’ di tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla distribuzione”.
Piove ancora sul bagnato, speriamo che l’Europa ci fornisca un ombrello!
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