martedì 26 gennaio 2021

Il Centro destra di Marzabotto. "Non tassare le attività limitate dal Coronavirus"

Non pressate con balzelli le attività bloccata dalle prescrizioni Anti Covid, ma date loro un aiuto con l'eliminazione delle imposte,” è la richiesta del Centrodestra di Marzabotto formalizzata in due mozioni in cui si invita Giunta e Consiglio comunali a esaminarle positivamente. Le attività che andrebbero alleggerite da tasse sono le palestre e le attività di wellness, i bar e i ristoranti. E l'agevolazione dovrebbe essere attuata fino a che i ristori annunciati giungeranno e almeno fino al perdurare delle limitazioni che li costringono a attività parziale.


Ecco il testo della prima mozione:

Considerato che il settore dei servizi per la cura del corpo e della persona nella fattispecie palestre e attività di wellness è stato fortemente colpito con periodi di chiusura che superano i sei mesi nel solo anno 2020, ancor più che gli esercizi pubblici di ristorazione e bar sono stati penalizzate da scelte discutibili.

Rilevato che nel comune di Marzabotto ci sono alcune attività attive nel mondo del wellness e dell'attività fisica. Alcune di queste attività si possono considerare storiche e fondamentali per il nostro territorio;.

Atteso che lo sport è ritenuto disciplina fondamentale per la cura del corpo, della salute fisica e psicologica.


Tutto ciò premesso Si IMPEGNA il SINDACO e tutto il CONSIGLIO COMUNALE a valutare la possibilità che vengano eliminate le imposte a cui sono tenute le palestre e le attività di wellness del nostro territorio, fino a ché idonei ristori non siano giunti alle categorie e almeno fino al perdurare delle stringenti limitazioni che li vedono interessati e costretti ad un esercizio delle attività parziale che non basta nemmeno a coprire le spese sostenute.


La seconda mozione

Il settore della somministrazione di alimenti e bevande, come bar e ristoranti, attraverso molteplici aperture e chiusure è apparso subito il capro espiatorio dei contagi e della diffusione della pandemia da Coronavirus.

Ad eccezione di una breve parentesi estiva, bar e ristoranti sono sempre stati visti come 'pericolosi' luoghi di aggregazione e veicolatori del virus, pertanto attraverso diverse misure sono ad essi state imposte molteplici e confuse limitazioni: dalla riduzione drastica del 50% dei coperti, all’apertura fino alle 18, alla chiusura totale durante i mesi del lockdown, all’apertura parziale solo a pranzo, con tavoli da 4 coperti, alla chiusura con sola possibilità di asporto.

Sono state poi attuate normative confuse che non hanno avuto equo ristoro a fronte delle ingenti perdite avute.

Considerato che il settore dei pubblici esercizi, bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, pasticcerie, con 30 miliardi di euro di perdite, è in uno stato di crisi profonda con il serio rischio di veder chiudere definitivamente 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro e che i pubblici esercizi rappresentano un settore trainante del turismo e dell’economia del Paese con 85 miliardi di fatturato prodotto e 1.200.000 occupati e che gli interventi messi in campo dal Governo sono solo una risposta parziale alle esigenze del settore. Germania e Francia per esempio hanno erogato finanziamenti a fondo perduto per le attività commerciali.

Rilevato altresì che la confusa ed intermittente politica governativa sulle aperture e relative chiusure di bar e ristoranti ha dapprima illuso i proprietari sulla possibilità di poter aprire le loro attività, mettendoli nella condizione di affrontare importanti spese per la messa in sicurezza dei locali, per l’acquisto di sistemi di igienizzazione e pulizia, strumenti anticontagio come plexiglass e separatori, così come servizi professionali di igienizzazione operati da aziende del settore; le aperture randomiche precedenti le feste natalizie hanno convinto i ristoratori ad organizzarsi con acquisti e rifornimenti per poi venire a conoscenza della decisione di chiudere le attività per tutta la durata delle festività solo pochi giorni prima. Valutato che le riduzioni messe in campo dal Comune di Marzabotto circa le scontistiche sulla tassa TARI appaiono ormai non sufficienti rispetto alla pressione fiscale che le Partite Iva devono sostenere;


Tutto ciò premesso si IMPEGNA il SINDACO e tutto il CONSIGLIO COMUNALE a valutare la possibilità che vengano eliminate le imposte a cui sono tenuti i settori della ristorazione e dei bar, fino a ché idonei ristori non siano giunti alle categorie e almeno fino al perdurare delle stringenti limitazioni che li vedono interessati e costretti ad un esercizio delle attività parziale che non basta nemmeno a coprire le spese sostenute.

 

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