mercoledì 27 gennaio 2021

Aiutare le aziende colpite da prossima chiusura della Porrettana

Il consigliere Michele Facci della Lega chiede spiegazioni sugli annunciati lavori sulla statale che collega l’Appennino bolognese con la Toscana ed elenca tutte le difficoltà della zona montana bolognese

 

di Luca Molinari

La Regione intervenga per ridurre i danni a imprese, cittadini e negozi in merito alla paventata prossima interruzione della  Porrettana in località Signorino (Comune di Pistoia), con conseguente grave nocumento per tutte le attività economiche e commerciali situate nell’Alta Valle del Reno, in provincia di Bologna.

A chiedere l’intervento di viale Aldo Moro è, in un’interrogazione, il consigliere Michele Facci che ricorda tutti i disagi stradali che gravano sull’Appennino bolognese a causa di “lavori in corso” o dei danni conseguenti a fenomeni di dissesto idrogeologico.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “se la Regione Emilia-Romagna abbia in qualche modo potuto rappresentare, nelle sedi istituzionali, le gravi ricadute che l’interruzione sulla statale Porrettana del collegamento con la Toscana determinerà per tutte le attività economiche e commerciali dell’area territoriale a nord di Pistoia, e quindi, prime fra tutte, la zona
dell’Alta Valle del Reno; quali siano le contromisure, anche dal punto di vista economico, che la Regione intende adottare per garantire i collegamenti tra le due regioni, considerata la precarietà e la tortuosità di percorsi alternativi, già interessati da fenomeni di dissesto idrogeologico”.

Facci, infine, interroga l’esecutivo regionale per sapere “quali siano le misure economiche che la Regione intenderà adottare a supporto dei territori che verranno inevitabilmente danneggiati dall’interruzione del principale collegamento tra le due regioni, analogamente a quanto stanziato a bilancio dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile per l’evento del 2 febbraio 2019 e più in generale, quali iniziative intenda adottare per garantire all’area appenninica più distante dell’area metropolitana di Bologna, in una fase economica drammaticamente sconvolta dall’emergenza Covid, ogni più ampia tutela”.

 

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