L’assessore Costi: «Non siamo stati avvertiti da nessuno». La Philips: «Continuità per dipendenti e clienti»
Dubbio
ha inviato l'articolo di Mauro Giordano
pubblicato da Il Corriere di Bologna
La
Regione scende in campo per sostenere i lavoratori della Saeco,
preoccupati dalla decisione della multinazionale olandese Philips di
mettere in vendita lo stabilimento di Gaggio Montano, come
conseguenza del nuovo assetto industriale che punta alla dismissione
della produzione di piccoli elettrodomestici per fare spazio al
settore della tecnologia sanitaria.
Zero comunicazioni
«Ci
attiveremo immediatamente incontrando sia i rappresentanti dei
lavoratori sia per conoscere le intenzioni direttamente dalla
proprietà – spiega l’assessore regionale alle Attività
produttive, Palma Costi –. La vicenda Saeco evoca una difficile
trattativa che negli anni scorsi ha segnato un pezzo della storia
produttiva e occupazionale dell’Appennino bolognese, i sacrifici
fatti dai lavoratori e le azioni intraprese dalle istituzioni, come
il fondo regionale per la formazione destinato ai lavoratori in
esubero e il patto territoriale per facilitarne la ricollocazione».
L’assessore non nasconde un certo fastidio sui canali comunicativi
scelti dalla Philips. «Mi sarei aspettata una comunicazione da parte
dalla proprietà — osserva —. Una vendita non deve
necessariamente innescare preoccupazioni, ma da parte nostra ci sarà
la massima attenzione e la richiesta assoluta della garanzia
occupazionale». Da parte sua, ieri l’azienda ha fatto sapere di
essere impegnata «in una transizione che preveda continuità per i
propri dipendenti, partner e clienti».
Simbolo della crisi
La
Saeco e la Demm di Porretta Terme rappresentano le due grandi crisi
aziendali che negli ultimi anni hanno tenuto con il fiato sospeso
lavoratori e famiglie dell’Appennino che come le altre zone montane
della regione sono state al centro della recente campagna elettorale
per i loro problemi rispetto al dinamismo del resto della regione.
Spopolamento: con un calo degli abitanti certificato anche da un
rapporto della Città metropolitana quantificabile in -0,8% dal 2008
al 2017 (perdendo circa 150 residenti sui 153.000 dell’area) con
andamento opposto alla provincia che segna un +3,6% in questi anni e
lo storico superamento della soglia del milione di abitanti nel
territorio metropolitano. Redditi più bassi: tra i 18.000 e i 21.000
euro annui rispetto a una media provinciale di 25.000 e regionale di
22.000.
L’impegno dei neo-eletti in Regione
Massima
attenzione al caso anche da parte dei neoconsiglieri regionali
eletti, tra tutti Igor Taruffi di Emilia-Romagna Coraggiosa residente
in Appennino e sempre vicino a quel territorio. «Serve non solo
l’intervento della Regione ma anche del governo — commenta —.
Infrastrutture e fiscalità agevolata per territori con queste
difficoltà, quest’ultima da raggiungere in accordo con Roma, sono
le strade da intraprendere subito». Per Marco Lisei di Fratelli
d’Italia «il comprensorio è in sofferenza da tempo e consideriamo
le soluzioni finora messe in campo dalla Regione sbagliate, perché
servono interventi in un quadro generale e non solo da tampone per
queste crisi: la situazione purtroppo non è nuova». Per Silvia
Piccini del M5S «è indispensabile garantire collegamenti,
infrastrutture e servizi, difendere la Saeco significa salvaguardare
chi vive nel nostro Appennino».
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