Una
'paginetta' di nonna Gegè
E’
di prima mattina quando salgo sul treno, il cielo è plumbeo, spero
sia dovuto al sole dell’inizio autunno che è un po’ dormiglione.
Il vagone è già pieno di passeggeri ancora un po' insonnoliti che
con sguardi vuoti cercano lo stimolo per affrontare la nuova giornata
lavorativa.
Mi
siedo e con rammarico mi accorgo di aver dimenticato a casa il libro
del momento. I libri mi accompagnano ovunque.
Mentre
realizzo che il viaggio sarebbe stato abbastanza noioso senza una
buona lettura vicino a me si siede una graziosa ragazza.
Non
fa in tempo a sistemarsi che già inizia la prima delle sue
innumerevoli conversazioni telefoniche con voce non troppo bassa.
Inevitabilmente
ascolto. Gli interlocutori sono papà, mamma, nonna, sorelle,
compagno e collega. Gli argomenti principali sono tre: l’allarme
dell’abitazione dei genitori che suona tutte le notti alle 3, il
Marocco come meta di un imminente viaggio e l’ictus di un certo
Agostino che dall’immobilità del suo letto d’ospedale continua a
ripetere che deve salire sul suo trattore, prima che piova, per
caricare la legna che ha appena tagliato.
Emergono
altri particolari della vita della ragazza la quale, con noncuranza,
descrive anche situazioni personali.
Per
me è quasi imbarazzante starmene al suo fianco, ma non posso far
altro.
Chiudo
gli occhi, fingo di dormire poi guardo l’orologio e mi rendo conto
che stiamo per arrivare finalmente alla stazione centrale.
La
ragazza, sempre al telefono, scende e si dilegua fra la folla.
Mi
sono trovata per strada con l’impressione di essere entrata
furtivamente in quella vita e come una ladra di emozioni ho
continuato a pensare al quel povero Agostino di cui si era tanto
parlato.
Poi
un dubbio: con il biglietto del treno la ragazza ha anche
sottoscritto L’INFORMATIVA SULLA PRIVACY?????
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