Un
incontro pubblico tenuto a Vado ha confermato che fino a quando i
monitoraggi non confermeranno che la frana si è arrestata non sarà
possibile predisporre un progetto e dare avvio ai lavori che si stima
costeranno almeno 3 milioni di euro e dureranno almeno un paio
d'anni.
di
Carmine Caputo
Unione
dei comuni dell’Appennino bolognese
Grande
partecipazione per l'incontro di mercoledì 18 dicembre a Vado per
fare il punto della situazione sulla frana, che nell'aprile scorso ha
interrotto la circolazione lungo la strada provinciale 325 Val di
Setta, con evidenti disagi per cittadini e automobilisti. Al
convegno, organizzato dalla Città metropolitana di Bologna in
collaborazione con i Comuni di Monzuno e di Marzabotto, hanno
partecipato il consigliere metropolitano con delega alla viabilità
Marco Monesi, il dirigente metropolitano Pietro Luminasi,
i sindaci di Marzabotto e Monzuno, Valentina Cuppi e Bruno
Pasquini e i tecnici specializzati che stanno seguendo il
progetto.
Il
consigliere Monesi ha aperto la serata illustrando lo stato dell’arte
del movimento franoso e i risultati dei monitoraggi realizzati sinora
per permettere un primo studio di fattibilità e consentire una prima
ipotesi di ripristino della viabilità. Monesi ha confermato una
previsione di circa 2 anni necessari alla realizzazione degli
interventi, che potranno partire però solo al termine del
monitoraggio della frana, che continua ad essere in movimento a
causa delle faglie che ne hanno determinato il crollo. Difficile
quindi prevedere quanto a lungo si protrarrà tale monitoraggio,
indispensabile per garantire la sicurezza dei cittadini di
Gardeletta e redigere poi un progetto esecutivo e imbastire la gara
di appalto per l'assegnazione dei lavori. Il progetto ovviamente
dovrà da un lato essere sostenibile economicamente (ad oggi viene
ipotizzato un investimento di circa 3 milioni di euro), dall'altro
essere affidabile da un punto di vista strutturale, cioè durare nel
tempo, in modo da giustificare la spesa e da garantire la sicurezza
di chi la percorrerà.
Nel
corso della serata l’ingegner Marchi dell’Università di Bologna
e i diversi tecnici coinvolti sinora hanno illustrato la natura del
terreno e del territorio e spiegato quali sono le motivazioni di tipo
geologico all'origine delle faglie che causano la frana. La
soluzione ipotizzata per riaprire la viabilità è quella di scavare
la montagna creando degli sbancamenti -come avviene per le cave-
in modo da rendere monitorabili più agevolmente le condizioni della
strada nel caso in cui si dovessero ripetere in futuro situazioni
simili. La strada verrebbe quindi riposizionata a monte di diversi
metri rispetto alla sede attuale, con un margine per lato di circa 7
metri di sicurezza; la traiettoria sarebbe leggermente modificata. Lo
sbancamento a monte previsto è pari a circa 280.000 mq di materiale
e rispetterebbe la naturale pendenza della montagna. Solo attraverso
il progetto definitivo, da predisporre quando la frana sarà ferma,
sarà possibile avere il dettaglio degli interventi.
Non
è invece risultata sostenibile la realizzazione di un viadotto sia
perché la zona non garantisce una base solida di appoggio, sia per
motivazioni economiche (il preventivo si aggirerebbe intorno ai 20
milioni di euro) e sarebbe comunque un’opera eccessivamente
invasiva per il territorio. Motivazioni simili hanno fatto scartare
anche l’ipotesi della realizzazione di una galleria.
I
sindaci Pasquini e Cuppi hanno confermato la costante collaborazione
da parte dei due Comuni nel sollecitare tutti gli enti coinvolti
affinché gli interventi concordati e i budget destinati possano
essere rispettati. Autostrade per l’Italia ha infine
confermato la possibilità di erogare il servizio gratuito per la
tratta Sasso Marconi-Rioveggio e viceversa ai residenti dei Comuni di
Monzuno, Marzabotto, San Benedetto Val di Sambro, Grizzana Morandi e
Castiglione dei Pepoli che ne faranno richiesta. Tale agevolazione
sarà sostenuta economicamente dalla Regione Emilia-Romagna e dalla
Protezione Civile, ma, non essendoci stato il tempo per deliberare
questa spesa a causa delle imminenti elezioni regionali,
contrariamente a quanto richiesto e ipotizzato precedentemente, si
dovrà attendere l’insediamento della nuova Giunta Regionale a fine
gennaio perché le agevolazioni siano attive.
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