mercoledì 18 dicembre 2019

Verso lo studentato diffuso dell’Appennino: i primi fuorisede incontrano la comunità di Monteacuto Vallese

Si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato gli studenti che hanno aderito al progetto del Comune di San Benedetto Val di Sambro di cercare casa in Appennino. Ad ascoltarli c’era il prorettorre Degli Esposti e la direttrice di Ergo Mondin

di Carmine Caputo
 
Era gremito di cittadini il piccolo circolo Arci di Monteacuto Vallese, frazione del Comune di San Benedetto Val di Sambro, che lunedì scorso ha ospitato in serata un incontro a cui hanno preso parte gli studenti universitari venuti a vivere in Appennino per frequentare l’Università di Bologna, i residenti - alcuni dei quali padroni degli alloggi dati in affitto - il sindaco di San Benedetto Alessandro Santoni, il prorettore vicario dell’Università di Bologna, il professor Mirko Degli Esposti e la direttrice di Ergo, Azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell'Emilia-Romagna Patrizia Mondin.
Il Comune infatti nei mesi scorsi ha lanciato una iniziativa per proporre a studenti universitari che non riescono a trovare un alloggio a Bologna, visti i costi proibitivi, di cercare una sistemazione nelle frazioni più vicine alla stazione ferroviaria, da dove si raggiunge il centro di Bologna in una quarantina di minuti. Oltre a mettere a disposizione le risorse per tre mesi di affitto e abbonamento ferroviario ai primi che avessero accettato, il Comune ha prima individuato una serie di alloggi che avrebbero potuto essere dati in affitto a prezzi concorrenziali (in media 300 € al mese per un appartamento di 4 persone) poi ha coinvolto in questa iniziativa l’Università di Bologna e Ergo, che hanno favorito la diffusione delle informazioni. E i risultati non sono mancati: sono già dodici i ragazzi che si sono trasferiti in Appennino per frequentare l’Università.
«Questa esperienza è l'inizio di un grande progetto, uno studentato diffuso su tutto l'Appennino nel quale crediamo» ha commentato il prorettore Degli Esposti «ci vorrà del tempo ma sarà una grande possibilità per questo territorio e per l'Università di Bologna. È un bellissimo progetto che vogliamo estendere e potenziare, dando una mano per risolvere alcuni problemi pratici».
L’incontro è servito per permettere loro di conoscere la cittadinanza, che li ha accolti subito con affetto: c’è chi si è proposto per dar loro dei passaggi in auto, chi li inviterà alle escursioni sui per i monti, chi vuole insegnare loro a cucinare le tagliatelle. E ai ragazzi è stato chiesto cosa chiedono per migliorare la loro condizione. La risposta è stati quasi unanime: tutti si trovano bene ma hanno il problema della corriera Tper che parte dalla stazione di San Benedetto, perché è piccola e spesso strapiena di persone (e questo l’hanno sottolineato anche i residenti) e soprattutto non c’è la sera. La risposta delle istituzioni in questo caso è stata veloce: Comune e Università infatti hanno studiato la possibilità di mettere a disposizioni alcune auto per attivare un servizio di car-sharing che consenta gli spostamenti, anche serali, dalla stazione alle abitazioni degli studenti. Si conta di far attivare il servizio già nelle prossime settimane, così come si affronterà il tema dell’assistenza sanitaria per i fuori-sede e si studierà la possibilità di individuare qualche punto in cui installare il wi-fi gratuito.
In merito il sindaco ha ricordato come il Comune offra già dei punti dove studiare e usufruire della banda ultra-larga: la biblioteca di San Benedetto, per esempio, e il centro di formazione di Ripoli. Per quest’ultimo l’amministrazione si riserva di progettare il modo per renderlo fruibile, anche in serata, agli studenti che cercassero un ambiente dove studiare in tranquillità.
«Gli studenti ospiti qui a San Benedetto sono parte integrante della grande comunità dell'Università di Bologna: siamo contenti di accompagnare questo progetto che ha interessanti prospettive di sviluppo» ha spiegato la direttrice Mondin. «Bologna e la sua università possono essere considerate in maniera ampia, i comuni vicini possono essere la casa degli studenti che frequentano i corsi, noi mettiamo la nostra disponibilità per rendere fruibili i nostri servizi».

Nessun commento: