Riceviamo
Sempre
più di frequente le donne gravide a termine, che provengono dalla
zona dell’Alto Reno Terme e visitate per problemi legati a inizio
contrazioni al PS Ostetrico del Maggiore, vengono dimesse a domicilio
per poi, a poche ore di distanza, dover ritornare per il parto presso
l’Ospedale Maggiore.
Una situazione che costringe le gestanti a ripercorrere 60-70 Km di strada non certo pianeggiante, con tutti i conseguenti rischi connessi alla viabilità in termini di sicurezza, per fare rientro alla propria abitazione, salvo ritornare, spesso (come dimostrano i dati) a meno di 24 ore di distanza, al presidio Ospedaliero del Maggiore, per poter partorire, ripercorrendo la stessa strada.
Una situazione che costringe le gestanti a ripercorrere 60-70 Km di strada non certo pianeggiante, con tutti i conseguenti rischi connessi alla viabilità in termini di sicurezza, per fare rientro alla propria abitazione, salvo ritornare, spesso (come dimostrano i dati) a meno di 24 ore di distanza, al presidio Ospedaliero del Maggiore, per poter partorire, ripercorrendo la stessa strada.
E’
quanto segnala il consigliere regionale di Forza Italia Galeazzo
Bignami in una interrogazione rivolta alla Giunta regionale, anche a
seguito della missiva inviata in data 16 ottobre alla Direzione
generale e sanitaria della Ausl di Bologna, al Servizio di medicina
Legale e Gestione del rischio Ausl di Bologna, al Sindaco della Città
Metropolitana, ai Sindaci dell’Alto Reno Terme, all’Ordine del
Medici Chirurghi e Odontoiatri di Bologna, ai Medici dell’Emergenza
Territoriale, a firma della sigla sindacale SNAMI nella persona del
Presidente e della Responsabile di settore.
Il
medesimo atto ispettivo è stato presentato anche nel Comune di Alto
Reno Terme e in Città metropolitana a firma di Marta Evangelisti
(consigliera di “Adesso Alto Reno Terme” che siede anche in Città
metropolitana).
“In questa sede – spiegano i consiglieri - non si intende entrare nel merito dei criteri clinici di dimissioni, volendo invece porre l’attenzione su quello che gli stessi medici hanno reputato essere un inappropriato criterio logistico di dimissione”. “Tali pratiche inoltre – si legge nell’atto ispettivo - comportano sempre più frequentemente l’attivazione last minute del servizio di emergenza territoriale. Una situazione che, visti i tempi, le distanze, le percorrenze, le condizioni climatiche, costringe l’unica automedica presente sul territorio a frequenti accompagnamenti, comportanti la totale scopertura della intera area territoriale per le altre emergenze. Numerosi ad oggi sono già stati i casi di parti precipitosi e di bambini nati in ambulanza lungo la strada Porrettana”.
“In questa sede – spiegano i consiglieri - non si intende entrare nel merito dei criteri clinici di dimissioni, volendo invece porre l’attenzione su quello che gli stessi medici hanno reputato essere un inappropriato criterio logistico di dimissione”. “Tali pratiche inoltre – si legge nell’atto ispettivo - comportano sempre più frequentemente l’attivazione last minute del servizio di emergenza territoriale. Una situazione che, visti i tempi, le distanze, le percorrenze, le condizioni climatiche, costringe l’unica automedica presente sul territorio a frequenti accompagnamenti, comportanti la totale scopertura della intera area territoriale per le altre emergenze. Numerosi ad oggi sono già stati i casi di parti precipitosi e di bambini nati in ambulanza lungo la strada Porrettana”.
Nelle
rispettive sedi di competenza i consiglieri chiedono dunque verifiche
su tale situazione e in che modo ci si intenda attivare per
ripristinare e incentivare l’uso di tutti gli strumenti
organizzativi atti a limitare tali episodi.
L’Azienda USL di Bologna replica e precisa:
In
relazione alla segnalazione del consigliere regionale Bignami e della
consigliera comunale Evangelisti, riportate oggi dalla DIRE,
l’Azienda USL di Bologna precisa che dal 2013 (quindi prima
della chiusura del punto nascita di
Porretta Terme) già il 75% circa dei parti delle donne residenti nel
Distretto di Porretta Terme avveniva altrove, prevalentemente a
Bologna.
Dopo il 14 febbraio 2014 (data della chiusura), sono state attivate delle procedure, in collaborazione con il Servizio 118, per ottimizzare la gestione della gravidanza delle donne residenti nel Distretto Appennino Bolognese.
Al contrario di quanto affermato dai due consiglieri, dall’analisi dei dati relativi agli interventi effettuati negli anni 2016-2017 dai mezzi di soccorso 118 operanti nell’area interessata emerge che solo in due casi il ricovero della donna ed il parto siano avvenuti a distanza di poco tempo dalle dimissioni dal PS Ostetrico e che solo uno dei suddetti casi era rientrato al domicilio attraverso il Pronto Soccorso.
I dati raccolti in questi anni confermano la validità dell’attuale modello organizzativo di gestione centralizzata del parto presso i punti nascita a più elevato volume di attività e maggiore competenza nella gestione di eventi e complicanze talvolta imprevedibili.
L’Azienda USL di Bologna, ad ogni modo, continuerà a monitorare attentamente la casistica degli interventi effettuati dai mezzi di soccorso 118 operanti nei Comuni della Valle del Reno, al fine di adottare i provvedimenti correttivi che si dovessero rendere necessari.
Dopo il 14 febbraio 2014 (data della chiusura), sono state attivate delle procedure, in collaborazione con il Servizio 118, per ottimizzare la gestione della gravidanza delle donne residenti nel Distretto Appennino Bolognese.
Al contrario di quanto affermato dai due consiglieri, dall’analisi dei dati relativi agli interventi effettuati negli anni 2016-2017 dai mezzi di soccorso 118 operanti nell’area interessata emerge che solo in due casi il ricovero della donna ed il parto siano avvenuti a distanza di poco tempo dalle dimissioni dal PS Ostetrico e che solo uno dei suddetti casi era rientrato al domicilio attraverso il Pronto Soccorso.
I dati raccolti in questi anni confermano la validità dell’attuale modello organizzativo di gestione centralizzata del parto presso i punti nascita a più elevato volume di attività e maggiore competenza nella gestione di eventi e complicanze talvolta imprevedibili.
L’Azienda USL di Bologna, ad ogni modo, continuerà a monitorare attentamente la casistica degli interventi effettuati dai mezzi di soccorso 118 operanti nei Comuni della Valle del Reno, al fine di adottare i provvedimenti correttivi che si dovessero rendere necessari.
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