sabato 4 novembre 2017

Bignami ed Evangelisti: “Partorire nell’Alto Reno è sempre pi difficile”. L'AUSL replica: “ Non è vero. Nel 2016-17 solo in due casi il ricovero della donna ed il parto sono avvenuti a distanza di poco tempo”


Riceviamo


Sempre più di frequente le donne gravide a termine, che provengono dalla zona dell’Alto Reno Terme e visitate per problemi legati a inizio contrazioni al PS Ostetrico del Maggiore, vengono dimesse a domicilio per poi, a poche ore di distanza, dover ritornare per il parto presso l’Ospedale Maggiore.
Una situazione che costringe le gestanti a ripercorrere 60-70 Km di strada non certo pianeggiante, con tutti i conseguenti rischi connessi alla viabilità in termini di sicurezza, per fare rientro alla propria abitazione, salvo ritornare, spesso (come dimostrano i dati) a meno di 24 ore di distanza, al presidio Ospedaliero del Maggiore, per poter partorire, ripercorrendo la stessa strada.

E’ quanto segnala il consigliere regionale di Forza Italia Galeazzo Bignami in una interrogazione rivolta alla Giunta regionale, anche a seguito della missiva inviata in data 16 ottobre alla Direzione generale e sanitaria della Ausl di Bologna, al Servizio di medicina Legale e Gestione del rischio Ausl di Bologna, al Sindaco della Città Metropolitana, ai Sindaci dell’Alto Reno Terme, all’Ordine del Medici Chirurghi e Odontoiatri di Bologna, ai Medici dell’Emergenza Territoriale, a firma della sigla sindacale SNAMI nella persona del Presidente e della Responsabile di settore.
Il medesimo atto ispettivo è stato presentato anche nel Comune di Alto Reno Terme e in Città metropolitana a firma di Marta Evangelisti (consigliera di “Adesso Alto Reno Terme” che siede anche in Città metropolitana).
“In questa sede – spiegano i consiglieri - non si intende entrare nel merito dei criteri clinici di dimissioni, volendo invece porre l’attenzione su quello che gli stessi medici hanno reputato essere un inappropriato criterio logistico di dimissione”. “Tali pratiche inoltre – si legge nell’atto ispettivo - comportano sempre più frequentemente l’attivazione
last minute del servizio di emergenza territoriale. Una situazione che, visti i tempi, le distanze, le percorrenze, le condizioni climatiche, costringe l’unica automedica presente sul territorio a frequenti accompagnamenti, comportanti la totale scopertura della intera area territoriale per le altre emergenze. Numerosi ad oggi sono già stati i casi di parti precipitosi e di bambini nati in ambulanza lungo la strada Porrettana”.
Nelle rispettive sedi di competenza i consiglieri chiedono dunque verifiche su tale situazione e in che modo ci si intenda attivare per ripristinare e incentivare l’uso di tutti gli strumenti organizzativi atti a limitare tali episodi.

L’Azienda USL di Bologna replica e precisa:

In relazione alla segnalazione del consigliere regionale Bignami e della consigliera comunale Evangelisti, riportate oggi dalla DIRE, l’Azienda USL di Bologna precisa che dal  2013 (quindi prima della  chiusura  del  punto  nascita  di Porretta Terme) già il 75% circa dei parti delle donne residenti nel Distretto di Porretta Terme avveniva altrove, prevalentemente a Bologna.

Dopo il 14 febbraio 2014 (data della chiusura), sono state attivate delle procedure, in collaborazione con il Servizio 118, per ottimizzare la gestione della gravidanza delle donne residenti nel Distretto Appennino Bolognese.

Al contrario di quanto affermato dai due consiglieri, dall’analisi dei dati relativi agli interventi effettuati negli anni 2016-2017 dai mezzi di soccorso 118 operanti nell’area interessata emerge che solo in due casi il ricovero della donna ed il parto siano avvenuti a distanza di poco tempo dalle dimissioni dal PS Ostetrico e che solo uno dei suddetti casi era rientrato al domicilio attraverso il Pronto Soccorso.

I dati raccolti in questi anni confermano la validità dell’attuale modello organizzativo di gestione centralizzata del parto presso i punti nascita a più elevato volume di attività e maggiore competenza nella gestione di eventi e complicanze talvolta imprevedibili.

L’Azienda USL di Bologna, ad ogni modo, continuerà a monitorare attentamente la casistica degli interventi effettuati  dai  mezzi  di  soccorso  118  operanti  nei  Comuni  della  Valle  del  Reno,  al  fine  di  adottare i provvedimenti correttivi che si dovessero rendere necessari.

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