martedì 7 febbraio 2017

A Casalecchio di Reno proiezione di DUSTUR, il documentario che racconta le speranze dei detenuti musulmani a Bologna.

Oggi, martedì 7 febbraio alle 20.30, presso la Casa per la Pace La Filanda di Casalecchio di Reno, proiezione del pluripremiato documentario Dustur di Marco Santarelli, tratto da una esperienza maturata in un corso sulla Costituzione italiana di un gruppo di detenuti musulmani nel carcere della Dozza di Bologna. Alla proiezione seguirà una discussione con i due protagonisti del documentario, il portavoce della comunità islamica di Bologna Yassine Lafram e il frate dossettiano Ignazio De Francesco.

Dustur ("Costituzione" in lingua araba) descrive in parallelo il corso per detenuti musulmani sulla Costituzione Italiana a confronto con le regole e i valori del mondo arabo, svolto dal novembre 2014, e la storia di Samad, marocchino di 25 anni, che dopo 4 anni per traffico internazionale di stupefacenti alla Dozza si è diplomato e iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, lavorando per mantenersi in un'officina meccanica presso Bologna. Il percorso formativo condotto da Frate Ignazio e teso alla stesura di una "costituzione ideale" passa in particolare per una accesa discussione sulla libertà religiosa, in cui Yassine Lafram si ritrova nel compito di mediatore tra le posizioni oltre che di traduttore, fino alla partecipazione di Samad, con la sua testimonianza di diritti e doveri, all'ultima delle 24 lezioni.
Dustur, ha partecipato alla sezione " Italiana.Doc" del Torino Film Festival 2015, aggiudicandosi i premi "Occhiali di Gandhi" e "AVANTI"; nel 2016 ha vinto tra gli altri il Premio dei Giovani al Festival internazionale del documentario "Cinéma du réel" di Parigi e il Premio "EXTR'A / Il Razzismo è una brutta storia" al 26° Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina di Milano. Dopo oltre 100 proiezioni in Italia e all'estero, nel 2017 è stato selezionato dal circuito UCCA – Unione Circoli Cinematografici ARCI per la diffusione nazionale nei circoli, ed è stato acquistato da TV2000 per la programmazione televisiva.


Yassine Lafram, nato a Casablanca e trasferitosi in Italia quasi 20 anni fa, è mediatore culturale e coordinatore della Comunità Islamica di Bologna.
Ignazio De Francesco , monaco della Piccola Famiglia dell'Annunziata, è islamologo e ha trascorso 12 anni in Medio Oriente. Dalla sua pluriennale esperienza di dialogo con i detenuti di lingua araba alla Dozza è nato nel 2015 il testo teatrale Leila della tempesta.

Ingresso libero

Per informazioni: Tel. 051.6198744 – E-mail casapacefilanda.info@gmail.com

2 commenti:

Cesare Zecca ha detto...

Il razzismoanti è ancora peggio perché più subdolo.
Perché qui, si censura da una parte il fatto che si approccino i detenuti e le persone come islamiche, altrimenti sei "razzista".
D'altra parte ciò che viene buttato fuori dalla porta, rientra dalla finestra, con tutto un pippone chiesastico sul fatto che... 'sti detenuti siano islamici.

Quindi già l'artifizio del pendolare a seconda dell'utilità tra il negare l'islamicità e del confermarla e sottolinearla è un artifizio retorico patetico.

Perché queste persone sono in Italia? Sono penetrate a forza la comunità violandone le leggi? Perché ne hanno violato le leggi anche in seguito?
E' del tutto ovvio che milioni di invasori che non hanno un reddito, un'occupazione, poi debbano delinquere per campare, visto che non possono evaporare, no!?

Queste persone, semplicemente, dovrebbero essere rimpatriate e scontare le pene nelle galere dei loro paesi di origine ed essere banditi per sempre dal rientro in Italia, pena conseguenze draconinane. Non so se questi moralizzatori da strapazzo sono consci che le carceri italiane sono strapiene, che hanno dei limiti e che non possono ospitare le moltitudini di "gioiosamente fratelli, opportunità, ricchezze, doni, pagatori di pensione" e le loro esuberanti e simpatiche attività, imposti ai territori dai neosoviet al caviale e dalle masse di zeloti imbecilli masochisti che li seguono.

Prima creare, apologizzare, supportare il problema dell'invasione e dell'invasione islamica, problema nel problema e poi proporsi come risolutori.
Pensate che tutti siano rincretiniti? che il rincoglionimento (la grande deculturazione, per dirla con le parole di Renaud Camus) all'ortodossia abbia plagiato tutte le menti?

Menti sotto l'effetto dell'oppio, quello tradizionale e poi quello marxista, progressista, sostituzionista, sì global. Ora fanno comunella con quelli obnubilati da quello islamico.

No grazie.

Anonimo ha detto...

Svegliatevi,le speranze dei musulmani sono ben diverse, altro che "dustur".

la libertà può andare all'inferno