Domani,
giovedì 16 febbraio alle 15, presso la Casa
della Conoscenza di Casalecchio di Reno, il professor
Marco Salucci coordina la quarta lezione
pubblica del ciclo "One-Dimensional Man. How are
You?", dedicato all'opera di Herbert
Marcuse e alla Scuola di Francoforte
a 50 anni dalla prima edizione italiana di L'uomo a una
dimensione, ideato da Alberto Gualandi per
il Liceo da Vinci di Casalecchio di Reno e che
vede coinvolto anche il Liceo Minghetti di
Bologna.
Leggendo
L'uomo
a una dimensione
di Herbert
Marcuse
(1898-1979) appare chiaro come una società libera non sia una
società liberata. Un mondo in cui si è liberi di fare o non fare,
di acquistare o di lavorare, di soddisfare o di criticare, non è un
mondo libero. Essere "liberi di" non significa essere
"liberi da". Come ritrovare una libertà affermativa? Da
cosa liberarsi e cosa affermare quando ci si libera? Il film Playtime
del regista francese Jacques
Tati
è ambientato in una Parigi caratterizzata da spazi artificiali,
propri della società avanzata, e da modi di operare moderni e quasi
meccanici ai quali il personaggio principale, Monsieur
Hulot,
non riesce ad adattarsi. Proprio da questo contrasto nasce il comico
di Playtime
ed il riso come suo effetto che, come afferma il filosofo francese
Henri
Bergson,
è la sanzione della vita all'uomo che si rende meccanico.
Se
Marcuse proponeva l'immaginazione come soluzione per un nuovo modello
di società, i film di Tati, che appaiono come un bergsonismo in
fotogrammi, mostrano in che modo la via alla libertà non si affermi
dall'esterno della società ma possa nascere al suo interno, dal suo
carattere più profondo e meno caratterizzante: dalla vita stessa e
dal suo slancio.
Ingresso
libero fino a esaurimento posti
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