La capanna |
Ancora una volta la chiesa romanica di Panico è stata
'vestita' da Natale e ha rappresentato la
notte sacra di Gerusalemme con la calma delle notti di due millenni fa. Notte ferma nell’attesa dell’arrivo del Redentore.
L’intero complesso religioso è stato circondato da figuranti in costume che alla
luce dei fuochi riproponevano scene e mestieri che la tradizione del presepe ha consacrato. Così c’era il ciabattino e il falegname, chi offriva il
pane caldo, chi stoffe e chi frutta, ma soprattutto chi offriva il calore prezioso
e ristoratore dei fuochi la cui luce affievoliva le tenebre e guidava fino alla
capanna della natalità dove Giuseppe e Maria sorridenti mostravano il Bambino. Un tocco veramente di pregio lo hanno dato i soldati avvolti in preziose armature etrusche
(piccola licenza della quale Marzabotto ha diritto) che pareva sorvegliassero l’ingresso
alla città, come avveniva all’epoca di Gesù, quando le porte della città erano
sorvegliate dai soldati con il compito di controllare gli arrivi e impedire l’ingresso
a briganti e malfattori.
Il presepe tradizionale in Chiesa |
Bravissimi i
fedeli di Panico che ogni anno sanno dare alla notte di Natale una scenografia che
valorizza la festività del 25 dicembre e la loro bella chiesa romanica,
testimone della lunga presenza dei
Panico, signori medievali di questa parte della montagna.
Dalle prime edizioni, che apparivano incerte , il
presepe è divenuto un appuntamento
atteso per il quale si lavora a lungo per miglioralo ad ogni edizione e che viene allestito con capacità e sicurezza.
Ha conservato fortunatamente l’aspetto semplice
che lo fa apparire avvolto nella povertà e nella religiosità e ricco di quella umanità
degli uomini lontani dal potere e dai lussi che sanno vedere la bellezza del
piccolo mondo di parrocchia e gustare il piacere dell’amicizia.
1 commento:
BRAVI, attenti ed impegnati a far sul serio.
Esempi come il vostro andrebbero replicati anche in parrocchie dei dintorni, il coinvolgimento in rappresentazioni come quella andata in onda a Panico eleva lo spirito delle persone.
Ancora grazie
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